Fontane di lava e un altissimo pennacchio dal cratere di Sud est, con ricaduta di materiale piroclastico sui centri pedemontani orientali. Coldiretti, paura per la cenere . GUARDA LA GALLERY
Un’intensa attività stromboliana, poi mutatasi in fontane di lava, con
getti che raggiungono i cinquecento metri, è in corso da questa mattina dal cratere di Sud-Est dell’Etna, come si nota in questa foto scattata da Orazio Valenti.
La nuova fase, in costante intensificazione, ha prodotto una nube eruttiva che ha raggiunto un’altezza di circa seimila metri sul livello del mare e che il vento sospinge verso Est procurando una ricaduta di cenere sui paesi del versante orientale del vulcano.
Inoltre è stato osservato un trabocco lavico dall’area orientale del Cratere di Sud est che si espande verso la Valle del Bove, con un fronte lavico che ha già raggiunto quota 2.600 metri.
Le più belle immagini del fenomeno
Come sempre abbiamo voluto offrirvi le immagini più belle del fenomeno in corso, firmate dal già citato Valenti, – tra l’altro autore del libro “Il mio Omaggio al Mongibello”, con oltre settecento foto del vulcano -, di Pucci Giuffrida e altri.
Attività intra-craterica
Nei crateri Voragine, Bocca nuova e di Nord est è stata registrata un’attività esplosiva intra-craterica.
Il fenomeno, il dodicesimo dal 16 febbraio scorso con caratteristiche simili, è caratterizzato anche da forti boati avvertiti anche a grande distanza.
Secondo i rilievi dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia-Osservatorio etneo di Catania l’ampiezza media del tremore vulcanico mostra un incremento portandosi su valori alti e le sorgenti del tremore sono localizzate al cratere di Sud-Est ad una profondità di circa 2,5 km sul livello del mare.
Il tasso di occorrenza degli eventi infrasonici è basso. I segnali dalle reti di monitoraggio delle deformazioni GNSS e clinometrica non mostrano variazioni significative.
L’aeroporto di Catania Fontanarossa, al momento, è pienamente operativo.
Coldiretti, paura per la cenere
E la nuova pioggia di cenere ha accresciuto i problemi per gli imprenditori agricoli.
Lo rileva Coldiretti Sicilia, sottolineando la paura che la sabbia nera ricopra ortaggi e piante.
“Da quando è iniziata l’eruzione sono state danneggiate in particolare le coltivazioni di spinaci, cavolfiori, insalate agrumi – spiega la Coldiretti – ma anche piante e fiori nei vivai con lapilli che sono piovuti dal cielo danneggiando le foglie”.
“C’è poi la manutenzione straordinaria e la pulizia estesa in generale a tutti gli strumenti di lavoro e questo – conclude Coldiretti Sicilia- fa lievitare i costi aziendali”.