Nuovi episodi di violenza con protagonisti estremisti di destra: ieri a Milano, contemporaneamente al corteo antifascista – autorizzato – partito da piazzale Loreto dove nel 1945 venne esposto il corpo del dittatore fascista Benito Mussolini, si sono verificati scontri con la polizia durante il corteo – non autorizzato – per ricordare Sergio Ramelli, militante del Fronte della Gioventù ucciso nel 1975.
Il corteo – con un migliaio di militanti di estrema destra che hanno risposto all’appello di Casa Pound, Lealtà e Azione, Forza Nuova e altre sigle neofasciste – è partito quasi di corsa, sfidando i divieti della Prefettura e della Questura e la polizia in tenuta antisommossa, ha fermato i manifestanti.
Durante gli scontri ci sono stati due agenti contusi e tre manifestanti feriti. Uno di essi, un naziskin, è stato colto da una crisi epilettica.
Al corteo era presente, tra gli altri, il presidente di Casapound Italia Gianluca Iannone, che ieri ha ritualmente espulso due militanti del movimento di estrema destra – c’era anche un consigliere comunale – accusati di aver tentato di ubriacare, picchiato e violentato una donna filmando tutto con gli smartphone.
C’erano anche Max Bastoni, il consigliere regionale e comunale della Lega a Milano e alcuni esponenti di Fratelli d’Italia: Carlo Fidanza, Paola Frassinetti e Marco Osnato.
I militanti dell’estrema destra hanno srotolato un grande striscione con la scritta “Nel loro nome”, dato che il 29 aprile, con Ramelli, si ricordano anche Enrico Pedenovi, consigliere provinciale missino ucciso nel 1976 dai terroristi di Prima Linea e Carlo Borsani, repubblichino di Salò ucciso nel 1945.
Davanti alla lapide commemorativa la cerimonia si è conclusa con l’immancabile “presente” con tanto di saluto fascista a braccio alzato.
Nessun contatto, grazie alla polizia, c’è stato con il pacifico corteo antifascista partito da piazzale Loreto promosso da alcune sigle della sinistra, dai comitati antifascisti, dai centri sociali, come Cantiere e Lambretta, e dal comitato Milano antifascista, antirazzista, meticcia e solidale.
Ad aprire il corteo lo striscione: “Milano 29 aprile, nazisti no grazie”.

