Quale Mission per Termini Imerese? I commissari del Ministero dello Sviluppo Economico hanno deciso di assegnare l’ex Blutec, l’ex Fiat, e speriamo non ex qualcos’altro, al patron del Catania Calcio, Ross Pelligra.
Lasciando stare il solito vittimismo della prevalenza, ormai permanente, di ciò che proviene da Catania su Palermo, qualche domanda in Sicilia dovremmo farcela. Che cosa si farà in quello stabilimento? Una cosa è certa, i lavoratori verranno incorporati in una società regionale, modello Resais, per riqualificarli. E qui già siamo sul solito refrain già visto con Fuat, lo stabilimento all’impresa, gli oneri sociali, i lavoratori, al pubblico. Molti di questi sono al limite della pensione, altri ancora no. Ma che lavoro dovranno svolgere?
Si parla non di produzione, ma di logistica con il gruppo Aponte, ma carte ancora non si vedono. Certo l’isola ha bisogno di logistica, ma di una logistica aggiuntiva e non sostitutiva, trasferendo da Palermo a Termini le operazioni. Termini è in un punto morale dell’isola alla confluenza di reti stradali e ferroviarie, ma ci vorrebbe un piano di sviluppo serio, ricordiamo il fallimento dell’autoporto, già finanziato dalla Regione, e mai realizzato dal carrozzone Interporti.
Certo se uno dei più grandi gruppi al mondo, come MSC dell’armatore Aponte, credesse nello sviluppo di quell’area, ne beneficerebbe tutta l’isola, non solo Termini Imerese. La Sicilia, e i cinesi lo sanno bene, il loro leader Maximo venne a Palermo in visita anche per questo, è allo sbocco del canale di Suez, dove, Houthi permettendo, c’è il 30% del flusso mondiale delle merci. Di fatto la Sicilia è una base logistica naturale, per smistare merci su rotte più continentali, rispetto a quelle indo-pacifiche. Certo se il progetto fosse quello dovrebbe però essere dichiarato, non più produzione ma logistica. In Sicilia ci vorrebbe un porto serio, grande, molto grande, per la logistica. Forse abbiamo più bisogno di Porti che di Ponti, se alzassimo lo sguardo dal nostro ombelico isolano. Ma è questo il progetto? Non si sa. La Regione, Schifani, l’assessore Tamajo, hanno il diritto/dovere di saperlo. A parte l’onere dei lavoratori che lo Stato ci ha, come al solito, graziosamente scaricato.
Così è se vi pare.