“Ora ci vogliono assessori di qualità“. Lo ha detto recentemente e più volte il leader del Mpa, Raffaele Lombardo che non ha mai fatto mistero di aver più volte sollecitato il governatore Renato Schifani a mettere mano a un rimpasto di Giunta che dia nuova spinta all’azione amministrativa.
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Adesso che le Europee sono alle spalle e gli assetti dei partiti sono stati definiti, il mantra di un rimpasto di Giunta diventa attuale e lo stesso presidente Schifani avrebbe già manifestato l’intenzione di mettere mano a una rivisitazione con alcuni uscenti già in lizza. Prima fra tutte, sembra, l’assessora Giovanna Volo che è anche stata raggiunta da un avviso di garanzia per un inchiesta sulla sanità di Messina.
Il primo passaggio che Schifani intende, però, definire si materializzerà oggi, quando il governatore terrà una riunione di Giunta per la nomina ufficiale dei direttori generali della Sanità. Questo chiuderà, finalmente, la lunga partita che ha visto finora alla guida delle aziende sanitarie commissari che hanno solamente svolto la normale amministrazione rinviando scelte e azioni importanti per l’utenza.
Schifani provvederà anche a confermare la posizione degli attuali direttori sanitari e amministrativi nelle varie aziende. Quasi tutte le pedine dovrebbero essere confermate nei loro ruoli. C’è solo un dubbio che il governatore dovrà sbrogliare ed è quello di Giuseppe Laganga Senzio. L’attuale commissario all’Asp di Catania è sotto inchiesta per i presunti rapporti tra il Policlinico di Messina e il centro di riabilitazione “Nemo Sud”. Il tutto nel periodo in cui Laganga era responsabile del Policlinico peloritano. Altro nodo che sarà bene attenzionare riguarderà alcune aziende sanitarie Catanesi che hanno le direzioni strategiche azzoppate. Al Cannizzaro manca da mesi il direttore amministrativo. Al Garibaldi quello sanitario.
Chiusa questa partita, per Schifani si aprirà quella più ampia e delicata del rimpasto della Giunta che dovrebbe materializzarsi prima della pausa estiva di agosto. Verosimilmente nella prima decade di luglio. Ed è qui che si apre una sfida che potrebbe vedere proprio Lombardo ago della bilancia o nuovo vincitore con una mossa del cavallo.
Facendo la nemesi del voto europeo appare chiaro che la partita si gioca tutta soprattutto nei popolari di centro, quel variegato mondo di eredi del ministro Calogero Mannino che rispondono ai nomi di Raffaele Lombardo, Totò Cuffaro, Totò Cardinale e Saverio Romano. Con arbitro il Fdl della Meloni. In questo contesto Lombardo avrebbe avviato trattative per capire cosa farà Edy Tamajo, il nuovo mister preferenze della recente partita sostenuto dal forte ex ministro Cardinale.
Tamajo ha ottenuto oltre 120 mila voti, ma in molti, anche nel suo entourage, sostengono che l’attuale assessore alle Attività produttive sarebbe orientato a restare alla Regione per diversi aspetti. Non ultimo quello di costruire magari nei prossimi anni una sua candidatura forte e solida per la nuova presidenza della Regione. Se quindi Tamajo dovesse decidere di rinunciare allo scranno al Parlamento europeo ecco che automaticamente scatterebbe il ripescaggio di Caterina Chinnici che tornerebbe così in Europa nei popolari europei. Ma attenzione. C’è, però, un’altra partita che si sta aprendo e anche questa è di fondamentale importanza perché riguarda uno degli assessorati più importanti della vita regionale.
Se la Volo, come sembra, è data per partente ecco che Lombardo starebbe premendo perché la Chinnici vada a fare l’assessore regionale alla Salute. La Chinnici è figura altamente qualificata e trasparente e per Lombardo sarebbe una nuova vittoria. Quando era governatore, infatti, piazzò un altro magistrato alla guida della Salute, Massimo Russo che molti ricordano per la sua spiccata professionalità.
Sul fronte dei risultati europei il gruppo dei centristi siciliani, forte di un oltre 23,7% di percentuale ottenuta in tutta la Sicilia è pronto a suonare la carica per la nascita di un fronte di popolari italiani che comincerebbe a catalizzare adesioni anche in ambito nazionale. Va aggiunto che sono stati proprio i voti ottenuti dai candidati di Forza Italia, oltre Tamajo quelli di Marco Falcone (che ha ottenuto oltre 100mila suffragi) e di Caterina Chinnici (oltre 90mila) a guidare una partita che ha permesso a Forza Italia di superare in percentuale, in ambito nazionale, anche la Lega di Salvini.
Questo embrione di “casa dei moderati” ha intenzione di accelerare per diventare forza nazionale, forte di un esperimento politico perfettamente riuscito e che rievoca i fasti e i risultati elettorali della vecchia Dc delle tante correnti. La discussione già aperta, però, riguarda come far convivere anime diverse a conferma che due galli nello stesso pollaio non possono convivere. Figuriamoci se quattro! C’è però da aggiungere che la forza trainante di questa casa dei moderati poggia su basi solide di Forza Italia che con Tamajo e Falcone ha fatto capire quanto vale il partito berlusconiano nella Trinacria. Certo non va però dimenticato il dato del Mpa che ha appoggiato apertamente la Chinnici e quello di Cuffaro che con la sua Dc e Romano con Noi moderati hanno aperto la strada alla possibile nascita di una “casa comune”.
Il sogno è a portata di mano e lo pregusta Saverio Romano che ha già disegnato scenari futuri di nuova rinascita di un centro moderato, attraverso la fondazione di un “Partito popolare italiano”. Romano sa però che per ottenere una ufficializzazione occorrerà mettere da parte piccoli interessi in un’ottica di grande partito. Il suo appello è rivolto soprattutto a chi è ancora riottoso, come appunto Lombardo, che da tempo non nasconde il suo “fastidio verso partite di questo genere” che potrebbero spingerlo verso altri lidi. Il leader del Mpa assiste curioso a questa partita aperta, ma a chi gli ha chiesto cosa ne pensa ha risposto con alcune dichiarazioni sulla stampa: “Un esperimento simile si declina prima di tutto con la correttezza… Bisogna essere certi che a chi entra in questa casa non si consenta di fare la pipì nel letto”. Insomma, la partita è aperta e vede alleati-rivali ed ex governatori sempre pronti a camminare su linee parallele e, se serve, a pugnalarsi alle spalle…