Evasione tributi Tari in bolletta - QdS

Evasione tributi Tari in bolletta

Evasione tributi Tari in bolletta

venerdì 09 Agosto 2024

Rifiuti, Imu, multe, pubblicità

Una delle carenze più rilevanti che ci sono nei bilanci dei Comuni riguarda le mancate entrate di cifre previste nel bilancio. Cosicché gli Enti locali si trovano nella triste situazione di dover far fronte al cento per cento delle uscite senza poter contare sul cento per cento delle entrate. Il che è grave perché non c’è modo di affrontare le uscite senza che vi siano state le relative entrate.
Si tratta di una situazione banale, in cui si trova la maggior parte dei sindaci d’Italia e in particolare della nostra Isola.
Come è noto, i tributi locali sono molteplici: Tari, Imu, multe, pubblicità e via enumerando.
Non c’è un mezzo per poter diminuire il mancato incasso? La risposta è che senza modificare i sistemi organizzativi o gli strumenti, non si vedono soluzioni. Per cui si rende necessario fare le variazioni che consentono di migliorare lo scenario sopra descritto.

Per quanto riguarda la Tari, da più parti è stato indicato il suo inserimento nella bolletta della luce, così com’è stato fatto per il canone Rai. Si tratta di una soluzione drastica, ma non si vede cos’altro si possa fare perché le agenzie o società esterne ai Comuni, che hanno l’incarico di incassare, portano a casa all’incirca la metà della cifra prevista.
D’altro canto, la riscossione affidata ad una società esterna all’Ente comporta il costo di una commissione non indifferente. Mentre se la Tari fosse inserita nella bolletta dell’energia e del gas, si dovrebbe pagare una commissione alla società energetica, ma sarebbe di gran lunga inferiore a quella che si paga alla società incaricata della riscossione.
Per quanto riguarda l’Imu, dobbiamo indicare un fatto incredibile e cioé che vi sono centinaia o migliaia di immobili non catastati. Chi li usa non paga né Tari né Imu.
Cosa fare? Semplice: creare una task force digitale che metta a confronto le piante catastali con le mappe di Google, in modo da individuare gli immobili “non esistenti”. Dopo di che, sguinzagliare i vigili urbani per contravvenzionare gli abitanti e intimare loro di procedere alla registrazione degli immobili entro un termine breve, per esempio trenta giorni. In caso di omissione, procedere al sequestro.
E veniamo alle contravvenzioni per le infrazioni al Codice della strada, che ammontano a cifre rilevanti, anche milionarie, che poi però l’Ente non incassa. In primo luogo perché il delegato alla funzione non è attrezzato in modo efficace, per cui lascia un avviso quando non trova il multato e poi la cosa finisce lì.
Ma vi è una seconda e non indifferente questione e cioé che secondo la legge vigente l’Ente ha l’obbligo di notificare le contravvenzioni mediante Pec. Dove può rilevare l’indirizzo? Facile: presso l’Ini (Indice nazionale degli indirizzi). In tale indice sono iscritti tutti i possessori di Pec, obbligati a farlo per quanto riguarda imprese e professionisti e anche non obbligati per quanto riguarda i/le cittadini/e comuni, i/le quali possono chiedere l’attivazione della Pec in qualunque centro servizi o anche per via digitale.
Dunque, qualunque cittadino/a in possesso di Pec potrà tranquillamente non farsi notificare le contravvenzioni cartacee e quindi non pagarle.

Passiamo ora alla pubblicità dei cosiddetti poster sei per tre, quattro per quattro o di altra dimensione.
In questo campo vi sono due evasioni: una di tipo abusivo, perché vi sono centinaia di tali manufatti posti in luoghi pubblici senza alcuna autorizzazione (per esempio agli incroci), i quali dovrebbero essere divelti e distrutti dalle Amministrazioni con l’intervento di vigili urbani e delle ruspe. Poi vi sono quelli regolarmente autorizzati, ma per i quali spesso alla scadenza del periodo di pagamento non si provvede a saldare la somma necessaria per i nuovi periodi.
Il rimedio c’è, basterebbe che il comune installasse due luci, una verde e una rossa, su ciascuno di questi impianti: la verde sempre accesa fino alla scadenza del pagato; un minuto dopo si spegne e si accende la rossa. Una centrale digitale in Comune vedrebbe sull’apposito schermo le lampadine e potrebbe fare intervenire gli esattori nei confronti degli evasori.
Tutto facile? No, ma si può realizzare.

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