Faraone (Italia Viva): "Sarà sorprendente ciò che faremo per la Sicilia"
Nel corso di una lunga intervista, Davide Faraone, capogruppo al Senato di Italia Viva, tocca gli argomenti più disparati, con un occhio particolare alla sua Sicilia e con l’auspicio che l’avventura del Terzo Polo non sia giunta al capolinea.
Faraone, partiamo da quello che è successo tra Azione e Italia Viva: è una rottura insanabile?
Abbiamo sbagliato a provare a costruire un soggetto politico in un laboratorio, lontano dai cittadini. Alle elezioni nazionali ci mettemmo insieme un po’ per caso, un po’ per convenienza. Ma poi i cittadini ci hanno premiato col voto e noi da loro dobbiamo ripartire, dal basso. Penso che le primarie possano essere una strada.
Calenda accusa Renzi di avergli promesso un passo indietro che non è più arrivato, di non aver voluto più sciogliere Italia Viva rendendo così impossibile fondare un partito unico. Cosa c’è di vero?
Inutile ancora parlarne e recriminare – spiega Faraone -, ognuno in questi giorni ha detto la sua, guardiamo avanti. Partito unico, federazione, coalizione dei riformisti, tutte formule che mi appassionano poco. Facciamo decidere i cittadini, coinvolgiamo altre forze politiche moderate, popolari, socialiste, liberali, questo sì che renderà la sfida affascinate e lì vedremo chi si tirerà indietro. E soprattutto coinvolgiamo il popolo, è quello che conta di più per me. Partiamo dal radicamento, dai quartieri, dai paesi, dai luoghi di lavoro.
Veniamo alla Sicilia. Alle scorse elezioni regionali il Terzo polo pur avendo un candidato non è riuscito a portare rappresentanti all’Ars. Nonostante questo l’impegno politico nell’Isola stava andando avanti? C’erano degli obiettivi futuri sui quali stavate puntando?
Le regionali sono state un’avventura improvvisata. In Sicilia abbiamo consumato lo stesso errore commesso nel resto del Paese: pensare alla somma meccanica di due partiti, senza cuore, senza passione, senza coinvolgimento. Ora servirà cambiare passo e pensare più in grande. Serve una grande casa che sia “centrale” nel panorama politico, popolare. A questo dobbiamo lavorare.
Tema amministrative: tra poco più di un mese si voterà in Comuni importanti come Catania, Siracusa, Trapani, Ragusa. Come si posizionerà Italia Viva? Avete una strategia unitaria in tutta la Sicilia o vi posizionerete a seconda dei candidati nei singoli comuni?
Italia Viva sarà presente ovunque e questo è un motivo di grande soddisfazione, in alcuni casi anche con candidati sindaci. Stiamo costruendo una classe dirigente giovane, femminile, dal basso, senza tromboni e notabili. A volte andiamo da soli a volte in alleanza con una delle due coalizioni, è naturale che sia così per una forza fuori dal bipolarismo muscolare, che lascia decidere i suoi dirigenti, Comune per Comune. Non crediamo in una politica fondata sulle ideologie ma sul pragmatismo, figuriamoci se questo principio non debba valere per le elezioni amministrative.
Se l’esperienza con Azione e quindi del Terzo polo fosse davvero conclusa qui, quindi anche in Sicilia, qual è il futuro di Italia Viva nell’Isola?
Sarà sorprendente ciò che faremo e le sorprese non si rivelano. Altrimenti che sorprese sarebbero?
Cosa ne pensa dell’azione del governo Schifani, fino ad oggi? Ad esempio, per quanto riguarda la questione del Ponte sullo Stretto, che sta portando avanti Salvini come leader di un partito che in Sicilia è al governo, siete favorevoli anche voi.
Il Ponte va fatto, più in fretta che si può. Però – continua Faraone – lasciatemi dire qualcosa sugli interventi che si stanno già realizzando: uno ridurrà di circa 30 minuti i tempi i tempi di viaggio tra Catania e Messina. Ottimo per carità. In generale gli investimenti previsti sulle tratte ferroviarie in Sicilia sono rilevanti, pari a circa 21 miliardi. Ma alla conclusione dei lavori, fra qualche anno, sulla Palermo/Catania/Messina, avremo semplicemente normali linee a media velocità e doppio binario, proprio come trent’anni fa nella Lombardia di Salvini. Migliorare la percorrenza tra Palermo e Catania (220 km) e ridurre la durata del viaggio da tre a due ore va bene, ma perché dobbiamo accettare che tratte simili, “nel continente”, si percorrano in meno di un’ora? Pensate alla Roma/Napoli, 216 km in 56 minuti.
Si viaggia con l’alta velocità nel resto d’Italia già da decenni e con decenni di ritardo si propone alla Sicilia di accontentarsi della “media velocità”, che si realizzerà tra l’altro tra qualche anno.
La Sicilia ha diritto al Ponte sullo Stretto e alle linee ferroviarie ad Alta Velocità, esattamente come nel resto del Paese. Niente di più, niente di meno.
Un altro tema di cui si è parlato molto in queste settimane invece è quello del caro voli e dell’insularità… tema che si lega alla riforma dell’autonomia differenziata. Le piace il disegno di legge Calderoli così com’è adesso?
L’autonomia differenziata proposta da Calderoli è pessima – afferma Faraone – , non c’entra nulla col federalismo, io sono favorevole a responsabilizzare i territori ma la sua proposta li affossa, ciò che è peggio affossa il Paese. Come fa a realizzare i Lep senza ulteriori oneri per lo Stato? Chiude gli asili a Reggio Emilia per farne aprire qualcuno a Ragusa? Semplicemente è una presa in giro e mi dispiace che Schifani abbia dato il suo consenso a nome della Sicilia in conferenza Stato-Regioni. Anche sulla redistribuzione delle risorse fra fondi comunitari, che scadono nel 2029, e fondi PNRR, per progetti che vanno realizzati entro il 2026, occorre che noi del Sud teniamo gli occhi ben aperti. Rischiamo il gioco delle tre carte e la sottrazione di risorse.