Federico Rasa, reazione shock all'ospedale Civico di Palermo

Federico Rasa “scatenato” al pronto soccorso di Palermo, è indagato per danneggiamento

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Federico Rasa “scatenato” al pronto soccorso di Palermo, è indagato per danneggiamento

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lunedì 23 Gennaio 2023

L'ex di Temptation Island racconta in un post Instagram: «Ero tutto gonfio, mi hanno lasciato solo per 6 ore». Ecco cosa è successo

Federico Rasa, ex partecipante del programma tv Temptation Island, è indagato per danneggiamento. Ecco perché. Lo scorso sabato pomeriggio si è presentato al pronto soccorso del Civico di Palermo, lamentando una reazione allergica a un trattamento a cui si è sottoposto all’estero.

Secondo quanto avrebbe raccontato, attraverso un lungo post social pubblicato nel suo profilo Instagram– A suo dire, non avrebbe ricevuto l’attenzione di cui aveva bisogno, poiché gli era stato assegnato un codice verde.

Sarebbe stato questo il motivo che avrebbe scatenato la reazione spropositata del giovane che avrebbe tirato calci a carrelli e porte del pronto soccorso.

“Colpa del codice verde”

Lo stesso Rasa ha confermato sui social quella versione, dando però la sua spiegazione: «Volevo essere visitato, volevo qualche sicurezza, ero preoccupato: mi hanno detto di aspettare, mi avevano messo in codice verde – ha detto su Instagram -. Non è colpa del trapianto: quando ho finito l’operazione il dottore mi aveva detto di stare a riposo per qualche giorno. Dovevo riposarmi, dormire con un cuscino e con una fascia. Dopo l’operazione, dopo due ore, scesi nel centro della città, camminai a lungo, come un matto. È stata colpa mia».

Il post sui social: “Stavo sempre peggio, avevo bisogno di aiuto”

Il suo viso si è gonfiato a dismisura, così si è trovato costretto a chiamare il 118 che lo ha portao in ospedale. «Lì mi hanno fatto aspettare un’ora in ambulanza, la faccia si gonfiava sempre di più. Temevo di andare in shock anafilattico, così ho chiesto una puntura di cortisone. Se non avessi parlato nessuno sarebbe venuto in mio aiuto. Dopo un’oretta però ero ancora gonfissimo, dopo sei ore nessuno mi aveva ancora controllato. Così sono andato dai dottori per chiedere aiuto. Volevo essere visitato, volevo qualche sicurezza, ero preoccupato: mi hanno detto di aspettare, mi avevano messo in codice verde».

«Lì mi sono venuti i cinque minuti, ho spinto il carrello. Sono uscito e ho dato un calcio alla porta. Mentre uscivo c’era il metronotte e gli ho detto di non immischiarsi altrimenti gli avrei dato due schiaffi. Sono uscito fuori, mia madre e mio fratello sono entrati al posto mio chiedendo di aiutarmi. Hanno chiamato la polizia, ma non era successo nulla».

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