La salma di Laura Papadia, la siciliana uccisa a Spoleto lo scorso 26 marzo, è stata finalmente restituita ai familiari e potrà tornare a Palermo per i funerali.
Resta in carcere con l’accusa di omicidio volontario aggravato il marito della donna uccisa, Nicola Gianluca Romita. Indaga la Procura di Spoleto.
Femminicidio Laura Papadia, la salma tornerà a Palermo
La Procura di Spoleto ha concesso il nullaosta alla restituzione della salma della 36enne siciliana alla famiglia, che potranno riportare a casa Laura per procedere con i funerali e darle degna sepoltura. Dopo l’udienza di convalida, l’indagato – il marito della donna – è finito in carcere con l’accusa di omicidio volontario aggravato. L’uomo avrebbe cercato di togliersi la vita subito dopo aver commesso il delitto e avrebbe già confessato di aver ucciso la moglie al culmine di una lite dopo un lungo interrogatorio a Spoleto.
La ricostruzione
Secondo una prima ricostruzione, Laura Papadia sarebbe stata strangolata dal marito al culmine di un lungo litigio. Sul movente sono ancora in corso le indagini: l’ipotesi è che a scatenare la crisi di coppia culminata nell’atroce delitto sia stata la volontà della 36enne di avere un figlio. Volontà non condivisa dal marito, che aveva già dei figli da una precedente relazione e che ha deciso di togliere la vita alla donna. Pare che prima del delitto, Romita – descritto come un uomo geloso e possessivo – si fosse più volte allontanato dall’abitazione a Spoleto per poi ritornare.
Sono in corso anche gli accertamenti sull’eventuale premeditazione del delitto e sull’ipotesi che l’indagato avesse programmato anche una fuga dopo l’omicidio.
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