In Manovra fondi per crisi idrica, sagre e... lavastoviglie. Il commento di Giovanni Pizzo.
Si vede che la Sicilia è la terra di Archimede. Il Parlamento siciliano ha approvato nella manovra suppletiva di bilancio una genialata per battere la straordinaria, tutto è straordinario ogni anno nell’isola, crisi idrica siciliana: ha destinato 200.000 euro per l’acquisto di lavastoviglie, praticamente mille, su quasi, stimato diminuendo per demografia in calo ed emigrazione, cinque milioni di abitanti.
Batteremo la siccità con mille lavastoviglie, come i trecento alle Termopili, eran giovani e forti, e sono morti.
Certo i deputati, in Sicilia essendo parlamentari si chiamano deputati, poi hanno speso altri 200 mln in mance elettorali, sagre, marchette e contributi di invereconda utilità, per accontentare gli eletti. Pure una ben consigliata squadra di calcio, una Srl mica una onlus, hanno finanziato. La spartizione si dice sia stata equa, 950.000 ai deputati di maggioranza, che hanno scelto la parte giusta dove candidarsi, e 650.000 a quelli di opposizione, come robusto premio di consolazione. Ora ci può mai essere opposizione se questa si fa comprare in questo modo accattone? Pensate che Pio La Torre, di cui si finanzia il centro studi, l’uomo che tentò di fermare i missili intercontinentali a Comiso, che si fece uccidere per la sua lotta al potere mafioso, si faceva comprare con due sagre paesane e un contributo per la camera del lavoro del suo paese?
Ma poi il bilancio della Regione, che viene tratto dalle tasse dei contribuenti siciliani, deve servire al finanziamento dei deputati eletti per attività clientelari? È questa la modalità della politica? L’abolizione del finanziamento pubblico ai partiti è stata una grande ipocrisia. Fatta la legge trovato l’inganno, al ribasso ovviamente. La politica territoriale costa, per questo c’era il finanziamento pubblico che andava ai partiti, soltanto che in quel caso era, non solo per legge, ma necessario alla politica sul territorio dei partiti, i quali erano chiamati a fare sintesi per azioni plurali, e non a finanziare le spese di un deputato eletto per i suoi esclusivi elettori, solo degli eletti, come se non ci fossero altri a fare attività politica, che guardano solo al loro ristretto collegio. Mi hai votato? Ti premio con una bella sagra, tu paesello non mi hai votato? A te niente, nemmeno un tostapane, altro che lavastoviglie. Il criterio di finanziare gli eletti è legato alla loro esclusiva sopravvivenza, e non al concorso a una leale competizione politica.
La Sicilia si sta desertificando, tra cambiamenti climatici e crisi idrica, oltre il 50% delle acque captate si disperde nelle ormai vetuste condotte, le dighe sono bloccate per carenza di collaudi o per assenza di impianti, l’agricoltura siciliana, settore ancora primario in un’isola dall’incredibile biodiversità, sta arrendendosi stremata, i cittadini di Agrigento e Caltanissetta, senza acqua da settimane, scrivono preci a Mattarella, Palermo tra comunicati e smentite sarà costretta al razionamento, dopo il depotenziamento della pressione dell’acqua, e gli “onorevoli’ siciliani che fanno? Organizzano una riffa da 200 e passa milioni per sopravvivere loro e i loro “clientes”. E gli altri? Muoiano di sete, mica ci hanno votato.
La sera dopo la riffa avranno festeggiato, avranno telefonato in paese o alla borgata di riferimento, per dire di ordinare la salsiccia per la festa ed allertare la banda, musicale, speriamo. Di salsiccia in Sicilia ce ne sarà tanta quest’anno, perché i maiali senza acqua non campano. Salsiccia per tutti! Come se non ci fosse un domani, in una Sicilia che tra sei anni, dicono gli esperti stranieri, avrà un terzo del territorio desertificato, in particolare la Sicilia interna, già in fase di spopolamento. Al posto dei maiali consigliamo di allevare dromedari.
Questa è la politica degli struzzi, con la testa sotto la sabbia, e questo modello non cambierà pare, perché la desertificazione porta sabbia, e lo struzzo in questi climi prolifera. Il problema sarà per quella popolazione che non potrà vivere, o non vorrà stare, a queste condizioni. Molti scompariranno, per decesso, con una sanità regionale che al posto delle stecche per l’ingessatura usa il cartone. Altri, i più giovani e dotati, emigreranno più di adesso. Chi vuole vivere in un deserto dove non puoi farti nemmeno la doccia a 40 gradi? Rimarranno gli struzzi all’Assemblea Regionale, e i loro “clientes” divisi tra cammelli e cammellieri, gente abituata a climi di scarse risorse. Il deserto avanza, ma ha già conquistato i neuroni della politica.