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Fallimento Calcio Catania, ecco cosa accadrà alla società

CATANIA – Una storia lunga 75 anni, fatta di amore, imprese rimaste indelebili anche nei grandi palcoscenici della Serie A. Il Calcio Catania 1946, matricola 11700, è fallito. Con la sentenza numero 263/2021, il Tribunale di Catania ha accolto l’istanza di fallimento avanzata dalla Procura a causa di uno stato di insolvenza.

Una situazione debitoria diventata insostenibile, visto che il debito complessivo ammonta a 53.928.007,00 di euro, mentre quello sportivo è di 2.948.792,00. La Sigi, società che ha gestito il Catania, si era presentata in udienza con una manifestazione di interesse da parte di un imprenditore romano, senza però specificare tempi e modi.

Un piano di rientro ritenuto dal Tribunale insufficiente: “I risultati economici attuali – si legge nella sentenza – evidenziano, infine, una scarsa attitudine a generare flussi di cassa sufficienti a consentire il ripristino dell’equilibrio economico-finanziario, ed anche l’assolvimento delle obbligazioni relative alle esigenze essenziali alla sopravvivenza dell’azienda”.

Il Tribunale ha disposto l’esercizio provvisorio della società, valido fino al 2 gennaio, affidando l’incarico a tre curatori fallimentari, i commercialisti Antonio Maria Enrico Giucastro e Daniela D’Arrigo (già componenti del collegio di Ctu nominato dal Tribunale fallimentare) e l’avvocato Giuseppe Basile.

Adesso toccherà a loro il compito di individuare le risorse economiche necessarie per portare a termine la stagione sportiva 2021/22. Secondo quanto evidenziato dai consulenti tecnici nella loro relazione, non è possibile, con le entrate di cassa attuali, garantire il fabbisogno finanziario mensile del club: il deficit oscilla tra i 240mila e i 300mila euro. Tra le condizioni imprescindibili dettate dal Tribunale per far fronte a queste spese e consentire dunque la proroga dell’esercizio provvisorio oltre il 2 gennaio ci sarebbe la riscossione di un credito che il Catania vanta nei confronti di Sigi.

Un credito pari a 600.000 euro, con i quali sarebbe possibile avere abbastanza risorse per garantire la gestione del club per almeno i primi due mesi del 2022. “In via prudenziale, – si evince dalla dichiarazione di fallimento – per evitare grave pregiudizio ai creditori al fine di verificarne la concreta sostenibilità, l’esercizio provvisorio allo stato non può, pertanto, che essere disposto sino al 2/1/2022, cioè per il tempo strettamente necessario a che gli organi della procedura possano compiere ulteriori accertamenti e, tra l’altro, verificare ulteriormente l’attendibilità in concreto dei flussi sopra indicati e provvedano a riscuotere il superiore credito da Sigi S.P.A., da considerarsi una tra le condizioni imprescindibili a che possano successivamente vagliarsi eventuali proroghe del medesimo esercizio provvisorio”.

Dunque, per consentire la proroga dell’esercizio provvisorio e dunque la procedura di messa in vendita del ramo sportivo dell’azienda Catania, si rende necessaria una nuova immissione di denaro di Sigi, pari a 600mila euro, entro il 2 gennaio. Sigi che dal canto suo ha confermato “l’esistenza del detto credito e della volontà di onorarlo”. Se questo scenario verrà rispettato, si procederà ad un esperimento di vendita mediante procedure competitive. Intanto, entro il 2 gennaio, i curatori relazioneranno al Giudice Delegato l’andamento dell’attività.

Amore, passione e attaccamento. I colori rossazzurri hanno fatto gioire e piangere: comunque vada, la storia non può essere cancellata: 17 campionati di Serie A disputati, il primo nella stagione 1954-55. Il miglior piazzamento ottenuto nella massima serie è l’ottavo posto nel 1960-61, 1963-64, 1964-65 e 2012-13. Il calore dei tifosi catanesi è conosciuto in tutta Europa, il Massimino è stato in più occasioni una bolgia che ha regalato spettacolo puro. Il Catania vanta circa 600.000 sostenitori, è la dodicesima squadra più seguita d’Italia.

Twitter: @AntoninoLoRe