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Ex Province: una barzelletta tutta siciliana con 10 anni di nulla e uno spreco miliardario

Ex Province: una barzelletta tutta siciliana con 10 anni di nulla e uno spreco miliardario
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“Abolite” da Crocetta, le ex Province continuano a costare care ai cittadini: oltre un miliardo soltanto nel 2023/2024

PALERMO – Non c’è davvero pace per le ex Province regionali della Sicilia, ancora in cerca di stabilità dopo la monca riforma varata dall’ex Governo regionale di Rosario Crocetta, che di fatto svuotò gli Enti di funzioni e risorse, pur mantenendo in piedi gli apparati, con tutti i relativi costi. Da allora quelle che sono diventate Città Metropolitane e Liberi Consorzi di Comuni hanno vissuto situazioni a dir poco paradossali, incapaci di svolgere quelle che sono le principali competenze (ovvero la manutenzione di scuole e strade) a causa di una riorganizzazione mai realmente portata a compimento, con elezioni di secondo livello rinviate di volta in volta e commissariamenti infiniti. Il tutto anche a causa di quanto avvenuto a livello nazionale.

L’ultima puntata di questa telenovela risale proprio a pochi giorni fa, quando il Consiglio dei ministri, su proposta del ministro per gli Affari regionali e le Autonomie, Roberto Calderoli, ha esaminato venticinque leggi regionali deliberando di impugnarne due siciliane tra cui “la legge della Regione Siciliana n. 27 del 18/11/2024, recante ‘Disposizioni in materia di urbanistica ed edilizia. Modifiche di norme’, in quanto talune disposizioni, eccedendo dalle competenze statutarie e ponendosi in contrasto con la normativa statale in materia di elezione dei presidenti dei Liberi Consorzi comunali e dei Consigli metropolitani, violano gli articoli 1, 3, 5 e 114 della Costituzione”.

La legge della Regione Siciliana 18 novembre 2024, n. 27, è “censurabile relativamente ad alcune disposizioni” perché queste “eccedono dalle competenze statutarie riconosciute alla Regione Siciliana dallo Statuto Speciale”…

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