Erice, la disfida tra un commerciante e il Comune - QdS

Erice, la disfida tra un commerciante e il Comune

Erice, la disfida tra un commerciante e il Comune

sabato 05 Dicembre 2020

La curiosa odissea giudiziaria di un uomo che dura da dieci anni: chiesto il risarcimento danni. Contravvenzioni annullate, Amministrazione condannata a pagare le spese processuali

ERICE (TP) – Una storia lunga dieci anni. Una storia bizzarra. Una storia ericina. Che ha come teatro la vetta, il centro storico ed una sua porta, Porta Carmine. Sotto le sue mura, nel 2010, veniva posteggiata un’auto, regolarmente multata dagli ausiliari del traffico della società che gestiva il sistema delle strisce blu. Ben cinquantaquattro verbali di contravvenzione in due mesi. Anche due verbali al giorno in qualche caso. L’auto, di proprietà del commerciante di souvenir Francesco Bondì. Le multe, della “Soes”, per nome e per conto del Comune. Contestato l’articolo 157 del codice della strada. A sua volta contestato da Bondì, che posteggiava fuori dalle strisce blu ma in un’area senza divieti. Contenzioso aperto e parti irremovibili nelle loro ragioni. Meglio dunque far decidere un giudice. Quello di Pace legge le carte ed annulla le multe. Ma lascia le spese processuali a carico di Bondì.

E così quella che poteva essere considerata una vittoria di Bondì, diventa invece una vittoria di Pirro. Il commerciante di origini palermitane non ci sta. Anche perché a conferma delle sue ragioni arriva pure la Prefettura che “bacchetta” tutti: l’articolo da contestare non era il 157 ma quello successivo, il numero 158. Giusto, dunque, annullare le multe. Ancora più giusto per Bondì rivolgersi al Tribunale civile di Trapani per far pagare, quel che c’è da pagare, interamente al Comune. è il 2014 ed il commerciante di souvenir riesce a spuntarla. La sentenza d’appello è chiara. Paga il Comune. In sintesi, poco più di 4 mila euro. Bondì non si ferma e torna alla carica e chiede anche il risarcimento per danni psico-fisici e danni non patrimoniali, quantificandoli in 150.000 euro. Nella citazione in giudizio di Comune e “Soes” – nel 2017 – viene fatto riferimento agli articoli 2.043 e 2.059 del codice civile. L’amministrazione comunale risponde picche. Ritiene di avere già dato pagando le spese processuali. Passa il tempo. Ed a decidere è il Tribunale civile del capoluogo. La sentenza dello scorso 20 maggio colpisce duro. Perché respinge la richiesta di Bondì e lo chiama in causa per 8.000 euro ed altro. Ma il commerciante ha deciso ormai di andare fino in fondo in questa storia e ad ottobre ha presentato appello per riformare la sentenza, con la richiesta, tra le altre cose, di espletare il cosiddetto Ctu, che sta per consulenza tecnica, e di bloccare, nelle more, della nuova sentenza, l’esecutorietà di quella impugnata.

Un nuovo capitolo di questa storia infinita verrà scritto l’anno prossimo. L’udienza in Corte d’Appello a Palermo è stata fissata per il 20 gennaio. Bondì non intende darsi per vinto. Le multe gli hanno sconvolto la vita. Nelle carte si parla di visite mediche, di una serie di problemi scaturiti da quella che è stata vissuta come un’autentica ingiustizia. Tra gli “aneddoti” più curiosi, quello che racconta di un Buondì che si presenta alla postazione degli ausiliari del traffico comunicando che non aveva trovato la multa giornaliera e con l’ausiliario di servizio che si scusa, accusando il vento di averla fatta volare, e garantendo al commerciante che di lì a poco un suo collega avrebbe stilato il nuovo verbale.

La nuova resa dei conti, in punta di diritto, vedrà da una parte l’avvocato Antonino Sugamele, difensore di fiducia di Bondì, dall’altro l’avvocato Daniela Zaccarini che ha rappresentato il Comune anche in primo grado. Previsti tempi lunghi, circa 24 mesi. L’amministrazione ha intanto definito il compenso per il suo legale, con un importo complessivo di 14.087 euro. La storia dunque non potrà che continuare.

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