Roma, 5 dic. (askanews) – I prezzi mondiali delle materie prime alimentari sono diminuiti a novembre, trainati dal calo delle quotazioni internazionali di tutti i principali alimenti di base, ad eccezione dei cereali. E’ quanto emerge dall’indicatore di riferimento pubblicato il 5 dicembre dall’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura (FAO).
L’Indice FAO dei prezzi alimentari, che misura le variazioni mensili dei prezzi internazionali di un paniere di materie prime alimentari scambiate a livello globale, ha registrato una media di 125,1 punti a novembre, in calo dell’1,2% rispetto al livello rivisto di ottobre. L’indice è ora in calo per il terzo mese consecutivo, attestandosi al 2,1% in meno rispetto al livello di novembre 2024 e al 21,9% in meno rispetto al picco di marzo 2022.
L’Indice FAO dei prezzi dei cereali è aumentato dell’1,3% nel corso del mese. Nonostante le prospettive di approvvigionamento globale generalmente favorevoli e le notizie di buoni raccolti in Argentina e Australia, i prezzi globali del grano sono aumentati del 2,5% a novembre, sostenuti dal potenziale interesse cinese per le forniture dagli Stati Uniti d’America, dalle continue ostilità nella regione del Mar Nero e dalle aspettative di una riduzione delle semine per il raccolto del 2026 nella Federazione Russa. Anche i prezzi internazionali del mais sono aumentati, sostenuti dalla solida domanda di forniture brasiliane, mentre l’Indice FAO dei prezzi di tutti i tipi di riso è diminuito a causa della debole domanda d’importazione di varietà di riso Indica e fragrante.
L’Indice FAO dei prezzi degli oli vegetali è sceso del 2,6% rispetto a ottobre, poiché il calo delle quotazioni dell’olio di palma, colza e girasole ha più che compensato un modesto aumento dei prezzi dell’olio di soia, sostenuto dalla forte domanda del settore del biodiesel, in particolare in Brasile.
L’Indice FAO dei prezzi della carne è sceso dello 0,8% rispetto al livello rivisto di ottobre. I prezzi globali della carne di pollame sono diminuiti a causa dell’abbondante offerta esportabile e dell’intensificarsi della concorrenza globale, riflettendo in parte gli sforzi del Brasile per riconquistare quote di mercato dopo la revoca dei divieti commerciali relativi all’influenza aviaria ad alta patogenicità da parte dei principali importatori. Anche i prezzi della carne suina sono diminuiti, in gran parte a causa dell’abbondante offerta nell’Unione Europea e della debole domanda cinese dopo l’introduzione dei dazi all’importazione. Le quotazioni internazionali della carne bovina sono rimaste sostanzialmente stabili, mentre i prezzi della carne ovina sono aumentati.
L’Indice FAO dei prezzi dei prodotti lattiero-caseari è diminuito del 3,1% a novembre, trainato dalle quotazioni più basse del burro e del latte intero in polvere. Il calo riflette l’aumento della produzione di latte e l’abbondante offerta per l’esportazione nelle principali regioni produttrici. Infine, l’indice dei prezzi dello zucchero è diminuito del 5,9% rispetto a ottobre, trainato dalle aspettative di un’ampia offerta globale nella stagione in corso e dal forte andamento della produzione in Brasile, India e Thailandia.

