Beni per 100 milioni di euro torneranno a Giuseppe Ferdico, conosciuto come il re dei detersivi di Palermo. La decisione della sezione Misure di prevenzione della Corte d’appello di Caltanissetta, presieduta da Marco Sabella, è definitiva. La Procura nissena non ha fatto ricorso in Cassazione.
Come si apprende dall’Ansa, era la stata la stessa suprema corte a rinviare gli atti ai giudici di secondo grado. Si chiude così, dopo 13 anni e 6 gradi di giudizio, il complesso contenzioso di revoca della confisca.
Ferdico, difeso dagli avvocati Roberto Tripoli e Luigi Miceli, coinvolto in inchieste di mafia era stato assolto in via definitiva dall’accusa di concorso esterno. Al momento del sequestro e dalla confisca l’imprenditore aveva oltre 500 dipendenti.
Le accuse a Ferdico e l’assoluzione
L’imprenditore Giuseppe Ferdico era accusato di essere stato in affari prima, tra gli anni ’80 e ’90, con le famiglie mafiose palermitane dell’Acquasanta e dell’Arenella, ovvero con i Galatolo e i Fontana, e negli anni 2000 con la cosca di Tommaso Natale, capeggiata da Salvatore Lo Piccolo. Da queste accuse, tuttavia, era stato assolto. Proprio sulla discrepanza tra l’esito del procedimento penale e quello di prevenzione si sono pronunciati i giudici della Cassazione, decidendo il nuovo rinvio in appello.
I legali dell’imprenditore avevano chiesto la revoca della confisca disposta dal tribunale di Palermo il 6 marzo 2017, che venne confermata in appello nel 2021. Questo nonostante Ferdico fosse stato assolto dall’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa dal giudice per l’udienza preliminare il 27 ottobre 2014, sentenza poi confermata in appello e diventata definitiva il 29 giugno 2022.

