Fca, la serie “What’s Behind” spiega il Supply chain del gruppo - QdS

Fca, la serie “What’s Behind” spiega il Supply chain del gruppo

Fca, la serie “What’s Behind” spiega il Supply chain del gruppo

venerdì 02 Ottobre 2020

Il tema della logistica di Fiat Chrysler Automobiles viene trattato nel terzo episodio di Fca What’s Behind, la serie che, attraverso approfondimenti su temi specifici, spiega come funzionano alcuni aspetti della società. La parola d’ordine della nuova puntata è Supply chain, anglicismo traducibile con “catena di approvvigionamento”. Le donne e gli uomini della Supply Chain muovono i materiali e i semilavorati, attivano i nodi produttivi, e distribuiscono le vetture in base alle richieste dei clienti.

In Fiat Chrysler Automobiles il perimetro operativo della funzione comprende l’intera “supplier base” globale, tutti i centri di stoccaggio, e più di 100 stabilimenti Fca nel mondo. Per produrre con tempestività ed efficienza quanto richiesto dai mercati, è necessario che l’intero flusso dei materiali in entrata e in uscita sia progettato a partire dalle prime fasi del ciclo, e sia perfettamente a pieno regime già dal momento dello start-up produttivo. La Sc, infatti, entra in gioco nel momento stesso dell’ordine: sono le funzioni Demand & Production Planning e Capacity Planning che danno il via al processo produttivo coinvolgendo gli stabilimenti.

Sulla base della pianificazione ricevuta, la I-Fast Container Logistics (una società al 100% Fca) organizza la movimentazione dei componenti dai fornitori alle fabbriche dove verranno lavorati e assemblati. Una volta che la vettura è prodotta, la funzione Vehicle Distribution organizza il trasporto per consegna ai dealer dei Paesi attraverso un’altra azienda FCA: la I-Fast Automotive Logistics. Per portare le vetture dai piazzali ai porti, o alle destinazioni finali, vengono utilizzate bisarche di ultima generazione alimentate a gas naturale, l’evoluzione “green” e sostenibile del trasporto su gomma, poi le vetture attraversano l’Oceano attraverso i contratti siglati con diverse compagnie marittime. Circa il 60% delle movimentazioni “inbound” e “outbound” sono effettuate via nave o treno, e questo consente di contenere in modo importante l’impatto ambientale. L’ottimizzazione della saturazione dei contenitori hanno portato a un risparmio di circa 600 tonnellate di Co2 nel 2019, e la razionalizzazione dei trasporti su gomma e interventi sulla movimentazione via nave e ferrovia hanno ridotto il Co2 di ulteriori 2.700 tonnellate.

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