Forum con Eugenio Grimaldi, executive manager Gruppo Grimaldi
Un confronto su questioni strutturali e non contingenti: ospite di questo Forum con il QdS, alla presenza del direttore Carlo Alberto Tregua e del vice presidente Filippo Anastasi, l’executive manager del Gruppo Grimaldi, Eugenio Grimaldi.
Tra i numerosi temi affrontati nel corso del confronto, le soft skills di una leadeship illuminata e le numerose difficoltà affrontate quotidianamente da chi vuole fare impresa in Italia, con l’obiettivo di offrire nuove opportunità ai territori.
La forza di una multinazionale il cuore di un’azienda familiare
“Uno dei nostri punti di forza è stato certamente la scelta di coniugare le ambizioni di una multinazionale con i caratteri tipici delle aziende familiari. Oggi possiamo contare su ventimila dipendenti, una flotta di 140 navi che approdano in più di 160 porti nel mondo, ma a guidare l’azienda siamo meno di dieci e appartenenti a una sola famiglia. Lo facciamo con una buona divisione dei compiti e con grande velocità, in tutte le nostre attività quotidiane, mantenendo ottima la nostra comunicazione”.
“Un leader non comanda, conduce, non resta sullo sfondo. Per avere successo occorre avere intuizione e fare presto, prepararsi in anticipo per avere tutto pronto nel momento in cui esplode il mercato”.
L’Italia e quella mancanza di sostegno a chi vuol creare ricchezza sul territorio
“Credo che il lavoro che stiamo portando avanti con il nostro gruppo sia ancora più importante se si considerano le difficoltà che incontra chi, nel nostro Paese, vuole portare avanti concrete strategie a supporto di sviluppo e innovazione del tessuto produttivo. Basti pensare a quello che abbiamo fatto con le autostrade del mare. In questo contesto, non possiamo poi dimenticare la crescita dell’inflazione e le difficoltà nel poter usufruire dei porti, nonostante i cospicui investimenti che sono stati fatti”.
“Mancano, inoltre, sostegni concreti per i cosiddetti ‘campioni’. Le più grandi aziende italiane sono state nel tempo vendute a imprenditori provenienti da altri Stati. In Francia le attività considerate asset importanti per il Paese vengono salvaguardate. Lo stesso ha fatto la Germania, che è stata capace di tutelare le realtà di valore. In Italia dobbiamo iniziare a vedere l’imprenditore come qualcuno che è in grado di dare al Paese e ai cittadini delle concrete opportunità di sviluppo. Non dico che debba essere agevolato, come invece avviene altrove, ma almeno non ostacolato nelle sue iniziative per creare occasioni di occupazione e ricchezza per i territori”.
“La sostenibilità ambientale è una delle nostre priorità”
“Negli ultimi anni il Gruppo Grimaldi ha messo in primo piano il tema della sostenibilità ambientale, tanto da avere un intero dipartimento dedicato a questo aspetto del nostro lavoro. Le ultime 14 navi di classe ‘Eco’ per il trasporto di merci rotabili, sulle quali abbiamo investito oltre un miliardo di dollari, sono le più grandi e le più ecosostenibili della loro categoria. Costruite in Cina, sostano in porto con zero emissioni, utilizzando delle batterie che si ricaricano in navigazione grazie ai pannelli solari e altre tecnologie innovative. La nostra attenzione per l’ambiente è dimostrata da un dato: con le nostre nuove navi, abbiamo raggiunto con trent’anni di anticipo gli obiettivi ambientali internazionali previsti per il 2050”.
“Purtroppo le decisioni che vengono prese a livello comunitario, spesso non sono davvero meritocratiche ed eque nel tentativo di sostenere la tutela dell’ambiente. Il 90% del trasportato mondiale si muove via mare, ma soltanto il 2% dell’inquinamento arriva da lì. Tuttavia oggi ci sono tassazioni europee a cui non sono soggetti coloro che trasportano su strada o su ferrovia, che paghiamo soltanto noi armatori e, indirettamente, i consumatori finali”.

Radici saldamente legate al nostro Paese ma una dimensione sempre più globale
“Oggi il nostro gruppo, pur mantenendo i rapporti con Fincantieri, fa costruire le navi principalmente in cantieri cinesi e coreani, largamente più competitivi. Le nostre radici restano saldamente legate all’Italia, ma il nostro sguardo è sempre più rivolto verso un’ottica globale”.
“Abbiamo mosso i primi passi alla fine degli anni Quaranta dello scorso secolo lungo la rotta Mediterraneo-Sud America, poi il trasporto di auto Fiat dall’Italia all’Inghilterra e via via le rotte nel resto d’Europa, nell’Africa Occidentale, nel Nord e Centro America, nel Vicino e nell’Estremo Oriente. I business del Gruppo Grimaldi ormai coinvolgono cinque continenti e cinquanta Paesi diversi, con servizi operati da ben sette compagnie di navigazione. Il core business è quello del trasporto di merci rotabili: a oggi il nostro è il più grande gruppo armatoriale italiano e il primo operatore al mondo per il trasporto marittimo di auto e carico rotabile, nonché leader europeo nelle Autostrade del Mare. Siamo attivi anche nel trasporto via mare di container e altre tipologie di merci, e tra i maggiori operatori nel trasporto marittimo di passeggeri nel Mediterraneo e nel Mar Baltico. A completare questo quadro ci sono poi gli investimenti a terra, in porti, terminal portuali e società di logistica, che ci permettono di creare e consolidare una vera e propria catena logistica integrata. Il tutto per un fatturato complessivo che supera i cinque miliardi di euro annui”.