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Fascismo, polemiche sul calendario 2021 dedicato a Benito Mussolini

Fascismo, polemiche sul calendario 2021 dedicato a Benito Mussolini

La Presidente dell’Unione delle comunità ebraiche italiane denuncia “la tendenza della magistratura a non considerarlo preoccupante”. Motti fascisti e lavaggio del cervello. Nel 2020 “contenuti” alla Lega e il nuovo partito di Taormina. Il caso della docente palermitana sospesa. “Serve lavoro educativo delle Istituzioni”

“Grave che ancora non si comprenda la responsabilità del fascismo in Italia: qui serve un enorme lavoro educativo, a maggior ragione nelle Istituzioni, senza il quale non si possono evitare nostalgie come questa”.

Lo ha detto Noemi Di Segni, presidente dell’Unione delle comunità ebraiche italiane, commentando il successo di vendita sul web del calendario su Benito Mussolini realizzato da Ferlandia, azienda di Predappio.

Dopo le donne nude, insomma, il Duce e soprattutto i motti fascisti, che servirono ad attuare un colossale lavaggio del cervello a diverse generazioni di italiani, che, inseguendo il sogno dell’Impero, furono bruscamente risvegliati dall’ignominia delle leggi razziali e da una guerra disastrosa.

Motti-proverbio, mirati a dare un codice di condotta, spesso ispirati all’odio, alla contrapposizione, al conflitto. Tutto il contrario della democrazia: “Chi non è con noi è contro di noi” è quello di gennaio sul calendario, in agosto c’è “Boia chi molla” e in dicembre “Molti nemici molto onore”.

Eppure in un mondo ultrasemplificato dal web, questi motti tornano alla loro funzione di conquistare i più semplici, come ha spiegato il neofascista Maurizio Murelli a Giorgio Mottola nell’inchiesta di Report della fine del 2019 dal titolo “La fabbrica della paura”, in cui sostanzialmente afferma che un certo mondo ha dato contenuti alla Lega Nord.

“Io sono tra quelli – aveva dichiarato Murelli – che ha intuito la potenzialità di sviluppo della Lega. Quell’ambiente lì era culturalmente più debole ma con diverse, con notevoli potenzialità di sviluppo.
Salvini praticamente ha individuato in un linguaggio alcune parole d’ordine che hanno fascino e attecchiscono”.

Le parole d’ordine. I motti fascisti. Veicolati anche da un calendario.

“Ci chiedono sempre e ci hanno chiesto mentre venivamo qua – aveva dichiarato a una manifestazione della Lega filmata da Report il vicepresidente di Casapound Simone Di Stefano -, ‘Ma perché? Perché state in piazza oggi con Matteo Salvini, con la Lega? Perché un romano oggi è in piazza con la Lega Nord?”. Ma perché noi condividiamo ogni singola parola del programma di Matteo Salvini”.

E di recente si è chiusa, con un pronunciamento della magistratura che ha annullato il provvedimento, la vicenda della docente palermitana sospesa perché i suoi alunni avevano osato paragonare i “Decreti sicurezza” di Salvini e le leggi razziali mussoliniane. Segno che molte istituzioni lavorano in senso opposto a quello auspicato dalla rappresentante delle Comunità ebraiche italiane. Anche perché alcun provvedimento venne preso, nel novembre dello scorso anno, nei confronti di quel docente leghista della provincia di Piacenza che aveva minacciato su Facebook i propri alunni intenzionati a partecipare a una manifestazione delle Sardine a Fiorenzuola: “Renderò la vostra vita un inferno, vedrete il 6 col binocolo e passerete la prossima estate sui libri. Sardina avvisata…”.

Nel frattempo si registrano sempre nuovi tentativi di sdoganare i neofascisti e le loro organizzazioni, come quello dell’avvocato Carlo Taormina, ex sottosegretario di uno dei governi Berlusconi, che ha annunciato la fondazione di “Italia libera” con Forza nuova cavalcando la protesta dei negazionisti del coronavirus, quella dei disordini fomentati proprio dai neofascisti contro la “dittatura sanitaria”.

“A preoccupare oggi – ha aggiunto Noemi Di Segni – non è la ricostituzione di un partito fascista formale ma le tantissime azioni che generano nostalgia, odio e violenza, anche antisemita. Per non parlare di chi da questa nostalgia ci guadagna pure”.

E intanto si moltiplicano le aggressioni violente, soprattutto, come avvenuto anche in Sicilia e a Marsala in particolare, nei confronti degli immigrati.

Perché in Italia c’è un’ampia zona grigia che, come dimostrato anche dai disordini a Catania con le bombe carta delle tifoserie, che mette insieme “movidini” e ultras. Un mondo da tenere sotto controllo e per il quale è stato pensato il “daspo” per la movida violenta inserito nei nuovi Decreti sicurezza che hanno cancellato quelli di Salvini.

Il Daspo Willy, viene chiamato, richiamando il nome di Willy Monteiro Duarte, pestato a morte a 21 anni nel settembre scorso a Colleferro.

Senza contare che periodicamente i giornali di destra pubblicano articoli, corredati da foto di Mussolini, su sondaggi in cui si afferma che gli italiani vorrebbero una dittatura di qualche anno per risollevare il Paese.

“La tendenza della magistratura – ha sottolineato Noemi Di Segni – è quella di non leggere in tutto questo un insieme preoccupante. Ci si nasconde dietro la libera espressione del pensiero, perfino quando va a generare forme di odio e violenza nella nostra società. Noi facciamo tante denunce perché facciamo una statistica di quanto viene archiviato”.