Equo compenso, legge approvata: cosa dice la norma - QdS

Equo compenso per professionisti, approvata la legge: cosa prevede la norma

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Equo compenso per professionisti, approvata la legge: cosa prevede la norma

Salvatore Rocca  |
giovedì 13 Aprile 2023

Approvata definitivamente alla Camera la norma su legge compenso. Ecco cosa dice il testo e a chi si rivolge.

Il 12 aprile 2023 è arrivato il definitivo disco verde dalla Camera dei deputati alla legge sull’equo compenso. La normativa è costituita da 12 articoli ed è stata approvata all’unanimità sulla base del testo che era giunto in Aula nel corso delle precedente legislatura, per poi arenarsi in Senato.

La legge interviene sulla disciplina dell’equo compenso delle prestazioni professionali di alcune categorie di imprese, con l’intento di garantire migliori tutele al professionista, iscritto o meno a un Ordine.

Equo compenso, cosa dice la legge

Per essere definito “equo”, il compenso deve essere “proporzionato alla quantità e qualità del lavoro svolto e al contenuto e alle caratteristiche della prestazione professionale”. A tal proposito, il compenso non può essere inferiore a una determinata soglia minima e deve essere “determinato in applicazione dei parametri previsti dai pertinenti decreti ministeriali”.

Il testo del disegno di legge sottolinea, inoltre, che le norme sull’equo compenso si applicano ad ogni tipo di accordo preparatorio o definitivo, purché vincolante per il professionista, le cui clausole siano utilizzate” dalle imprese.

Il disegno di legge sull’equo compenso, poi, “specifica che tali accordi si presumono unilateralmente predisposti dalle imprese, salvo prova contraria”. Infine, la norma viene estesa “alle prestazioni rese dal professionista nei confronti della pubblica amministrazione, delle società partecipate dalla pubblica amministrazione e delle società disciplinate dal testo unico in materia di società a partecipazione pubblica”.

“Sono escluse dall’applicazione della disciplina dell’equo compenso le prestazioni rese dai professionisti in favore di società veicolo di cartolarizzazione e quelle rese in favore degli agenti della riscossione“, si legge ancora nel testo della norma.

Equo compenso, sarà istituto un Osservatorio

La legge prevede poi l’istituzione dell’Osservatorio nazionale sull’equo compenso al Ministero della Giustizia con lo scopo di vigilare sul rispetto della legge, esprimere pareri, formulare proposte e presentare alla Camera una relazione annuale sull’attività di vigilanza.

Calderone (FI): “Equo compenso è fatto culturale”

Tommaso Antonino Calderone, capogruppo di Forza Italia in commissione Giustizia alla Camera, sottolinea che “proporzionare il compenso alla quantità e qualità del lavoro e il compenso dovuto ad un professionista è un fatto culturale, perché dietro la proporzione ci sono rinunce e sacrifici”.

“Molti sono gli aspetti positivi di questa norma: bene che si applichi a tutti gli ordinamenti professionali, nessuno escluso, bene che limiti lo strapotere dei committenti e infine, positivo che si istituisca per legge un osservatorio che dovrà verificare se la legge funziona, se le norme vengono applicate e se tutti la osservano”, ha aggiunto ancora Calderone.

Benigni (FI): “Sancito principio sacrosanto”

Entusiasta anche Stefano Benigni, deputato di Forza Italia e responsabile giovani del partito azzurro: “Si tratta di un provvedimento importante anche per i giovani che stanno iniziando a costruirsi un futuro scegliendo il lavoro autonomo e che sono spesso costretti ad accettare qualunque offerta pur di lavorare”, si legge in una nota.

Con l’approvazione del disegno di legge sull’equo compenso, aggiunge Benigni, “viene sancito, finalmente, un principio sacrosanto: le prestazioni dei professionisti devono essere sempre pagate in modo adeguato alla qualità e alla quantità del lavoro svolto. Basta mortificazioni, svilimenti, concorrenza al ribasso. I giovani rappresentano il futuro del Paese: dobbiamo favorirne l’ingresso nel mercato del lavoro e garantire loro le giuste tutele”.

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