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Eppur si muove

Eppur si muove
Schifani e Mattarella alla firma della convenzione termovalorizzatori (1)

Il Presidente della Regione, con istinto di saggezza e sopravvivenza, ha affidato la patata oggi fredda e non più bollente, ad Invitalia

Dopo 24 anni dal primo annuncio, primo governo Cuffaro, e dopo 63 anni dal primo inceneritore entrato in funzione in Italia a Padova, forse anche in Sicilia avremo i termovalorizzatori e non seppelliremo, come fossero dei cari estinti, i rifiuti.

A Palermo per anni era più facile seppellire loro che i morti. Il Presidente della Regione, con istinto di saggezza e sopravvivenza, ha affidato la patata oggi fredda e non più bollente, ad Invitalia, società del ministero dello sviluppo economico, il compito di formulare ed assegnare il bando di realizzazione. Certo Invitalia è la stessa che ci ha messo una vita per il bando di riqualificazione dell’area di Termini Imerese, ed espropriare gli uffici regionali della realizzazione di questa imponente opera per la normalizzazione del problema rifiuti, ormai non sostenibile, è di fatto una presa d’atto del fallimento di una burocrazia, ma l’importante è che si parta.

Ci aveva provato il predecessore di Schifani, il ministro Musumeci, negli ultimi mesi del suo mandato, la procedura di assegnazione dei due termovalorizzatori si era anche conclusa, ma all’inizio di questa legislatura era stata revocata. Si voleva un investimento pubblico e non privato, anche se la costruzione sarà da parte dei privati e pure la complessa gestione. Si è scelto Invitalia per allontanare da Palermo le decisioni, pensando che a Roma siano meno influenzabili da soggetti malavitosi, che come i ratti gravitano nella monnezza. Anche questo è un riconoscimento della permeabilità dell’amministrazione, che proprio nell’assessorato Acqua e Rifiuti negli anni ha dato scandalo e indagini a ripetizione. Siamo una Regione ad Autonomia speciale, ma scegliamo di fare decidere ad altri. C’è tutto Pirandello in questa contraddizione amministrativa. Ma riteniamo che sia tutto dettato da una scelta di sopravvivenza, troppi sono caduti per queste cose, troppe indagini, il cerino giudiziario brucia più dei termovalorizzatori.

Comunque vada speriamo che si faccia in fretta, perché ormai non solo siamo invasi dalla bruttezza della “monnezza”, ma i comuni sono costretti ad andare in deficit strutturale per i costi di trasporto e abbancamento. Ci sarà qualcuno, al di là dell’opposizione ormai di facciata, che protesterà, che non li vorrà, quando sono presenti in tutta Italia, ma una cosa deve essere chiara ed importante, che possa diminuire la tari per i cittadini siciliani. In caso contrario la soluzione non sarà un beneficio per l’isola.

Così è se vi pare.