Nuovo femminicidio in Italia. Questa volta a Milano dove Pamela Genini, una modella e imprenditrice di 29 anni, è stata uccisa ferocemente con 24 coltellate dall’ex compagno Gianluca Soncin di 52 anni. Quest’ultimo è stato fermato per omicidio volontario pluriaggravato.
Tra i particolari più agghiaccianti, le urla della giovane donna: “mi sta accoltellando”. È la prima frase che, assieme alle grida i poliziotti della volante hanno sentito nel salire le scale dell’appartamento in via Iglesias, in zona Gorla a Milano, nel disperato tentativo di salvarla.
Pamela mandò foto volto ferito ad amica: “Gianluca bravo a non farle capire il pericolo”
Il volto pieno di ferite e gli occhi lucidi. Sono le foto che Pamela Genini uccisa ferocemente dall’ex compagno, aveva mandato a febbraio alla sua amica, un campanello d’allarme dei precedenti maltrattamenti del suo assassino, che più volte l’aveva minacciata di morte. Le immagini sono state mostrate oggi a Dentro la notizia, condotto da Gianluigi Nuzzi su Canale 5.
Nel corso della trasmissione, anche la testimonianza dell’amica Elisa, che ieri ha pranzato con Pamela. Elisa racconta: “Ieri eravamo a pranzo a Lugano, voleva parlarmi perché aveva intenzione di studiare psicologia all’università, dovevo spiegarle come funzionava la piattaforma online dell’università a cui voleva iscriversi. Era molto felice, stava per diventare zia e questo la rendeva molto felice”.
L’amica prosegue il suo racconto: “Con Gianluca il rapporto sembrava essersi stabilizzato e forse è stato questo l’errore, dare fiducia a una persona che non voleva il suo bene. Lei era indecisa se denunciarlo, non so se lo ha fatto, ma questo prima dell’estate, verso febbraio-marzo. Gli scatti d’ira credo fossero improvvisi, se fosse stata una cosa continua Pamela si sarebbe allontanata, era solare e piena di vita, non avrebbe mai rischiato. Lui sarà stato molto bravo a non farle capire che era in pericolo”.
Il femminicidio di Pamela Genini, il Pm: “Quadro agghiacciante, rapporto possessivo e violento”
L’omicidio di Pamela Genini, è l’”ultimo evento tragico” all’interno di una relazione di “vessazioni e di violenza” da parte dell’ex compagno Gianluca Soncin, 52 anni, fermato per omicidio volontario pluriaggravato. La testimonianza del fidanzato precedente della vittima – l’amico che al telefono recepisce la paura e chiama la polizia -, restituisce un “quadro agghiacciante” scrive la Procura di Milano.
A verbale, l’amico ripercorre l’incontro tra Pamela e Gianluca nel marzo 2024 e l’inizio di una storia tormentata. Il racconto sembra un manuale dei segnali di una relazione malsana con Soncin che, fin da subito, “non permetteva a Pamela di lavorare”, quindi le imponeva un nuovo divieto “non permettendole di vedere le amiche né tantomeno di sentirle telefonicamente”.
Atteggiamenti “controllanti” che diventano violenza: nell’estate 2024 “l’ha colpita con vari pugni e cercato di accoltellarla, minacciandola di morte”, quindi le intimidazioni si allargano anche “alla madre di lei”. Aggressioni costanti che portano la vittima “a cambiare notevolmente le sue abitudini di vita”: non posta nulla sui social per non essere raggiunta, non usa le carte di credito per non fornire informazioni, cambia spesso strada per tornare per rientrare nell’appartamento e all’amico confessa di voler “cambiare casa, per non farsi più trovare da Soncin e riuscire a scomparire”.
E un”anteprima’ del delitto va in scena lo scorso 9 maggio quando l’indagato si presenta senza preavviso a casa della ventinovenne “cercando di sfondare la porta di ingresso”.
In quell’occasione la giovane contatta le forze dell’ordine, ma lui si allontana prima. Ad agosto scorso “Pamela mi contattava telefonicamente riferendomi che era stata minacciata, a Cervia, da Soncin con una pistola puntata al ventre”. “Dall’aprile del 2025 mi è capitato di vedere dei segni di violenza sul corpo di Pamela, in particolare ho visto in una circostanza dei segni sul volto di cui Pamela mi ha anche mandato una foto. Mi ha inoltre riferito che Soncin l’aveva presa per il collo tentando di strangolarla” mette a verbale.
L’ultimo sms: “è entrato, chiama polizia”
Solo la settimana scorsa, il 52enne sapendo che Pamela Genini doveva andare dai genitori a Bergamo, “fingeva di star male per poter restare nella casa in via Iglesias e, probabilmente avendo in quella circostanza la disponibilità delle chiavi, ne effettuava una copia” dice l’amico della vittima sentito come testimone dalla polizia. È con quella copia delle chiavi che ieri sera, Gianluca Soncin è entrato nell’appartamento al secondo piano dell’appartamento nel quartiere Gorla armato di un coltello a serramanico.
Tre vicini di casa, anche loro ascoltati a verbale, vedono l’aggressione e sentono le urla. Quando provano a intervenire è già arrivata nel condominio la polizia. È la ventinovenne ad aprire il portone d’ingresso agli uomini in divisa, ma quando gli agenti sfondano a calci la porta chiusa dall’interno lei è riversa per terra. Inutile il tentativo di rianimarla: le 24 coltellate risultano fatali. Poco distante c’è il 52enne che ha provato a suicidarsi.
Domani sarà interrogato in carcere
I tagli che inizialmente preoccupano non si rivelano gravi: in mattinata è stato dimesso dall’ospedale Niguarda e trasferito nel carcere di San Vittore. Per ora è rimasto muto davanti alle domande del pubblico ministero Alessia Menegazzo e domani mattina sarà interrogato dal giudice per le indagini preliminari Tommaso Perna.
Il suo silenzio stride con l’ultima telefonata raccontata dall’amico della ventinovenne. “Alle ore 21.22 parlavo al telefono con Pamela lei mi riferiva di sentirsi sola ma che, tuttavia era contenta di aver trovato il coraggio di lasciare Soncin. Durante la telefona Pamela era sola in casa e ad un certo punto l’ho sentita gridare ‘aiuto, aiuto, aiuto’, dopo queste parole Pamela ha chiuso la telefonata”.
Ne segue un breve scambio di messaggi dove lei riesce solo a rispondere: ‘Teso ho paura ha fatto doppione chiavi mie, è entrato, non so che fare, chiama polizia’ e ancora ‘per favore’. Gianluca Soncin, però, è riuscito a non lasciarla andare via e a ucciderla prima dell’intervento della volante.

