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Dall’Etna alla pericolosità sismica in Sicilia: gli esperti dell’INGV dicono tutto al QdS

Dall’Etna alla pericolosità sismica in Sicilia: gli esperti dell’INGV dicono tutto al QdS
Sciame sismico Etna – nota dell’Ingv sull’attività del vulcano – Fb, Ingvvulcani

Ai nostri microfoni intervengono due dei massimi esperti dell’INGV: il Dott. Raffaele Azzaro ed il Dott. Boris Behncke

Dalla paura dopo la scossa di magnitudo 4.8 registrata lo scorso 7 febbraio 2025 alle ore 16:19 all’interno dell’arcipelago delle Isole Eolie – avvertita anche a Palermo, Messina e Catania – sino alle recenti eruzioni dell’Etna che, tra spettacolo e sana preoccupazione, hanno determinato la chiusura di diversi settori dell’aeroporto di Fontanarossa per via dell’abbondante cenere caduta nelle ultime ore. Tra i siciliani, ogniqualvolta la natura decide di far sentire la propria voce, ci si chiede sempre quali siano gli eventuali rischi per la Trinacria e quale sia lo “stato dell’arte” relativamente al vulcano e ai terremoti. Il Quotidiano di Sicilia ha così sentito due dei massimi esperti dell’INGV (Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia): il Dott. Raffaele Azzaro, responsabile UF Pericolosità Sismica, e il Dott. Boris Behncke, vulcanologo di fama internazionale.

Dott.Azzaro (INGV): “Ridurre la pericolosità sismica in Sicilia? Urge prendere contromisure”

C’è da preoccuparsi per il forte terremoto avvertito nelle scorse settimane alle Eolie? Il Dott. Raffaele Azzaro, con calma ed in modo dettagliato, ci ha spiegato come la zona in questione sia soggetta da anni a scosse di questa tipologia: fare allarmismo, insomma, serve a poco.

“Il nostro mondo scientifico si occupa essenzialmente delle pericolosità vulcaniche e sismiche – esordisce il Dott. Azzaro – Vale a dire la stima degli effetti che possono produrre eruzioni o terremoti sull’ambiente e sulla nostra società. La pericolosità sismica è differente dal “rischio sismico”: si va a studiarla con un determinato parametro che varia a seconda delle caratteristiche sismiche di un determinato territorio. Il parametro di riferimento, in questo caso, è l’accelerazione orizzontale che è la base della cosiddetta “mappa di pericolosità”. La mappa di pericolosità sismica per la Sicilia, promulgata nel 2004 e a cui io ho contributo, ci mostra come il settore orientale dell’Isola, quindi la zona del Messinese e degli Iblei, è quello a maggiore pericolosità sismica. La zona dell’Etna e di Catania stanno un po’ nel mezzo: anch’essa è una piccola area esposta a scuotimenti significativi, come dimostra quanto accaduto a Fleri nel 2018. Il terremoto alle Eolie? Innanzitutto, si parla di eventi imprevedibili. Però, in Sicilia, se si sa che una certa zona è soggetta ad un dato scuotimento sismico bisognerebbe prendere le contromisure come adeguamenti sismici e tanto altro ancora: tutto ciò, purtroppo, soprattutto per ragioni economiche, non si fa mai. La contromisura per tranquillizzarsi è semplicemente adeguarsi: ad esempio, per le nuove costruzioni, il pericolo si riduce notevolmente. Quella delle Eolie è una zona sismica molto ben conosciuta: c’è un sistema di faglie attivo che attraversa tutto il basso Tirreno, da Ustica al Golfo di Patti. In passato ci sono stati tanti altri terremoti in quel tratto, come per esempio quello del 1981 che fu addirittura di magnitudo 6.1 o il terremoto di Palermo nel 2002 con una sequenza di migliaia di piccole scosse localizzato ad una quarantina di km più a Ovest di quello avvenuto ad inizio febbraio. Il sisma alle Eolie, per tale ragione, non ci sorprende, non ci preoccupa e non ci sconvolge“.

Dott. Boris Behncke: “In corso eruzione subterminale: non esiste collegamento tra Etna e Stromboli”

L’Etna da diversi giorni, come accennato in apertura, sta regalando spettacolo, creando però numerosi disagi con l’emissione di cenere che sta ostacolando il normale flusso di voli all’aeroporto di Fontanarossa. Ma come sta il nostro Vulcano? Ce lo dice, appunto, il Dott. Boris Behncke dell’INGV.

“L’eruzione dell’Etna è in corso ormai da diversi giorni – le parole del Dott. Behncke – Si tratta di eruzione subterminale, cioè quasi sommitale ma appena sotto. E’ un fenomeno legato ai crateri di Sud-Est da cui fuoriesce la lava. Non è per nulla un’attività pericolosa, al contrario invece di quanto accaduto con la gente che si è avventurata per osservare da vicino la colata scorrere tra la neve: ecco questo è da evitare in situazioni del genere. Come sta l’Etna? L’Etna gode attualmente di un’ottima salute. Negli ultimi anni abbiamo assistito ad episodi parossistici con fontane di lava e materiale piroclastico come cenere e lapilli. Si tratta di attività tranquille, che possono durare pochissimo o anche qualche mesetto. Esiste un collegamento tra l’attività dell’Etna e quella di Stromboli? Smentisco assolutamente tutto ciò. Etna e Stromboli sono due mondi distinti e separati: ciascun vulcano conserva gelosamente il suo sistema di alimentazione e non lo condivide con nessuno. Essendo due vulcani in attività, quando si guarda l’uno si pensa subito anche all’altro. Non c’è alcun collegamento, con profondità e composizione chimica delle rocce nettamente diverse”.

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