L’Etna torna a far paura. Nella giornata di oggi, 28 agosto 2025, il Dipartimento regionale di Protezione Civile ha innalzato il livello di allerta, passando alla fase operativa di “allarme”. La decisione è arrivata dopo il segnale del sistema di monitoraggio ETNAS, che ha registrato un livello F1: secondo gli esperti questo corrisponde a un’alta probabilità di fontane di lava imminenti.
Si tratta di un livello di rischio che impone misure immediate. La prima riguarda la sospensione di tutte le attività in quota e la conseguente chiusura della zona sommitale del vulcano, comprese le aree classificate come a pericolosità permanente. In pratica, da questo momento in poi nessuno potrà salire in cima all’Etna: escursionisti, guide e operatori turistici dovranno rispettare il divieto fino a nuovo ordine.
I compiti dei Comuni etnei
Con l’avviso ufficiale diffuso oggi, la Protezione Civile ha chiamato in causa direttamente i sindaci dei Comuni che si trovano lungo le pendici del vulcano. A loro spetta il compito di applicare le misure previste dai piani comunali di emergenza, a cominciare dall’interdizione delle aree a rischio, dall’informazione costante alla popolazione e dalla preallerta dei sistemi locali di protezione civile. Se necessario, potrà essere attivato anche il Centro Operativo Comunale, cuore organizzativo delle procedure di sicurezza.
L’appello agli escursionisti
Particolare attenzione è rivolta ai tanti turisti ed escursionisti che, soprattutto in questo periodo, affollano l’Etna. La raccomandazione è chiara: non avventurarsi in quota e attenersi scrupolosamente alle indicazioni fornite dalle autorità. “È fondamentale – spiegano dalla Protezione Civile – che la comunicazione sia immediata e capillare, in modo che chiunque si trovi nelle zone a rischio sappia come comportarsi e cosa evitare”.
Il monitoraggio costante
Il capo della Protezione Civile regionale, Salvo Cocina, insieme al Servizio Rischio Sismico e Vulcanico del DRPC Sicilia, segue da vicino l’evoluzione della situazione. I contatti con la Prefettura e con gli esperti dell’INGV sono continui, per garantire aggiornamenti tempestivi e valutare ogni possibile sviluppo dell’attività vulcanica.
Al momento, dunque, non ci sono fontane di lava in corso, ma il rischio che possano verificarsi da un momento all’altro è considerato altissimo.
La prudenza prima di tutto
Quello di oggi è un provvedimento che guarda soprattutto alla sicurezza. “Prevenire è fondamentale – ribadiscono gli esperti – e il vulcano, con la sua imprevedibilità, non consente distrazioni”.
L’Etna, patrimonio naturale e simbolo della Sicilia, torna così sotto i riflettori non solo per la sua bellezza ma anche per la forza della natura che custodisce nelle sue viscere. E ancora una volta, l’invito è uno soltanto: prudenza e rispetto dei divieti.

