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Politica siciliana tra “caos” e fermento, il nuovo centrodestra moderato rinnova gli equilibri

Politica siciliana tra “caos” e fermento, il nuovo centrodestra moderato rinnova gli equilibri
Sede dell’Ars, immagine di repertorio da Imagoeconomica

Caccia aperta a sacche di voti nel centrodestra moderato siciliano affluente di Forza Italia. E nel frattempo, con gli altri partiti in fermento, la Sicilia torna terra di esperimenti politici.

Si attende il 20 dicembre la conclusione del processo a carico del leader della Lega, Matteo Salvini. Qualunque possa essere la sentenza pronunciata dal giudice nell’aula bunker del Pagliarelli, a Palermo, ed indipendentemente da essa, la “Lega – Salvini premier” sembra aver perso appeal in Sicilia, dove il centrodestra moderato di Forza Italia è sempre stato al riparo da radicali flessioni del consenso.

In Sicilia non hanno mai sfondato progetti politici come Azione e Italia Viva, anche se qualche tesserato dei due lo si può trovare al Comune di Palermo o in fascia tricolore nell’hinterland. Nell’area di centro e centrodestra moderato si sta aprendo un’importante partita politica e ancora una volta la Sicilia sarà incubatrice di progetti che potrebbero avere forti riflessi nazionali.

Alla ricerca di un centrodestra moderato in Sicilia

Marianna Caronia ha dato il via ad una danza che sta adesso rapidamente evolvendo. Pur non essendo stata la prima deputata del Parlamento siciliano ad essere passata al Gruppo misto, con il passaggio dalla Lega a Noi Moderati di Maurizio Lupi pare abbia avviato il fermento verso quell’area di centro da intercettare a strutturare in vista delle prossime competizioni elettorali. La stessa politica, alternativa a quella di Noi moderati, che intende perseguire Raffaele Lombardo. Ieri il fondatore del Movimento per le Autonomie, già federato con Forza Italia, ha dato l’annuncio ufficiale della nascita di un nuovo progetto politico che lo vede affiancato da Roberto Lagalla e Gianfranco Micciché.

Il Gruppo misto dell’Ars incubatore di progetti politici

Il referente siciliano del progetto Forza Italia, co-fondatore del partito di Silvio Berlusconi, era stato il primo all’Ars ad avere le chiavi della stanza del Gruppo misto. In conflitto con la dirigenza del partito, investito da vicende giudiziarie che hanno stampato il suo nome sui giornali a margine di procedimenti a carico di persona a lui vicina, Micciché era passato in solitaria al misto fino al giorno in cui un coinquilino lo ha raggiunto. Ismaele La Vardera ha lasciato il movimento politico fondato da Cateno De Luca, dopo il flop alle elezioni europee, in seguito all’annuncio del sindaco di Taormina e deputato regionale di essere pronto a un passaggio in area di centrodestra per le future elezioni.

La Vardera e il progetto né di destra né di sinistra

Se Caronia ha dato il via alla “migrazione moderata” con transito temporaneo al Gruppo misto per mancanza di gruppo parlamentare Noi moderati all’Ars, La Vardera è stato il secondo e Micciché il terzo a dare vita ad esperimenti politici dalla stanza dei senza gruppo parlamentare. Il progetto di La Vardera, che a febbraio potrebbe vedere l’annuncio di un nome e di una squadra, non intende collocarsi a destra né a sinistra ma si limita, come detto dallo stesso promotore, a mantenere una posizione di opposizione politica coerente con il percorso fatto fino all’addio a Sud chiama Nord.

Gli iscritti all’eventuale nuovo movimento sarebbero, stando ad anticipazioni dello stesso La Vardera, consiglieri comunali ed altri soggetti già impegnati politicamente che cercano un posto sulla scena politica non iper-locale.

Il nuovo centrodestra moderato in Sicilia: Lombardo, Lagalla e Micciché fedeli all’area ma indipendenti

Il progetto dell’ex presidente della Regione Siciliana e fondatore di Movimento per le Autonomie, dell’attuale sindaco del capoluogo siciliano e dell’ex presidente dell’Ars e co-fondatore di Forza Italia si colloca nella stessa area di quel Noi moderati di Maurizio Lupi che, come da nome del partito, cerca di sfruttare gli spazi che, con l’alleanza con partiti dalle posizioni più estreme come Fratelli d’Italia e Lega, Forza Italia ha forse perso sul terreno. Ma la Sicilia è stata spesso il modello sperimentale della politica nazionale, e i risultati siciliani, che al momento pare stiano offrendo grande consenso all’area di centrodestra, come si è visto con le europee che hanno fortemente premiato nomi come Tamajo e Falcone, spingono inevitabilmente verso il centro gravitazionale di Forza Italia. Nel caso di Sud chiama Nord con una provenienza da altra estrazione, in quello della coalizione intorno all’Mpa di Lombardo ammiccando ad area di centro-centrosinistra per arruolare altri profili utili.

La scissione Grillo-Conte per la Sicilia

Sulle sorti del Movimento 5 Stelle, nato dall’idea di Gianroberto Casaleggio di superare l’atavica collocazione a “destra” o a “sinistra” di qualcosa, si sa soltanto che la ripetizione del voto chiesta dal garante Beppe Grillo è andata male per quest’ultimo e che ciò non rende la strada spianata per Giuseppe Conte che avrà probabilmente da affrontare ricorsi per il simbolo, il nome o altro che il co-fondatore e comico vorrà pretendere in Tribunale. Un momento di incertezza per un Movimento che sta tentando di ricollocarsi sul proscenio e recuperare consenso la dove lo aveva smarrito. La Sicilia per il Movimento è quindi un territorio strategico, perché i pentastellati sono comunque presenti in Assemblea con undici parlamentari e perché in passato l’Isola aveva concesso grande fiducia “ai grillini”. Adesso il coordinatore regionale, e vicepresidente vicario dell’Ars, ha le maniche rimboccate insieme a tutti i suoi colleghi di partito per ricostruire il tessuto territoriale che nel 2018 avevano portato il Movimento oltre il 30% alle politiche.

Il nuovo centrodestra, il gruppo misto e le nuove quote azionarie del Governo regionale

Per Nuccio Di Paola, coordinatore M5S in Sicilia, la costituzione di un nuovo progetto politico in Sicilia targato Lombardo, Lagalla e Micciché, potrebbe essere indice di un indebolimento della leadership di Renato Schifani. Che il presidente della Regione Siciliana sia o meno indebolito politicamente oppure sia in corso solo un recupero di sacche di consenso smarrite, la maggioranza parlamentare dell’Ars e quindi la Regione Siciliana avranno un rinvigorito gruppo con forte influenza sulle decisioni politiche. Che Micciché abbia annunciato di voler restare al Gruppo misto non significa infatti che sulle decisioni di voto non seguirà la linea dell’Mpa che all’Ars rappresenta il gruppo del costituente nuovo soggetto politico.

Ex grillini e nuovi pentastellati, battaglia sul campo siciliano

Ma proprio dal nuovo progetto di centrodestra moderato in Sicilia arriva una stilettata al Movimento 5 Stelle in questo momento delicato. Secondo Cancelleri il pessimo risultato alle europee non è dovuto al limite del secondo mandato o ad altre limitazioni in statuto ma ad incompetenza dei dirigenti pentastellati siciliani. Giancarlo Cancelleri aveva lasciato il Movimento fondato da Grillo e Casaleggio dopo il suo secondo mandato, preferendo aderire a Forza Italia piuttosto che fare lavoro dietro le quinte per i nuovi grillini. Il suo passaggio al partito di Berlusconi era stato accolto molto male dagli ex colleghi cinquestelle. Resta che l’allora “leader siciliano dei grillini” aveva certamente un suo seguito che probabilmente sperava di poter capitalizzare in Forza Italia e che adesso potrebbe confluire nel progetto del trio capitanato da Raffaele Lombardo.

Per Giancarlo Cancelleri quello del Movimento 5 Stelle è stato un “esproprio proletario”. Chiesta una opinione su quanto sta avvenendo nel movimento politico di cui ha fatto parte, Cancelleri ha risposto: “Non vogliono più i due mandati, non vogliono più Grillo, mi pare che non vogliono più quelli che sono stati i pilastri che hanno mantenuto in piedi la casa; tanto vale farsi un partito nuovo. Forse qualcuno voleva avere la botte piena e la moglie ubriaca. Io credo che si va a finire in Tribunale, non penso che Grillo gliela darà vinta, ma questi sono affari loro e a me interessano poco. Il problema è uno solo: che tutto questo è scaturito all’indomani dell’ennesimo flop elettorale che il Movimento 5 Stelle ha avuto. Mi permetto di dare un piccolissimo consiglio a Giuseppe Conte, tra l’altro non richiesto. Io non credo che siano il limite dei due mandati o la presenza di Grillo ad avere fatto perdere voti al Movimento 5 Stelle, secondo me sono state invece le persone incapaci di riuscire a mettere in piedi una linea politica ed incapaci di poter risolvere i problemi dei cittadini. In Sicilia sono scomparsi da quando io ed altri siamo usciti dal Movimento e in Italia si sono abbassate le loro quotazioni perché non riescono più a parlare di niente; fra l’altro non si tagliano più lo stipendio, non hanno più il limite dei due mandati e quindi non sono neanche più diversi dagli altri. Sono diventati letteralmente identici agli altri partiti, quindi perché la gente li dovrebbe scegliere? Questo chiedetelo a loro perché non è più il mio campo”.

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