PALERMO (ITALPRESS) – Si addensano nuove nubi sulla nomina di Fabio Fatuzzo, e quella dei due vice Toto Cordaro e Antonino Daffinà, come commissari per i Depuratori in Sicilia. Ma se la protesta nei confronti del governo (cui spetta la nomina, attraverso il Ministero dell’Ambiente e quello degli Affari Europei) del presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, ha una natura meramente politica, legata ad una sorta di inadeguatezza al ruolo delle figure nominate (in relazione a Fatuzzo Schifani ha parlato di un “ex parlamentare che, nel pieno rispetto della sua prestigiosa carriera, non presenta alcuna preparazione specifica”), ora potrebbe avere conseguenze anche dal punto di vista legale.
Dipenderà dai contenuti del Decreto di nomina di Fatuzzo e soci, da parte della Presidenza del Consiglio dei Ministri dello scorso 7 agosto, che ancora non sono stati resi noti e che sono attesi soprattutto dall’avvocato Ciro Gallo, già sindaco di Acquedolci, liquidatore dell’Ato Messina 1 e componente del comitato esecutivo del Parco dei Nebrodi, il quale lo scorso 22 giugno, attraverso un decreto della presidenza del consiglio (dpcm firmato dal sottosegretario Alfredo Mantovano) era stato nominato Commissario alla depurazione, dopo che il predetto decreto riportava nelle sue premesse il pieno da parte di Gallo dei requisiti per la nomina). Raggiunto da Italpress, Ciro Gallo ha così riassunto la vicenda che lo ha visto protagonista: “Dopo una serie di colloqui avuti con il capo gabinetto del Ministro Pichetto Fratin, lo scorso 16 giugno è stata formalizzata la proposta di nomina del sottoscritto e, il 22 dello stesso mese, è stato emanato il decreto, seppur ancora in attesa di notifica. Addirittura lo scorso 5 luglio, attraverso un atto ufficiale, sono stato convocato, in qualità di commissario, ad una riunione a Palazzo Chigi insieme a tutti i presidenti di Regione. In data 7 luglio però vengo a sapere che un funzionario, senza la firma del sottosegretario o l’indicazione del soggetto istituzionale che ne faceva richiesta, aveva chiesto alla corte dei conti il ritiro del decreto riguardante la mia nomina, seppur già validato, per generici approfondimenti. Approfondimenti non richiesti e non necessari per il Ministero dell’Ambiente, ma voluti astrattamente da Palazzo Chigi. Da allora fino allo scorso 7 agosto, quando ho saputo della nomina dei nuovi commissari, non ho più saputo nulla sulla vicenda”. In attesa di leggere il decreto di nomina di Fatuzzo (“nel quale mi attendo di leggere anche le motivazioni della necessità di un approfondimento sulla mia nomina” commenta Gallo), l’ex sindaco di Acquedolci ha inviato una segnalazione alla Corte dei Conti “segnalando che il ritiro per approfondimenti non può sfociare nella sostituzione immotivata dei soggetti già nominati”.
Gallo, che si riserva, una volta letto il decreto governativo, anche di fare un esposto alla magistratura amministrativa e contabile (“anche perché lo Stato sta pagando 160mila euro al giorni di sanzioni per questi ritardi”, spiega ad Italpress) e di augurarsi “che la Presidenza del Consiglio si renda conto di aver sbagliato e torni sui suoi passi o che, comunque, dia delle spiegazioni, visto che aveva tutto il tempo di scegliere qualcun altro al posto mio nei tempi necessari”. Infine, Gallo annuncia ad Italpress che “se non sarà fatta chiarezza, oltre che alla Corte dei Conti, mi rivolgerò alla magistratura civile, perché quando si dichiara che la mia nomina necessitava di ulteriori approfondimenti e non si chiarisce quali siano, si produce anche un danno di immagine nei confronti della mia persona”. “Certo, questa vicenda che mi ha toccato da vicino, mi ha dato molto da pensare sul sistema delle nomine del Paese. Andrò fino in fondo perché questa vicenda va chiarita assolutamente. Le regole di diritto valgono per tutti ed in particolare modo non possono essere calpestate dalla pubblica amministrazione governativa” conclude Gallo.
– nella foto Ciro Gallo –
(ITALPRESS).
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