A Calascibetta il progetto finanziato dalla Regione e realizzato in collaborazione con numerose associazioni di volontariato e solidarietà. L’accoglienza si rilancia nel segno della condivisione
CALASCIBETTA (EN) – Attività innovative pilota di agricoltura sociale e animazione territoriale che si realizzeranno mediante l’avvio di nuove imprenditorialità quale forma di accoglienza e inclusione socio-lavorativa di soggetti provenienti da paesi terzi per il contrasto allo sfruttamento del lavoro in agricoltura. Saranno quelle che si realizzeranno attraverso la Fattoria sociale del welcome, che sorgerà su alcuni terreni messi a disposizione dal Comune, partner del progetto portato avanti da una collaborazione tra un’associazione temporanea di scopo costituita dall’associazione Coordinamento regionale volontariato e solidarietà Luciano Lama (capofila del progetto), società cooperativa Incastri creativi di Palermo, Consorzio Sale della Terra di Benevento, Mediter Italia, Euroconsult di Enna, associazione Centro studi Aurora di Santa Flavia e Gal Rocca di Cerere. L’iniziativa è finanziata dalla Regione Siciliana, assessorato della Famiglia, delle Politiche sociali e del Lavoro, Ufficio speciale Immigrazione nell’ambito del Progetto P.I.U. Su.Pr.Eme. (Percorsi individualizzati di uscita dallo sfruttamento), cofinanziato dal ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, Direzione generale dell’Immigrazione e delle Politiche di integrazione e dall’Unione europea, Pon Inclusione Fondo sociale europeo 2014-2020.
“C’è grande soddisfazione – ha detto il sindaco di Calascibetta, Pietro Capizzi – nel partecipare a questo progetto, ma la storia di questa fattoria sociale nasce più lontano, nel momento in cui quattro anni fa abbiamo deciso, contro il parere di tutto il mondo, di approvare la delibera del progetto dello Sprar. Fu allora che mi fecero trovare un mazzo di crisantemi sul cofano della macchina, ma era un progetto di accoglienza a misura d’uomo quindi non abbiamo arretrato di un passo. Il percorso che parte oggi fa un salto di qualità perché, a distanza di quattro anni, la popolazione ha capito quello che volevamo fare, infatti oggi non c’è più quell’ostracismo, quel mantenere le distanze da chi non è della nostra stessa nazionalità. Vedere questi ragazzi lavorare nelle nostre attività commerciali è veramente emozionante. Siamo riusciti a far metabolizzare l’idea che il colore della pelle non è altro che il colore della pelle”.
La Fattoria sociale del welcome un progetto di accoglienza
La Fattoria sociale del welcome rappresenta quindi un progetto che parla di accoglienza nell’ottica di piena solidarietà e condivisione. “Abbiamo immaginato il concetto di solidarietà in maniera trasversale – ha spiegato Michele Sabatino, presidente dell’associazione Coordinamento regionale volontariato e solidarietà Luciano Lama, capofila del progetto – perché c’è bisogno di solidarietà qui, nei confronti dei migranti o degli autoctoni, come in Bosnia, in Madagascar o in Algeria. Aiutare chi viene a costruirsi da noi una vita è un dovere morale, ma anche una necessità economica perché stiamo vivendo un preoccupante spopolamento di quartieri rurali e popolari”.
Tre i terreni nei quali si andrà a realizzare un piccolo frutteto
Tre i terreni nei quali si andrà a realizzare un piccolo frutteto, si coltiveranno piante e fiori ornamentali ma anche ortive da destinare alla vendita dei privati o alle mense del Comune, insieme all’allevamento di galline ovaiole per la produzione e vendita di uova. Beneficiari del progetto saranno vulnerabili e marginali provenienti dai Paesi terzi: vittime di sfruttamento soggetti a caporalato; lavoratori sottopagati a cottimo; donne sfruttate; braccianti agricoli e precari. A venti di loro sarà rivolta un’intensa attività di formazione teorico-pratica sulla filiera agricola sostenibile, l’export, la commercializzazione digitale dei prodotti e sulla gestione delle fattorie sociali. Un percorso formativo, concluso il quale andranno a costituire una cooperativa che raccoglierà le due migliori proposte sulle tematiche attinenti ai processi di agricoltura sociale innovativa, presentate dagli stessi beneficiari.
“Contribuiremo alla riuscita del progetto – ha commentato Mimmo Gagliano, presidente dell’associazione Centro studi Aurora – attraverso una formazione che possa fare vera integrazione sociale”.
Come spiegato da Angela Natoli, presidente della cooperativa Incastri creativi e referente del Consorzio Sale della Terra, “i soggetti fragili e svantaggiati costituiscono la centralità dell’iniziativa. Le fragilità vengono accompagnate in processi di inclusione, inseriti in contesti lavorativi e, in base alle caratteristiche dei territori, avviati a percorsi di inserimento lavorativo in ambito agricolo, artigianale o turistico”.
I progetti di agricoltura sociale sono fondamentali per la vera integrazione
A finanziare il progetto è l’assessorato regionale alla Famiglia, che, sta lavorando al tema dell’immigrazione in maniera differente dal solito. “Credo molto in questa iniziativa – ha detto Michela Bongiorno, dirigente dell’Ufficio speciale Immigrazione della Regione Siciliana – una delle sette che abbiamo finanziato partendo dalle cinque previste inizialmente e che abbiamo dovuto incrementare per il successo che ha avuto l’idea: tre si trovano nella provincia di Catania, due nell’ennese, uno a Ragusa e un altro a Palermo. I progetti di agricoltura sociale sono fondamentali, perché un ragazzo che sbarca fa un percorso attraverso l’accompagnamento previsto dai nostri progetti, per poi essere avviato alla vera integrazione: quello che siamo sicuri questo progetto riuscirà a realizzare insieme agli altri nelle restanti province”.
“Vi sono linee specifiche di finanziamento legate al ripopolamento dei borghi – ha concluso Severino Richiusa, funzionario dello stesso assessorato regionale – ma con un taglio in direzione dell’immigrazione, con decine di milioni di euro destinati a questi obiettivi. Forse saremo noi, come Ufficio speciale Immigrazione, i titolari di questa linea per dare continuità a iniziative che offriranno un ulteriore supporto ai territori che si vanno svuotando, invecchiando quando non hanno la manodopera per le terre”.
In linea con quanto previsto dall’assessorato regionale, sul fronte dell’inclusione lavorativa la Fattoria sociale del welcome creerà un matching tra domanda e offerta di lavoro attraverso l’agricoltura sociale e la formazione indirizzata a lavoratori stranieri sfruttati sul territorio. L’iniziativa consentirà di attuare sperimentazioni nell’ambito dell’agricoltura sociale e, allo stesso tempo, attivare processi di coprogettazione coinvolgendo la società civile attraverso attività di animazione territoriale, in modo da rendere sostenibile lo spazio per sviluppare progettualità anche in altri ambiti. Un posto fisico nel quale trovare risposte e sostegno alle proprie fragilità, uno spazio votato all’inserimento lavorativo e di coesione sociale.