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Epilessia, un drammatico male invalidante e l’indispensabile risposta delle istituzioni

Epilessia, un drammatico male invalidante e l’indispensabile risposta delle istituzioni

L’epilessia incide fortemente nella vita di tante persone che diventano schiave di convulsioni, crisi, pianto, spesso accompagnata da depressione

Egregio direttore,
Spettabile redazione,

In riferimento all’articolo del 19 marzo scorso, pubblicato a pagina 23 sul Quotidiano di Sicilia ed avente per titolo “Epilessia, in Italia ne soffrono 600 mila persone arriva il ‘Libro bianco’ per l’accesso alle cure”, si desidera fare delle considerazioni su questa diffusa patologia neurologica. Ciò premesso si osserva: l’epilessia è una patologia invalidante e quindi a formalizzare tale invalidità è la diagnosi che permette l’accesso a benefici economici, pertanto il soggetto che soffre di tale grave patologia, è meritevole di ottenere dallo Stato il riconoscimento economico e ciò perché rende praticamente impossibile condurre una vita normale (Cassazione sentenza n.21761 del 17 novembre 2004).

Sicché, il D.M. 05-02-1992 e la legge n.18 dell-11-02-1980 riconoscono sia l’invalidità civile al 100% e sia l’indennità di accompagnamento, ai soggetti che soffrono di grave epilessia, che riguarda il sistema nervoso centrale e ciò perché la patologia inficia la capacità di deambulazione senza l’aiuto permanente di un accompagnatore o necessiti di assistenza continua oppure non siano in grado di compiere autonomamente gli atti quotidiani della vita (Tribunale Lavoro di Napoli sentenza n.13995 del 13-05-2008 e Tribunale Lavoro di Avellino sentenza n.772 del 07-11-2023).

Ne consegue, che trattasi di una malattia caratterizzata da una persistente predisposizione a sviluppare crisi epilettiche e dalle conseguenze neurobiologiche, cognitive, psicologiche e sociali. Infatti, i picchi maggiori in cui si manifesta questa disgraziata patologia, sono nell’età evolutiva e con l’aumento delle aspettative di vita e l’invecchiamento, risulta fondamentale assicurare che la persona affetta da grave epilessia sia assistita da personale altamente specializzato mediante un progetto di vita individuale, che garantisca in modo multidisciplinare sia per l’aspetto sanitario, sia per quello sociale.

A questo punto, si rende necessario evidenziare come siano segnalati dei casi in cui pare che, a tanti soggetti indifesi, sia stato negato la richiesta di assistenza da parte dell’Inps e per riflesso dal suo Ufficio medico legale. Tra questi casi ci sarebbe quello di una paziente padovana di nome Nicoletta di 47 anni, affetta da epilessia focale da quando aveva cinque anni, e costretta a vivere chiusa in casa, a letto o sul divano. La signora, ha avuto impiantato uno stimolatore vagale ma nemmeno questo dispositivo sarebbe riuscito a controllare le sue crisi plurigiornaliere, che la colgono di sorpresa provocando spesso brutte cadute, con relativi accessi al pronto soccorso. Quindi, nonostante l’invaliditaà del 100% e la certificazione di disabilità grave art.3 comma 3 legge 104, l’Ente previdenziale avrebbe continuato a non concedere l’indennità di accompagnamento.

Alla luce delle superiori considerazioni si può affermare: l’epilessia incide fortemente nella vita di tante persone che diventano schiave di convulsioni, crisi, pianto, spesso accompagnata da depressione maggiore e quindi è un disturbo del cervello che si manifesta tramite convulsioni ricorrenti che causano perdita di coscienza e alle istitutizioni competenti il dovere di supportare al meglio tali soggetti . Si ringrazia e si porgono cordiali saluti.

Cav. Sebastiano Longo
ex operatore giudiziario nel Tribunale di Catania