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Ucraina, il “Bus di Carla” porta in Sicilia chi fugge dalla guerra

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Ucraina, il “Bus di Carla” porta in Sicilia chi fugge dalla guerra

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giovedì 17 Marzo 2022

Partito da Favara, nei giorni scorsi, la missione umanitaria organizzata da Carla Bartoli e Florinda Sveva. Il bus arrivato in Polonia carico di aiuti, adesso ritorna nell'Isola con 50 profughi

E’ stato ribattezzato “Il bus di Carla”, il mezzo utilizzato per la missione umanitaria “Favara for Ukraine”, organizzato dalla giovane Carla Bartoli e la madre Florinda Sveva, partito nei giorni scorsi da Favara, carico di aiuti e arrivato a Lublino in Polonia. Una duplice missione, perché dopo aver scaricato cibo, materiale e farmaci, nel parcheggio di un centro commerciale, ha caricato donne e bambini in fuga dalla guerra in Ucraina.

Il “Bus di Carla” torna in Sicilia, a bordo cinquanta persone. Tra loro alcuni bambini

Florinda Saieva, la mamma della sedicenne Carla Bartoli che ha fatto la raccolta fondi per soccorrere i profughi ucraini, ha identificato e registrato le persone salite sul bus e partite per venire in Sicilia.

A controllare le operazioni anche la polizia.

Della traduzione si occupa invece l’ex ciclista professionista Sergii che e’ stato il punto di contatto fra la famiglia Bartoli e quanti sono in fuga dalla guerra. Sono 50 gli ucraini, donne e bambini e un unico uomo, sul bus che saranno ospitati a Favara.

Fra coloro che sono saliti sul pullman lasciando Lublino vi è chi stringeva in mano il passaporto e titoli di studio. Sul bus della missione umanitaria anche tre cagnolini con i loro padroni.

All’interno del palasport, davanti il quale i profughi attendevano l’arrivo del bus, è stato creato un punto di raccolta di mamme e bambini che attendono altri mezzi per andare via. All’interno vi sono oltre cento di persone, ma è un continuo andirivieni. Chi trova come spostarsi lascia la struttura e raggiunge altri Paesi.

La missione umanitaria “Favara for Ukraine”

La missione umanitaria “Favara for Ukraine”, partita da Favara (Ag) era arrivata a Chelm, a 20 chilometri dal confine con l’Ucraina, nel cuore della notte. Ad accogliere la spedizione un imprenditore favarese Giovanni Morgante che vive e lavora, con la famiglia, ad Okuninka. Morgante, venuto a sapere che stava per arrivare un autobus carico di aiuti umanitari per i profughi ucraini, si è subito mobilitato per accogliere i concittadini ed ospitarli gratuitamente in un albergo.

Da quando ha lasciato Favara, il pullman continua ad essere aiutato: non ha pagato il traghetto per attraversare lo Stretto, né i pedaggi autostradali di Austria e Repubblica Ceca e infine i componenti della spedizione sono stati ospiti dell’imprenditore che, tanti anni fa, ha lasciato Favara per cercare fortuna lavorativa in Polonia.

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