Le risorse, ripartite nel quadriennio 2018-2021, serviranno per la digitalizzazione dei documenti sanitari regionali. In tutta Italia stanziati 208 milioni di euro, assegnati alle regioni proporzionalmente al numero di assistiti
PALERMO – Oltre 16 milioni di euro: a tanto ammonta la somma stanziata in favore della Sicilia per lo sviluppo del Fascicolo sanitario elettronico nel quadriennio 2018-2021 (407 mila euro per il 2018, 5,4 milioni di euro per l’anno corrente, 9,6 milioni di euro per il prossimo anno e 1,2 milioni di euro per il 2021). Per le venti regioni italiane sono stati complessivamente stanziati nel quadriennio in considerazione 208 milioni di euro, di cui 204 a carico delle Regioni e quattro a carico del ministero dell’Economia e delle finanze.
La Sicilia beneficerà del quarto investimento più consistente in Italia, pari all’8,15% del totale. Somme maggiormente elevate sono state destinate in favore della Campania (19 milioni di euro, corrispondenti al 9,34% del totale Italia), Lazio (19,5 milioni di euro, ovvero il 9,57%) e Lombardia (32,7 milioni di euro, cioè il 16%). Anche il Veneto e l’Emilia Romagna hanno beneficiato di importi abbastanza sostenuti (rispettivamente 16,3 e 14,7 milioni di euro).
Il riparto delle somme, stabilito di concerto dal ministero della Salute e dal ministero dell’Economia e delle finanze, dispone per il 10% dell’ammontare complessivo una suddivisione proporzionale al numero di regioni (per un valore che supera i 20 milioni di euro), mentre il 90%, pari ad oltre 183 milioni di euro, va assegnato in maniera proporzionale sulla base della popolazione assistita nel 2018.
Nel dettaglio, nel quadriennio in considerazione, i 16,6 milioni di euro destinati all’Isola si compongono di quasi 1,1 milioni di euro dati dal riparto per regione (valore uguale in tutte le regioni italiane) e 15,5 milioni di euro calcolati in modo proporzionale sulla popolazione residente (circa tre euro ad assistito). Non a caso, in Lombardia, regione con una popolazione doppia rispetto alla nostra, la quota per assistiti risulta essere doppia (31,6 milioni di euro).
Gli interventi che le Regioni devono porre in atto devono essere finalizzati alla digitalizzazione e indicizzazione dei documenti sanitari regionali, sia degli erogatori pubblici che privati convenzionati; devono consentire l’interoperabilità del Fascicolo sanitario elettronico con Ini (Istituto nazionale per l’interoperabilità) e l’attivazione di canali alternativi per il rilascio del consenso da parte dell’assistito. Ma non solo, si deve anche agire verso una corretta gestione delle anagrafi regionali degli assistiti e interconnessione con l’Ana (Anagrafe nazionale degli assistiti) e verso la diffusione del Fascicolo sanitario elettronico per gli assistiti e operatori del Servizio sanitario nazionale del territorio regionale, anche con campagne di comunicazione regionale.
Mentre il ministero dell’Economia deve garantire il funzionamento dell’Infrastruttura nazionale per l’interoperabilità (Ini) con i Fse regionali e la conservazione dei documenti digitali e la diffusione sul territorio nazionale e una campagna di comunicazione nazionale.
La mancata realizzazione degli interventi da parte di ciascuna regione comporta il recupero, da parte del ministero dell’Economia e delle finanze, delle quote di acconto annuali già erogate.