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Fase 2, riapertura, in Lombardia più della metà delle vittime

Fase 2, riapertura, in Lombardia più della metà delle vittime

Scontro tra i governatori, quelli del Nord e della destra vorrebbero che si aprisse tutti insieme, cautela da Toscana, Campania e Lazio. E la Calabria propone una cena con i governatori Settentrionali per “far pace”



Tra dubbiosi e possibilisti, i governatori delle regioni italiane si preparano a riaprire i propri “confini” dal tre giugno. Il problema è se farlo tutti insieme, visto che oggi in undici regioni non è stata segnalata alcuna vittima, mentre in Lombardia è stato registrato il sessanta per cento per l’intera Italia.

Salvo picchi di nuove infezioni, dunque, da mercoledì prossimo sarà possibile tornare a viaggiare, nonostante i dubbi espressi nei giorni scorsi da alcuni presidenti di regione.

Tra i più critici ci sono Campania e Toscana che, per voce dei propri governatori, Vincenzo De Luca ed Enrico Rossi, non nascondono il “caso Lombardia”.

“Se ci sono situazioni di regioni dove ancora il livello di contagio è più alto, tenerne conto non è sbagliato”, ha detto Rossi.

Più diretto, come sempre, De Luca: “in presenza di contagi elevati è ovvio che in un territorio debbano esserci limiti alla mobilità”, ha detto.

Cautela da parte della Regione Lazio.

“Ci sono troppe pressioni perché riparta il Nord, bisogna basarsi su evidenze scientifiche”, ha spiegato l’assessore alla Sanità, Alessio D’Amato.

Scartati anche i cosiddetti “passaporti” sanitari, “è il momento di riaprire il Paese”, come ha detto il governatore della Puglia, Michele Emiliano.

Ha parlato di “decisione giusta” il sindaco di Milano, Beppe Sala, evidenziando che “adesso è il momento di ridare ossigeno al lavoro”.

Ma, come detto, la Lombardia è un disastro: 67 morti su 111 dell’intera Italia, unica regione a far registrare oggi più di dieci vittime.

Il fronte dei favorevoli alle riaperture è a maggioranza di destra, come il presidente della Liguria, Giovanni Toti, che ha definito “una decisione saggia” quella del governo di dare il via libera agli spostamenti tra regioni senza distinzioni.

“Credo che ci siano le condizioni e che si tratti di rischi calcolati”, ha sottolineato. Si sono espressi a favore di un’apertura unitaria e non “a macchia di leopardo”, anche il governatore del Veneto, Luca Zaia e quella della Calabria, Jole Santelli, che ha anche proposto una cena calabrese con i governatori del Nord per stemperare le polemiche politiche dei giorni scorsi.

Ma la Calabria è un’eccezione nel Sud.

Il presidente della Sardegna, Christian Solinas, di centrodestra, aveva sostenuto il “passaporto sanitario”, ma non sembra essere una misura applicabile, sopratutto dopo le critiche del ministro Francesco Boccia che ha definita la misura “incostituzionale”.

Un’iniziativa simile era stata già accantonata dal governatore della Sicilia Nello Musumeci, ormai pronto alla riapertura, anche se è ancora in vigore l’ordinanza che vieta spostamenti nelle altre regioni fino al sette giugno.