Home » Estorsione a sfondo sessuale in Sicilia, arrestato anche un ex comandante della polizia municipale

Estorsione a sfondo sessuale in Sicilia, arrestato anche un ex comandante della polizia municipale

Estorsione a sfondo sessuale in Sicilia, arrestato anche un ex comandante della polizia municipale

Almeno 60 le estorsioni e 50 le truffe accertate dagli investigatori avvenute con il metodo del love scam.

Tra i tre arrestati dai carabinieri di Trapani e dalla sezione criptovalute del comando antifalsificazione monetaria di Roma, con l’accusa di estorsione, truffa, diffusione illecita di immagini e video sessualmente espliciti, riciclaggio e impiego di denaro sporco, c’è l’ex comandante della Polizia municipale di Castellammare del Golfo, in provincia di Trapani, Giuseppe Giordano, classe ’54. Almeno 60 le estorsioni e 50 le truffe accertate dagli investigatori avvenute con il metodo del love scam.

L’operazione del Catanese

Nell’ambito delle attività poste in essere dalla Polizia di Stato a tutela dei minori e delle fasce deboli, il Centro Operativo per la Sicurezza Cibernetica di Catania ha proceduto all’arresto in flagranza di un trentunenne, residente nella stessa provincia, trovato in possesso di un’ingente quantità di materiale pedopornografico. 

La Procura Distrettuale di Catania, che ha coordinato le indagini, ha contestato all’indagato varie condotte inerenti allo sfruttamento sessuale di minori, tra cui quelle di adescamento, violenza sessuale, riduzione in schiavitù, divulgazione e detenzione di pornografia minorile.

Le attività

Le attività investigative hanno preso avvio dalla denuncia della madre di una minore di anni 12, residente in provincia di Catania, che aveva riscontrato sullo smartphone della figlia, la presenza di numerose conversazioni, dalle quali emergeva che la bambina, dopo essere stata adescata online da un trentunenne, aveva inviato all’uomo video e immagini autoprodotte.

Le complesse attività di analisi, compiute dal personale del Centro Operativo per la Sicurezza Cibernetica di Catania sullo smartphone in uso alla minore hanno, non solo consentito di riscontrare quanto denunciato dalla madre, ma anche evidenziato che l’indagato era riuscito, nel tempo, a soggiogare la vittima psicologicamente, costringendola a condividere prestazioni sessuali online, inducendola anche a procurarsi delle lesioni.