Dopo mesi di attività solo dal Sud est, ieri sera si è sviluppata una nube alta sei chilometri. Il vulcanologo Marco Neri, "Normale che tutti i crateri sommitali decidano di partecipare al 'concerto'"
Da ieri sera nuova fase eruttiva sull’Etna con l’emissione di cenere non più dal Cratere di Sud est ma da quello di Nord est.
La nube vulcanica, secondo stime dell’Ingv di Catania, ha raggiunto un’altezza di oltre seimila metri sul livello del mare disperdendosi in direzione nord.
“Negli ultimi mesi – ha detto il vulcanologo Marco Neri al Qds.it – ci siamo tutti accorti di quanto sia attivo l’Etna, con gli oltre cinquanta fenomeni parossistici che hanno interessato il Cratere di Sud-Est da dicembre a oggi. Quindi, nulla di strano se anche gli altri crateri sommitali (Cratere di Nord-Est, Voragine e Bocca Nuova) decidano di partecipare al ‘concerto’. E’ del tutto normale che sia così”.
Secondo Neri, in particolare il fenomeno di ieri “potrebbe essere in relazione alla riapertura di una bocca posta sul fondo del Cratere di Nord est, che da qualche tempo si era quasi occluso a causa probabilmente di crolli avvenuti all’interno del suo condotto”.
“In questi casi – ha spiegato lo scienziato -, la pressione dei gas nel condotto può essere sufficiente a ‘stappare’ l’occlusione causata dai detriti, che viene espulsa in atmosfera in forma di piccola nube di cenere”.
“Una volta che il condotto si è ‘ripulito’ – ha concluso Neri – , il degassamento può riprendere con maggiore facilità, con il classico pennacchio gassoso che caratterizza l’area sommitale del vulcano”.