Il 1979 è stato l’anno orribile. Oltre all’uccisione di Ambrosoli ci fu l’attacco a Paolo Baffi e a Sarcinelli
Il 1979 è stato l’anno orribile. Oltre all’uccisione di Ambrosoli ci fu l’attacco a Paolo Baffi e a Sarcinelli e, attraverso le loro persone, alla Banca d’Italia. Novembre (allora quarantacinquenne) in quell’anno perse anche la moglie, da tempo malata. Silvio Novembre ha scritto: “Chi resta vivo si sente un sopravvissuto come accadde a me e come accadde anche al giudice Paolo Borsellino dopo la morte del collega e amico Giovanni Falcone e ai rispettivi agenti della loro scorta nel 1992”.
Ma Novembre continua il suo impegno, e proprio durante le indagini sull’omicidio di Giorgio Ambrosoli, condotte dai magistrati Giuliano Turrone e Gherardo Colombo, contribuì alla scoperta della Loggia massonica segreta P2, nella quale era iscritto un numero impressionante di c.d. servitori dello Stato, che fece emergere. “un sistema di potere occulto ed eversivo che aveva provato in tutti i modi a condizionare il nostro lavoro e che costituiva la chiave di lettura di molti fatti e vicende vissute anche a livello personale quando avevano cercato più volte di trasferirmi” (Novembre). E attraverso la P2 e Gelli l’opera di Novembre si salda con la vicenda del crollo del Banco Ambrosiano, dell’assassinio del generale Dalla Chiesa, con l’altro anno terribile delle stragi del 1992, con i nostri giorni. Scrive amaramente Novembre:
“Dopo “Mani Pulite” e le stragi di Capaci e di via d’Amelio a Palermo nel 1992 sembrava davvero che il sacrificio di Ambrosoli prima e dei giudici Falcone e Borsellino poi, avessero contribuito a risvegliare le coscienze. Poi in un batter d’occhio, tutto si era dissolto come se la memoria collettiva avesse preferito dimenticare. E l’indifferenza del potere politico di fronte alla storia nobile di questo paese continuava ad essere disarmante”.
Dunque, questi uomini veri, questi uomini nobili hanno scritto una storia esemplare nell’eterna lotta contro il malaffare ed è una lotta che getta un ponte tra Milano e Palermo. Ambrosoli e Novembre erano nordisti che lottavano contro Sindona, un siciliano doc che a Milano aveva imparato a realizzare i suoi affari e le sue malefatte, che a Milano era stato valorizzato e applaudito da una larga platea con la benedizione del Vaticano di allora. A Novembre era chiarissima la continuità tra la loro opera e quella dei Dalla Chiesa, dei Falcone e Borsellino e dei tanti eroi civili della magistratura, delle forze dell’ordine e dei pochi, pochissimi politici (Mattarella, presidente della Regione siciliana) che hanno operato sul fronte del Sud ma nell’interesse di tutti.
E’ una lotta che non finirà mai e che avrà bisogno di altri eroi. Riusciremo mai ad affiancare l’opera di questi nobili e coraggiosi italiani con un altro ponte tra Nord e Sud che venga eretto dai costruttori dell’economia, da altri uomini di buona volontà impegnati a dare un senso più profondo e duratura alla costruzione di una “buona economia” secondo la raccomandazione che, un giorno, mi rivolse il giudice Falcone: “Fate buona economia?”. Anche per creare a noi la possibilità di “fare buona economia”, questi uomini nobili del Nord e del Sud si sono impegnati allo spasimo, alcuni cadendo sul campo, altri, come Novembre, sopravvivendo con la tristezza nel cuore.
Fine 6° puntata