Erica Sciortino, dal tentato abuso sessuale all’impegno sociale
Ragusa Ibla ha ospitato ieri un evento che ha avuto il merito di accendere un faro, l’ennesimo, su quella che è stata giustamente definita un’emergenza sociale. Stiamo parlando della violenza sulle donne: politica, istituzioni e società civile hanno avviato una riflessione sugli strumenti per contrastarla che non possono prescindere da una rivoluzione culturale che punti a ribaltare stereotipi e luoghi comuni contro le donne.
L’evento è stato promosso dall’imprenditrice comisana Erica Sciortino, pochi mesi fa vittima di un tentato abuso sessuale. Il Quotidiano di Sicilia l’ha intervistata.
Violenza sulle donne, il pugno duro dalla politica sulla repressione non sembra però incidere sul fenomeno. La politica arriva in ritardo rispetto a quella che è ormai un’emergenza sociale?
“Negli ultimi anni, fortunatamente, si è avuto una grande crescita normativa. Ttanto lo Stato ha fatto e sta facendo, e tanto si può e si deve ancora fare: certezza della pena e leggi che tutelino le donne già ai primi segnali di violenza, garantire supporto psicologico sia alle donne ma anche agli uomini. Senza dimenticare che i primi segnali che portano ad una violenza fisica, partono già da approcci di violenza verbale o psicologica. La violenza di genere si può contrastare solo cambiando il paradigma sociale e culturale in cui è radicata. Si tratta di una sfida prima di tutto culturale, che certamente non si esaurisce con l’approvazione, ad esempio, di una legge”.
Come ha superato il trauma e quale messaggio si sente di rivolgere a chi, come lei, ha vissuto questa stessa terribile esperienza?
“Cose del genere ti segnano profondamente. Quando le senti in tv o le leggi sul giornale ti sembrano quanto di più lontano, ma poi si insinuano nella tua vita e tutto cambia. Da quel giorno la mia vita è stata stravolta e ho dovuto fare un difficile e lento percorso su me stessa perché avevo difficoltà anche nel quotidiano. Se ho trovato la forza di rialzarmi, è stato anche per le mie figlie. Non è giusto che pensino che un uomo può permettersi di rovinarti la vita. Fondamentale è stato il supporto della mia famiglia, ma anche delle forze dell’ordine che da subito mi hanno garantito il giusto supporto. Ma chi devo ringraziare davvero sono tutte quelle donne che con la loro vicinanza, con un messaggio, una chiamata o venendo con me a lavoro per non lasciarmi sola mi hanno dimostrato la loro vicinanza ed erano pronte a dire basta insieme a me!”
Posto che parliamo di un problema che richiede un forte cambiamento culturale, è altrettanto vero che per “prevenire” servono tempi molto più lunghi. Cosa fare nel frattempo?
“Ognuno deve fare la sua parte. Innanzi tutto è importante riconoscere il fenomeno e non giustificarlo mai, cosa che purtroppo capita anche quando si assiste ad alcune tesi difensive dei colpevoli che tendono quasi a sminuire la gravità del fenomeno oppure si assiste senza intervenire. Non esiste e non deve esistere giustificazione alcuna. Ognuno di noi deve fare la propria parte”.
La violenza sulle donne sembra “figlia” di una società attraversata in modo trasversale dalla violenza: nelle famiglie, nei rapporti sociali, nelle scuole, sui social. Come può declinarsi l’impegno di tutti noi in ciascuno di questi ambiti?
“A partire dalla famiglia, nelle scuole, nel sociale. Occorre stigmatizzare e condannare questo tipo di atteggiamento e farlo già dai nostri bambini, che saranno gli adulti di domani. Le donne sono le nostre mamme, le nostre sorelle, le nostre amiche, le nostre insegnanti, hanno un ruolo fondamentale nella nostra società e nella vita di ognuno di noi. Occorre dire chiaramente che qualsiasi tipo di violenza, di genere, fisica, sessuale, o verbale, va combattuta e denunciata subito. Solo così potremo arrivare un giorno ad avere una società migliore. Il nostro evento, nel suo piccolo, ha voluto parlare a tutte quelle donne che hanno paura e non sanno a chi rivolgersi. In Sicilia ci sono tante realtà e associazioni nate per loro ma sconosciute a tanti, che fanno un lavoro eccezionale. Se avremo aiutato anche solo una donna a trovare il coraggio di reagire e magari a mettersi in contatto con qualcuna di queste associazioni avremo già vinto. Tutti!