L'associazione senza scopo di lucro che punta alla tutela dei contribuenti, dei consumatori e delle imprese ha fornito una serie di dati sulla situazione economica attuale in Italia.
Federcontribuenti lancia l’allarme. L’associazione senza scopo di lucro che punta alla tutela dei contribuenti, dei consumatori e delle imprese ha fornito una serie di dati sulla situazione economica attuale in Italia. Non sono state versate tasse per circa 12 miliardi di euro, i contribuenti sono senza liquidità e 3 milioni di lavoratori sono a rischio. Nelle specifico la crisi di liquidità colpisce circa 7 milioni di contribuenti. Neanche dipendenti e pensionati hanno i fondi sufficienti per fronteggiare tutte le spese poiché le troppe trattenute assorbono la capacità reddituale.
Conseguenze della crisi economica
La mancanza di criteri e controlli rigidi relativamente all’erogazione di bonus e all’assistenzialismo hanno incentivato, secondo Federcontribuenti, l’incattivirsi del Fisco. Regioni e Comuni affidano il recupero dei carichi pendenti a società private che possono agire più velocemente nei confronti dei contribuenti morosi. Le società in questione spesso non concedono molte delle misure adottate dal Governo Centrale per limitare sanzioni e interessi, non vengono nemmeno autorizzati piani di rientro plasmati in base alla capacità reddituale del singolo.
Il 15 luglio entrerà in vigore il nuovo codice della crisi d’impresa. In questo momento oltre il 19% delle attuali piccole imprese sono sull’orlo del default. Si contano almeno 3 milioni di lavoratori che rischiano di perdere il posto di lavoro nei prossimi mesi. L’imprenditore con debiti nei confronti di Agenzia delle Entrate, INPS o INAIL per importi superiori a 5mila euro nei prossimi mesi potrebbe ricevere una comunicazione da parte di Agenzia delle Entrate, INPS, INAIL e Agenzia delle Entrate Riscossione con l’invito a presentare la Composizione negoziata della crisi d’impresa.
“Peccato che una tale grave, importante e delicata riforma non sia stata adeguatamente presentata e approfondita mettendo a nudo gli imprenditori che si troveranno coinvolti, ma vulnerabili – si legge in una nota di Federcontribuenti -, di certo non in grado di gestire la situazione rischiando di finire inghiottiti dalle iene di turno. Il codice della crisi d’impresa contiene una delle misure più temute dagli imprenditori: la segnalazione dei creditori pubblici qualificati. La segnalazione avviene automaticamente passati 60 giorni dal mancato incasso o dalla verifica del superamento soglie, e ha come soggetti destinatari l’imprenditore, l’amministratore o il CdA e l’eventuale organo di controllo. Denuncia per gli amministratori che non aderiscono”.