"Il progetto sarà in grado di valorizzare l'area"
Nei giorni scorsi è parlato di un ricorso al Tar del Lazio dallo studio legale Ferraris di Milano, che cura gli interessi della Sciara Holding Limited e la Smart city Group Scarl, società interessate a rilevare il ramo d’azienda di Termini Imerese della ex Blutec. La procedura è legata all’assegnazione dello stabilimento al gruppo Pelligra, ma le voci sul ricorso al Tar erano infondate e sono state smentite da Fabio Bertolotti, ceo di Sciara Holding, che ha presentato solamente una notifica al Ministero delle Imprese e del Made in Italy.
“Non abbiamo presentato alcun ricorso al Tar del Lazio sul bando ex Blutec di Termini Imerese – dice il ceo Sciara Holding Fabio Bertolotti all’agenzia Ansa – sarebbe stato sufficiente informarsi col tribunale amministrativo per appurarlo. Sappiamo che è circolato il documento del ricorso, evidentemente qualcuno l’ha reso noto”.
“In realtà – aggiunge Bertolotti – il nostro ufficio legale l’ha notificato al Mimit, al gruppo Pelligra e ai commissari dell’ex Blutec. Ma non al Tar. L’abbiamo inviato perché le nostre richieste di accesso agli atti sono state eluse, mai ricevuto risposta. Ne abbiamo fatte ben tre”.
Sciara Holding Limited e Smart city Group scrl hanno partecipato al bando ex Blutec per la vendita dello stabilimento di Termini Imerese. Dopo avere valutato le offerte i commissari straordinari hanno considerato idonea quella del gruppo Pelligra. “L’accesso agli atti ci permetterebbe di avere contezza rispetto alla scelta fatta dai commissari – dice Bertolotti – Sappiamo cosa abbiamo proposto noi, ma non conosciamo, e non siamo i soli, il progetto di Pelligra”.
Ex Blutec, la replica di Pelligra Holding
Dopo la fuga di notizie la Pelligra Holding aveva ribadito di aver agito con la massima regolarità e trasparenza, ribadendo che il progetto sarà in grado di valorizzare l’area di Termini Imerese: “In relazione alle recenti notizie circolate sui media, Pelligra Italia precisa di aver agito in piena correttezza e trasparenza in merito alla propria partecipazione alla gara per l’aggiudicazione dello stabilimento di Termini Imerese”, si legge nella nota.
“L’obiettivo di Pelligra Italia è proseguire quanto prima con la realizzazione di un progetto solido – continua la nota – che garantirà lo sviluppo di un polo industriale e manifatturiero green e innovativo per la Sicilia, attraverso lo sviluppo di un interporto per la Sicilia occidentale, punto di riferimento per il Mediterraneo. Il piano presentato da Pelligra Italia, società con ampia esperienza nella riqualificazione delle aree industriali, è in grado di valorizzare l’area di Termini Imerese con un importante investimento che offrirà opportunità di lavoro per le future generazioni. Pelligra Italia ribadisce di aver già avviato un confronto proficuo con tutte le Istituzioni per la messa a terra di un hub che sia in grado di valorizzare le competenze e l’expertise locale e al contempo attrarre nuovi investimenti all’estero”, conclude la nota.
Ex Blutec, il ricorso non prevede un rallentamento della procedura
E’ importante sottolineare, però, che dal punto di vista legale, anche nel caso in cui il ricorso al Tar fosse stato reale, non avrebbe inciso nel rallentamento delle procedure. La procedura viene adottata di consueto nei casi di dossier di interesse strategico.
Ex Blutec, la nota del Mimit
Anche il Ministero delle Imprese e del Made in Italy ha commentato l’accaduto con una nota: “Il gruppo Pelligra è risultato aggiudicatario della business unit di Termini Imerese in esito ad una procedura di gara che ha portato i Commissari straordinari della Blutec a valutare tale offerta come la migliore, tra quelle pervenute, per il rilancio del polo industriale, sulla base dei criteri stabiliti dal bando e dal disciplinare di gara – si legge nella nota -. La procedura di vendita si è svolta sotto la vigilanza del Ministero delle Imprese e del Made in Italy che ha costantemente agito nel pieno rispetto della legge, valutando l’affidabilità del progetto e la solidità patrimoniale del proponente, al fine di salvaguardare oltre 540 lavoratori, tutti ad oggi in CIGS, e garantire al contempo la massima tutela del ceto creditorio, scongiurando il pericolo di una conversione in fallimento dell’amministrazione straordinaria. Si ricorda che le amministrazioni straordinarie sono regolate da una disciplina speciale che è dettata dal Dlgs 270/1999 (Prodi bis) e 347/2003 (Legge Marzano), diversa rispetto a quella del codice dei contratti pubblici”, conclude la nota.
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