Europee, reazioni post-voto mandano Fi “in analisi” - QdS

Europee, reazioni post-voto mandano Fi “in analisi”

Europee, reazioni post-voto mandano Fi “in analisi”

giovedì 30 Maggio 2019

Anche il M5s vive la sua crisi interna, Cancelleri: “A fianco di Di Maio”. Micciché: “Al Sud non abbiamo adeguata rappresentanza nel partito”

PALERMO – Finita la campagna elettorale per le europee, finito lo spoglio, i partiti politici, in Sicilia e non solo, si trovano a fare i conti con i risultati che hanno dato vita a qualche frizione e a dissapori interni.

A cominciare da quelli che in queste ore stanno scuotendo il Movimento Cinquestelle, dopo i risultati deludenti che fanno traballare la leadership politica di Luigi Di Maio.
Di Maio affiderà il suo futuro da capo politico dei grillini al voto on line attraverso la piattaforma Rousseau.

Il deputato regionale e leader del M5S in Sicilia, Giancarlo Cancelleri, ha lanciato un messaggio forte e chiaro di sostegno incondizionato a Di Maio. “La natura stessa del MoVimento 5 Stelle è fatta di battaglie, montagne da scalare e muri da abbattere – ha dichiarato Cancelleri – I momenti difficili sono dure prove, ma da superare! Scegliere un capo politico vuol dire fidarsi e affidarsi, riporre la fiducia delle scelte in una persona. Tutti possiamo fare degli errori, ma nei valori del mio movimento, la lealtà viene prima dell’accusa”.

Sui social Cancelleri afferma che non si può non riconoscere le cose buone fatte da Di Maio, altrimenti significa rinnegare tutto il lavoro fatto dal Movimento nell’ultimo anno. “Oggi io sono qui, a fianco del mio leader – ha aggiunto – pronto ad un confronto e disponibile ad affiancarlo nelle analisi necessarie per la ricostruzione del M5s. Il Movimento merita di andare avanti e per farlo è necessario andare tutti nella stessa direzione, uno di fianco all’altro”.

Un altro partito in fibrillazione è Forza Italia, che con il suo commissario in Sicilia Miccichè, rivendica una maggiore rappresentatività ai vertici del partito di Berlusconi, a cominciare dagli organismi che contano, come il Comitato di presidenza, che oggi farà il punto sulla debacle forzista alle europee, dove i voti sono arrivati oltre che al leader Berlusconi, proprio dalle regioni del sud. ‘’ben 4 Regioni del Sud valgono il 50% degli attuali voti azzurri – ha detto Miccichè – ora al Meridione spetta un’’adeguata rappresentatività’. Se il partito esiste ancora – è grazie all’ennesimo miracolo di Berlusconi. Ma se Fi si vuole rafforzare e rilanciarsi sul serio una volta per tutte, dovrebbe iniziare a equilibrare il suo peso geografico”.

Il presidente dell’Ars incalza: “Noi del Sud non siamo abituati a chiedere nulla, ma non c’è dubbio che se oggi il partito vuole rilanciarsi veramente, dovrebbe iniziare a equilibrare il suo peso geografico, visto che 4 Regioni del Sud esprimono il 50 per cento dei voti del partito, mentre al Comitato di presidenza non arriviamo all’8 per cento… Questo -spiega- è il problema di un partito, che purtroppo soffre una serie di meccanismi elettorali per cui i voti sono al Sud e i deputati al Nord… Finché non si troverà una soluzione -avverte il commissario regionale di Fi in Sicilia- questo creerà un problema anche alla gestione politica del partito”.

Ma Forza Italia in Sicilia era già scossa da prima delle elezioni da venti turbolenti. Uno scontro interno che ha portato Giuseppe Pogliese ad allontanarsi per la mancata candidatura di Giovanni La Via, e allo scontento di Saverio Romano, candidato centrista all’interno di Forza Italia per volere di Berlusconi. Inoltre ai vertici di partito bisognerà spiegare come mai Forza Italia in Sicilia ha preso 261mila voti, mentre Berlusconi ne ha presi meno di un terzo, circa 75 mila. Stravolgimenti politici questi che Musumeci aveva anticipato, auspicando la creazione di un polo di centro destra in Sicilia, che, secondo il Governatore potrebbe costituire una maggioranza forte e durevole.

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