Roma, 5 giu. (askanews) – Diverse colture importanti tra cui grano, caffè, fagioli, manioca e platano, potrebbero perdere metà dei loro terreni migliori o ottimali entro il 2100. Lo sostiene l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (Fao) che ha aggiornato la sua innovativa app geospaziale Abc-Map con un nuovo indicatore. Progettato per responsabili politici, tecnici e progettisti, lo strumento di mappatura dell’adattamento, della biodiversità e del carbonio offre una prima analisi dei rischi legati al clima, degli indicatori essenziali di biodiversità e del potenziale di riduzione del carbonio di un progetto selezionato.
Il nuovo indicatore, sviluppato dalla Fao, incorpora i dati di uno studio della start-up fintech francese Finres, commissionato dal Fondo Internazionale per lo Sviluppo Agricolo (Ifad) e finanziato dall’Agenzia Francese per lo Sviluppo (Afd). Lo studio conclude che cinque delle nove principali colture di base e commerciali, tra cui grano, caffè, fagioli, manioca e platano, stanno già perdendo le condizioni di crescita ottimali e alcune potrebbero perdere metà dei loro terreni idonei entro il 2100.
In particolare, i ricercatori dello studio suggeriscono che la produzione di caffè in alcune delle principali regioni produttrici di caffè potrebbe diminuire drasticamente entro il 2100. Affermano che fagioli e grano potrebbero subire perdite significative, soprattutto in regioni come il Nord America e l’Europa. Mais e riso, tuttavia, potrebbero inizialmente trovare aree più adatte alla coltivazione, suggeriscono i ricercatori, ma questa situazione potrebbe invertirsi entro la fine del secolo in scenari ad alte emissioni.

