“Attendiamo un’annata sicuramente migliore nelle reti produttive per quanto riguarda la frutta estiva. Stiamo monitorando sia le coltivazioni dell’ulivo che degli agrumi, ma ancora è presto. C’è stato un buon raccolto per quanto riguarda il fieno rispetto allo scorso anno, quando siamo arrivati a importarlo, e ci si attende che ci siano buone rese produttive per il grano duro. Facendo una visita nei campi rispetto allo scorso anno, quando le rese erano a zero, in queste prime fasi sembra tutto buono, anche se dobbiamo aspettare”. Con queste parole il presidente regionale della Confederazione Italiana Agricoltori, Graziano Scardino, intervenuto al Qds.it, commenta quello che è lo stato dei terreni agricoli in vista dell’ormai imminente inizio dell’estate, stagione durante la quale si deve sempre tenere d’occhio il rischio siccità.
Scardino (Cia Sicilia): “Controllare il prezzo del grano duro”
Il miglioramento rispetto allo scorso anno è sotto gli occhi di tutti, ma la Regione Siciliana, assieme al governo nazionale, hanno recentemente prorogato lo stato di emergenza per altri 12 mesi per il deficit idrico e questo ovviamente invita prima di tutto chi lavora nelle campagne a tenere alta l’attenzione. Proprio di recente si è svolto il consiglio direttivo nazionale della Cia, durante il quale “abbiamo posto – prosegue Scardino – la questione relativa al funzionamento del meccanismo di controllo del prezzo del grano duro, che quest’anno continua a oscillare intorno ai 30 euro al quintale, che non riesce a coprire i costi di produzione. Abbiamo chiesto aiuti affinché il governo intervenga con appositi tavoli assieme al resto della filiera del grano duro per la salvaguardia della coltura del grano. Abbiamo chiesto la convocazione di un tavolo anche perché stiamo andando verso la trebbiatura e i cerealicoltori hanno bisogno di un minimo di garanzie”.
Anche lo stato delle dighe quest’anno è migliore rispetto a un anno fa e i dati in tal senso parlano chiaro, ma bisogna tenere sempre d’occhio la parte occidentale dell’Isola.
“Rispetto a maggio dello scorso anno – aggiunge Scardino – abbiamo circa 80 milioni di metri cubi di acqua in più negli invasi siciliani. Ma nella Sicilia occidentale i problemi non si sono risolti perché ha piovuto molto meno nella parte bassa della provincia di Palermo, nel Nisseno e nell’Agrigentino. Gli invasi come la diga Trinità e la diga Disueri per problemi strutturali dovuti ai muri di contenimento hanno perso acqua. Altre dighe della zona occidentale dell’isola contengono meno acqua, mentre le dighe Scanzano e Poma hanno la stessa acqua dello scorso anno. Le dighe della zona orientale hanno invece più acqua dello scorso anno. Servono misure di compensazione finanziaria e per questo è stato chiesto e in seguito approvato il prolungamento dello stato di emergenza. Con il nuovo commissario per l’emergenza idrica Fulvio Bellomo abbiamo avuto di recente un incontro”.
“Rispetto allo scorso anno si sono riempite le falde e con le piogge i terreni sono ancora umidi, il che ha rimandato la campagna irrigua. Per la parte centro orientale dell’Isola possiamo controllare meglio la situazione. Durante l’inverno è stata immessa acqua nei canali dei Consorzi di Bonifica e gli agricoltori ne hanno beneficiato per il primo intervento irriguo che dovesse servire”.
“Bene il piano traverse. Proroga stato di emergenza utile per le imprese”
Anche il piano traverse portato avanti dalla Regione ha una grande importanza per la distribuzione dell’acqua. Ma lo stato attuale dei Consorzi di Bonifica preoccupa e non poco.
“Ci incontreremo con l’assessore Barbagallo – conclude Scardino -, che spiegherà tutto quello che si dovrà fare. Per quanto riguarda il piano traverse noi agricoltori lo abbiamo visto di buon grado perché consiste nella pulizia di tante traverse, che erano sporche, che potrebbero portare l’acqua anche in maniera indiretta rispetto al bacino imbrifero direttamente negli invasi. Il problema della distribuzione dell’acqua lo teniamo d’occhio perché i Consorzi di Bonifica non funzionano bene, le tubature sono vetuste e gli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria per evitare che quest’acqua si disperda è un’operazione da fare e continueremo a lavorare su questo”.
“Per i Consorzi di Bonifica l’assessore Barbagallo garantisce che verranno pagati gli stipendi. Noi siamo favorevoli alla legge per la riforma, ma vogliamo capire come la Regione voglia gestire i debiti dei Consorzi anche perché i lavoratori devono fare i lavori che devono essere fatti. Per noi è fondamentale che funzioni bene tutto il sistema del Consorzio di Bonifica. Lo stato di emergenza ci permette di adottare delle misure finanziarie per aiutare le imprese agricole che rischiano di perdere anche le piante. Questo prolungamento è utile per la sopravvivenza di queste imprese e rappresenta un fatto sociale per molti areali”.
Marchese Ragona (Confagricoltura Sicilia): “Poca acqua negli invasi. Auspichiamo riforma Consorzi di Bonifica”
Più critico è invece il presidente di Confagricoltura Sicilia, Rosario Marchese Ragona, che spiega come nelle dighe i livelli di acqua non si alti e come soprattutto nel Trapanese si sia ancora molto indietro.
“Le piante fondamentalmente hanno avuto dell’acqua questo inverno – spiega Marchese Ragona -, la situazione sembra migliorata, ma negli invasi ne è arrivata molta poca. Le dighe non hanno livelli così eccessivi. La situazione si aggrava nella gestione dei Consorzi di Bonifica: in alcuni di questi i dipendenti non percepiscono gli stipendi da oltre 3 mesi (vedi Consorzio di Bonifica Ag 3). Quindi il rischio è che qualora l’acqua ci fosse i dipendenti deputati all’erogazione potrebbero incrociare le braccia, per non considerare il fatto che ci sono delle condutture colabrodo; è stata fatta poca manutenzione, molte dighe continuano a non essere collaudate, manca inoltre una rete di distribuzione efficiente. Dalla Regione ci assicurano che dei progetti sono stati presentati, che si è intervenuto su alcune traverse nella Piana di Catania, ma ci sono situazioni paradossali come quelle che si sono verificate nella Sicilia Occidentale, in particolar modo nel Trapanese, dove la diga Trinità, non ancora collaudata, probabilmente per un eccesso di zelo dell’Autorità di Bacino, è stata svuotata quasi interamente e l’acqua è finita a mare invece di arrivare alle aziende agricole in un areale particolarmente coltivato”.
Lo stato di emergenza ha avuto una proroga, ma per i Consorzi di Bonifica si spera il prima possibile nella riforma di cui ormai si parla da diverso tempo.
“Probabilmente quest’anno non c’è un problema di foraggio – conclude Marchese Ragona come l’anno scorso e anche i seminativi sembrano rigogliosi. La Regione Siciliana ha ritenuto utile e giusto prorogare lo stato di emergenza. Uno sforzo del governo regionale c’è stato, con l’assessore Barbagallo in primis, e sarebbe auspicabile che la riforma dei Consorzi di Bonifica proposta dall’assessore Sammartino giunga positivamente al termine, ma bisogna fare in fretta perché non possiamo permetterci un’altra annata come l’anno scorso. I danni che l’agricoltore ha non li ripaga nessuno e preferiremmo che i soldi si spendano per le strutture. Scontiamo 40-50 anni di mala gestione per il settore idrico. Mi auguro che si possano mettere in atto misure strutturali per non lavorare sempre e continuamente in emergenza”.

