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Il femminicidio diventa punibile con l’ergastolo, via libera al disegno di legge

Il femminicidio diventa punibile con l’ergastolo, via libera al disegno di legge
protesta contro femminicidio

La ministra per le pari opportunità e la famiglia Eugenia Maria Roccella spiega che si tratta di un “mutamento culturale”

Via libera in Consiglio dei ministri al disegno di legge sul femminicidio. La ministra per le pari opportunità e la famiglia Eugenia Maria Roccella spiega che si tratta di un “mutamento culturale” perché con il ddl “diventa un reato autonomo”.

Le parole della Roccella

Sin dall’inizio del suo mandato, ha spiegato Roccella, il governo è intervenuto per contrastare la violenza nei confronti delle donne: “Abbiamo fatto un primo intervento legislativo che aveva degli elementi anche molto innovativi come l’arresto in flagranza differita”, puntando “proprio sulle misure cautelari, quindi, sugli strumenti della prevenzione”, ma “i femminicidi sono diminuiti solo in misura molto lieve e, quindi, abbiamo ritenuto fosse il caso di intervenire nuovamente”, ha sottolineato. Femminicidio, ha rimarcato Roccella, “è una parola che usiamo abitualmente e che c’è, per esempio, nella titolazione della Commissione bicamerale, la possiamo leggere nelle sentenze. Ma fino ad ora non era mai entrata nel codice (penale, ndr.)”.

Parla di una svolta epocale anche il ministro di Giustizia Carlo Nordio riferendosi alla “fattispecie autonoma”, aggiungendo che una “novità importante è l’attenzione riservata a vittima o parenti”.

La bozza del disegno di legge

La bozza del ddl in sette articoli è stata visionata questa mattina dall’Adnkronos. Il governo vara una stretta sui reati, legati alla violenza di genere. Previste aggravanti e aumenti di pena per maltrattamenti in famiglia, lesioni personali, violenza sessuale e stalking, quando il reato è motivato da odio o discriminazione di genere. Nel testo viene ampliato il diritto della vittima a essere informata sul procedimento e sulla richiesta di patteggiamento dell’imputato. Viene, inoltre, introdotta una maggiore tutela delle vittime nei procedimenti per femminicidio, tentato femminicidio e altri reati di violenza di genere.

Misure cautelari più severe

Per i reati di femminicidio, violenza domestica e stalking sono previste misure cautelari più severe, con la possibilità di arresti domiciliari o custodia in carcere in presenza di gravi indizi di colpevolezza. Previsto, inoltre, l’obbligo di comunicazione alle vittime o ai loro familiari “quando al condannato o all’internato sono applicate misure alternative alla detenzione o altri benefici analoghi che comportano l’uscita dall’istituto”, si legge anche nel testo visionato dall’Adnkronos.

Anche nei casi di tentato femminicidio il procuratore della Repubblica può revocare l’assegnazione per la trattazione del procedimento se il pubblico ministero non assume informazioni dalla persona offesa e da chi ha presentato denuncia, querela o istanza, entro il termine di tre giorni dall’iscrizione della notizia di reato, salvo che sussistano imprescindibili esigenze di tutela di minori di diciotto anni o della riservatezza delle indagini, anche nell’interesse della persona offesa.

Cosa prevede il testo

L’articolo 5 del testo prevede che anche nel caso di tentato femminicidio il procuratore della Repubblica può “con provvedimento motivato, revocare l’assegnazione per la trattazione del procedimento se il magistrato non osserva le disposizioni dell’articolo 362, comma 1-ter, del codice di procedura penale” secondo cui il pubblico ministero “assume informazioni dalla persona offesa e da chi ha presentato denuncia, querela o istanza, entro il termine di tre giorni dall’iscrizione della notizia di reato, salvo che sussistano imprescindibili esigenze di tutela di minori di anni diciotto o della riservatezza delle indagini, anche nell’interesse della persona offesa”.