Lo studioso dell'Ingv, intervistato dal Qds.it, spiega come i parossismi di questo 2021, l'ultimo la notte scorsa, stiano mutando il volto delle zone sommitali. Impensabile condurvi visitatori
Cominciamo dalla cronaca: dalle quattro e un quarto di stamattina le immagini delle telecamere di sorveglianza dell’Ingv hanno confermato la ripresa dell’attività stromboliana dal Cratere di Sud est dell’Etna, mentre poco prima a livello strumentale era stato osservato un incremento dell’ampiezza media del tremore vulcanico, cresciuto a partire dalle quattro e mezzo.
L’attività ha prodotto una ricaduta di cenere e lapilli, che si sono dispersi verso Nord est, e, poco prima delle cinque del mattino, l’attività è passata a fontana di lava (colta dall’immagine di Orazio Valenti che vi proponiamo) ed è stato notato un trabocco lavico in direzione Sud-Ovest.
L’attività esplosiva è cessata alle sei e un quarto, mentre il trabocco lavico appariva ancora debolmente alimentato.
Un altro parossismo
Un altro parossismo, insomma, di quelli che in questo 2021 si sono susseguiti sul vulcano. E proprio ieri gli studiosi dell’Ingv, approfittando di un momento in cui il Cratere di Sud-Est non produceva alcuna attività eruttiva, avevano effettuato un sopralluogo sulle aree sommitali dell’Etna. Notando, tra l’altro, che l’area di Torre del Filosofo mostrava i segni delle intense ricadute di materiale piroclastico anche grossolano relativo agli episodi eruttivi del 16, 18 e 19 Giugno.
Con bombe laviche di grandi dimensioni, fino a un metro di lunghezza.
Il Sud est, “L’Etna sono io”
“I parossismi al Cratere di Sud est di questo 2021 – ha sottolineato il vulcanologo dell’Ingv Boris Behncke, che ieri ha effettuato il sopralluogo – stanno cambiando il volto dell’Etna. Ormai, il più giovane dei quattro crateri sommitali della montagna domina la vista da quasi tutti i lati, quasi come se volesse dire ‘L’Etna? Sono io’. Il Cratere di Sud est ha preso pieni poteri su quella zona dove una volta, più di cinquant’anni fa, sorgevano edifici come il vecchio Osservatorio Etneo, la prima stazione di arrivo della Funivia dell’Etna, e l’albergo che non ci fu, Torre del Filosofo”.
“Gli episodi di fontane di lava dei giorni 16, 18 e 19 giugno – ha sottolineato lo scienziato – hanno sconvolto l’area di Torre del Filosofo e di Monte Barbagallo (il doppio cratere del 2002-2003), punto d’arrivo delle escursioni in 4×4 fino al Covid e durante la breve stagione durante la riapertura nell’estate del 2020. Le ricadute di materiale piroclastico – lapilli e bombe, alcune dalle dimensioni di decine di centimetri – in quella zona sono state pesantissime e hanno letteralmente obliterato la pista che portava alla zona di Torre del Filosofo”.
Impensabile portare qui visitatori
“Poco più a monte – ha aggiunto -, dove una volta continuava la pista per fare il giro intorno ai crateri sommitali per collegarsi alla pista che da Piano delle Concazze porta a Piano Provenzana, si estendono i campi lavici prodotti da questa nuova raffica di parossismi. Impensabile, in queste condizioni, portare visitatori attraverso questo inferno di sciare, per raggiungere i crateri sommitali”.
La nuova vetta dell’Etna
“E’ imponente – ha sottolineato Boris Behncke – il fianco meridionale, ripidissimo, del Cratere di Sud-Est, che con ogni parossismo si spinge ancora un pezzo verso Sud. Sul cono, con ogni episodio di fontane di lava, si depositano ancora metri e metri di nuovo materiale, facendolo crescere. E sembra quasi come se volesse diventare la nuova vetta dell’Etna, quella che per decenni è stata la cima del Cratere di Nord-Est. L’ha già superato? Manca ancora qualche metro? Speriamo di dare presto la risposta, con nuovi rilievi effettuati con i metodi di fotografie verticali e immagini satellitari ad alta risoluzione”.
Il rischio di colate laterali
“Nel frattempo – ha concluso lo scienziato – , il vulcano non accenna di voler finirla con questi parossismi, che rovesciano sulle zone popolate le ricadute di materiale piroclastico, ancora e ancora. Pensandoci bene, però, sempre meglio queste grandinate nere che un’eruzione laterale, con il rischio di colate di lava che penetrano zone popolate. Come prima o poi avverrà, inevitabilmente.