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Fact check sugli aiuti introdotti dai decreti liquidità e rilancio e le novità del decreto di agosto

Fact check sugli aiuti introdotti dai decreti liquidità e rilancio e le novità del decreto di agosto

I dati sull’erogazione degli aiuti sin qui introdotti, per combattere la pandemia economica, svelano che la loro efficacia è strettamente correlata alla “semplicità” di accesso all’effettiva capacità di generare “reale liquidità”

di Daniele Virgillito

I dati sull’erogazione degli aiuti sin qui introdotti, per combattere la pandemia economica, svelano che la loro efficacia è strettamente correlata alla “semplicità” di accesso all’effettiva capacità di generare “reale liquidità”. Per quanto attiene, ad esempio, le garanzie concesse da Sace per i prestiti alle imprese medio-grandi si è raggiunto, secondo gli ultimi dati, meno del 6% dell’originario obiettivo. L’esecutivo si era posto, infatti, la soglia di 200 miliardi di prestiti da garantire mentre per ora, però, i prestiti sono stati pari a circa 10,5 miliardi di euro, di cui quello concessi a Fiat Chrysler contano oltre 6 miliardi. Nel decreto di agosto, a tal proposito, viene riposto il riassetto di Sace, già in precedenza tramontato in Parlamento con la conversione del decreto liquidità. La norma indica come sarà finanziato il trasferimento delle quote azionarie collegate all’operazione: 4,5 miliardi per il 2020 a valere sui titoli di Stato emessi dal Mef per l’avvio del patrimonio destinato di Cassa deposito e prestiti.

Il noto bonus mobilità, dedicato a bici e monopattini, che si propone di coprire fino al 60 per cento della spesa sostenuta resta per ora solo uno slogan. E infatti le vendite di monopattini e bici saranno indubbiamente cresciute, ma sulla base unicamente delle aspettative degli Italiani che la piattaforma verrà concretamente prima o poi messa on line e che il budget dedicato sarà sufficiente ad acquisire le adesioni che, per il momento sono, ovviamente, pari a zero nonostante, secondo il decreto “rilancio”, il bonus avrebbe dovuto diventare operativo entro quasi due mesi fa.

Rispetto al bando Impresa sicura di Invitalia, pensato per rimborsare le spese sostenute dalle aziende per dispositivi di protezione, i risultati sono quasi farseschi. I fondi, infatti, sono terminati dopo 1 secondo e 4 centesimi dall’apertura del bando online. In tempo per soddisfare appena 3mila imprese, mentre le altre 190mila hanno assistito, disorientate, all’esaurimento “istantaneo” dei fondi a disposizione. La misura ha soddisfatto, quindi, meno del 2% delle richieste. Anche le garanzie pubbliche per i prestiti alle PMI hanno avuto un avvio travagliato, in particolare, per via delle asimmetrie informative e per i controlli (non necessari) degli istituti di credito. L’andamento rivela finalmente un progressivo avvicinamento verso l’obiettivo di 100 miliardi di euro di prestiti erogati. Secondo i dati resi pubblici dal Ministero dell’economia, gli Istituti bancari hanno chiesto garanzie per i finanziamenti al Fondo di Garanzia che valgono circa il 70% dell’obiettivo stimato. Una misura accessibile, invece, con maggiore velocità e decisamente utile si è rivelata la moratoria per i finanziamenti. Le piccole e medie imprese possono grazie a questo strumento beneficiare di un’interruzione dei pagamenti dal volume complessivo di circa 220 miliardi di euro. Per ora, secondo la relazione tecnica al decreto liquidità del Ministero dell’economia, i finanziamenti su cui si è applicata la misura sono stati il 72 % dell’obiettivo del governo, in sostanza quasi 160 miliardi. Nel decreto di agosto prende corpo, quindi, la proroga della moratoria per ulteriori 4 mesi; dal 30 settembre si arriva, pertanto, sino al 31 gennaio 2021. Il comparto turistico si assicura due mesi in più di moratoria per la parte relativa al pagamento delle rate dei mutui. Per le imprese già precedentemente ammesse alla misura la proroga scatterà in automatico senza alcun ulteriore adempimento salva, ovviamente, l’ipotesi di rinuncia espressa da parte della stessa beneficiaria da trasmettere entro il 30 settembre.

Il reddito di emergenza è stato introdotto per rafforzare la lotta alla povertà e ha raggiunto, secondo l’Inps, 209mila famiglie. Rispetto alle stime della platea complessiva, contenute nella relazione tecnica del decreto, l’obiettivo è stata raggiunta una platea che rappresenta meno del 25% di quella potenziale. Il decreto di agosto rilancia questa misura fino al 15 ottobre destinando altri 400 euro per le famiglie maggiormente in difficoltà. Il bonus destinato alla promozione delle vacanze nelle strutture di alloggio italiane, sinteticamente, offre un contributo fino 500 euro da utilizzare per soggiorni in alberghi, campeggi, villaggi turistici, agriturismi e bed & breakfast. Secondo i dati forniti dalla Camera, le famiglie che hanno speso effettivamente il bonus sono state circa 130mila. Si tratta però di meno del 3% dell’obiettivo del governo che stimava un parterre di beneficiari di quasi 5 milioni di famiglie. Il Bonus potrà essere richiesto e utilizzato fino a dicembre. Per ora, come riporta il ministro Gualtieri in un’audizione alla Camera, rispetto al fondo perduto, sono stati erogati tramite bonifico più di due terzi del budget stimato, ovvero, circa l’80% dei 6,2 miliardi di euro stanziati. Intanto su questa misura continua il pressing delle professioni “Ordinistiche” che sono state escluse, incomprensibilmente, dal beneficio: le associazioni di categoria e la governance degli Ordini chiedono a gran voce, infatti, l’estensione per sanare le palesi e ingiustificate disparità di trattamento minacciando per metà settembre uno sciopero di categoria. Il bonus per i lavoratori autonomi, prima di 600 euro al mese e ora aumentato a 1.000 per maggio, è pervenuto a circa all’85% dei soggetti che lo avevano richiesto.

La cassa integrazione è stata uno degli aiuti su cui si sono sviluppati più contrasti e lungaggini burocratiche. La scelta di agire, attraverso un approccio ordinario a un evento straordinario, ha ritardato, per molte settimane e per migliaia di lavoratori, l’erogazione dell’assegno. I dati appena diffusi dall’Inps mostrano che circa l’8% delle domande, tra quelle inviate dalle imprese, è ancora da prendere in carico. In termini assoluti si tratta di quasi 110mila domande, di cui, la stragrande maggioranza relative a imprese con più di un collaboratore. Tra le domande già autorizzate dall’Istituto ancora risultano non inviati 190mila bonifici, ovvero, il circa 4%.

Il decreto di agosto contiene un esonero contributivo “temporaneo”, l’arco temporale agevolato è pari ai sei mesi successivi all’assunzione, nei confronti dei datori di lavoro che realizzeranno assunzioni a tempo indeterminato (trasformazioni di rapporti a termine) fino al prossimo 31 dicembre. La misura, in termini economici, si traduce in un abbattimento del costo mediamente di circa il 20% rispetto all’ordinario costo del lavoro. Nel decreto di agosto ridimensionata l’idea del cash less promossa per combattere l’evasione e incentivare i consumi. L’idea dei tecnici è quella di sostenere i consumi attraverso un bonus legato ad alcune tipologie di spese con carte e bancomat. E in effetti, dall’analisi sull’andamento dei Bonus fin qui introdotti, l’idea di indirizzare la spesa verso le filiere più colpite avrebbe potuto generare un reale incremento dei consumi e un sostegno “indiretto” per le imprese; uno slancio della “domanda” di beni e servizi, ad oggi, per alcuni comparti in decisa contrazione. Per non trasporsi in un fallimento come, ad esempio il bonus vacanze, il meccanismo avrebbe dovuto concretizzarsi in moneta elettronica. La misura, però non poteva essere finanziata con le risorse comunitarie e avrebbe dovuto trovare, quindi, coperture strutturali domestiche. Il bonus consumi alla fine, probabilmente anche per queste ragioni, è stato ridimensionato lasciando spazio alla fiscalità di vantaggio sul lavoro destinata al Sud. L’intervento si sviluppa per il periodo ottobre-dicembre 2020 con un onere di circa 1 miliardo. Le imprese potranno beneficiare di un’agevolazione pari al 30% dei contributi previdenziali con esclusione dei premi e dei contributi spettanti all’Inail. Dall’analisi emerge chiaramente che le misure che hanno riscosso maggiore interesse sono quelle che hanno un impatto sull’economia reale. Il decreto d’agosto avrebbe potuto intervenire più incisivamente stimolando misure anti-semplificazione e aiuti capaci di generare liquidità. Il binomio sussidi-divieti che ha caratterizzato le politiche del lavoro post-pandemia ha spento sul nascere un possibile incendio occupazionale, ma proseguendo anche in autunno verso questa direzione si rischia di irrigidire troppo il mercato del lavoro danneggiano paradossalmente i soggetti più deboli, ovvero, i giovani e le persone in cerca di una nuova collocazione.