Il feticcio ha invaso tutta la Terra in quanto si è diffuso tra tutti gli abitanti. Così è chiamato lo smartphone perché nessun essere vivente (o quasi) ne può fare a meno e, anzi, se ne affeziona sempre di più perché lo tiene continuamente in mano, anche quando non lo usa o non ne ha bisogno.
Lo smartphone è diventato un’appendice degli arti dei possessori, viene accostato all’orecchio quando le chiamate sono in corso e alla bocca quando si parla. Gli auricolari fissi o bluetooth sono ormai installati quasi permanentemente nelle orecchie degli utilizzatori. Non sappiamo quali danni possano verificarsi nel corso degli anni.
Si dice che negli Stati Uniti i ragazzini di 12/13 anni compiano l’ultimo gesto consistente nel guardare lo smartphone prima di addormentarsi; ed il primo gesto, uguale, non appena si svegliano. Tutti gli utilizzatori del feticcio ormai non ne possono fare a meno: per loro guardarvi dentro è necessario come l’ossigeno per i polmoni.
Ricordiamoci, però, che anche l’ossigeno può essere inquinato e tutte le tossine che contiene arrecano danno agli organi umani. Nel momento in cui ognuno di noi va nei boschi a 1.000/2.000 metri di altezza, pur trovando minore quantità d’ossigeno, quello che c’è è fortemente depurato dalle foreste. Mentre non c’è nulla che depuri il nostro corpo dall’uso e dall’abuso dello smartphone. Cosicché coloro che lo tengono costantemente in mano e lo accostano al viso si intossicano senza speranza.
Quali possono essere le ragioni per cui si è formata questa dipendenza da parte di una moltitudine di persone? Una risposta ipotetica riguarda il fatto che esse non hanno molto sale in zucca, che la loro mente è vuota e il loro cervello ha i serbatoi delle informazioni scarichi, con la conseguenza che cercano nello smartphone quello che non hanno dentro se stessi. Si badi, è un’ipotesi, ma non crediamo che sia molto lontana dalla realtà.
Se il feticcio aiutasse l’incremento della cultura sarebbe salutare; purtroppo dà informazioni spot che non aiutano a capire eventi e fatti che accadono.
Perché lo smartphone è diventato uno strumento deleterio? Perché non è utilizzato da coloro che conoscono regole e metodo o che hanno capacità interpretative e di collegamento delle informazioni che assumono. Cosicché i dati rilevati alla spicciolata non consentono alcun progresso a chi li ha assunti perché rimangono separati fra loro.
In altri termini, una gran parte di coloro che usano lo smartphone non è in condizione di collegare le informazioni che attinge dallo strumento, con la conseguenza che poi ripete a pappagallo cose lette ma che non ha capito.
Intendiamoci, questa non è una critica allo strumento in quanto tale, che ha tanti aspetti positivi: per esempio avere portato in luoghi sperduti l’informazione. Questa è piuttosto una critica aperta al cattivo uso che si fa di quell’apparecchio, che sconfina nell’abuso, e soprattutto della dipendenza che esso ha creato nei confronti degli utilizzatori.
Saremmo curiosi di vedere tanti giovani e meno giovani privati dello smartphone per giorni o settimane. Di fronte al loro sgomento per questa eventualità bisognerebbe ricordargli come si viveva quando lo smartphone non esisteva.
Certo è piacevole vedersi con whatsapp, è piacevole inserire in un circuito più o meno grande un’informazione, è piacevole accedere ad archivi immensi sia di parole che di musica; ma tutto ciò che è positivo, diventa negativo nel momento in cui se ne fa un uso illimitato e inconsulto.
Il progresso deve aumentare la civiltà dei popoli; non farla diminuire.
Ci deve essere un comune denominatore tra tutte le attività, in modo da alimentare la crescita mentale dei cittadini, che divengano liberi e raddrizzino la schiena di fronte ai prepotenti.
La schiena si raddrizza se si è liberi dai bisogni, se non si chiedono favori, se ci si mette nelle condizioni di dire No a eventi incivili.
