In un bar di Mistretta, un Comune della Città Metropolitana di Messina, dove si è creato un assembramento di persone, «spontaneo e non organizzato»
La paura di contrarre il virus fa “novanta”, lo si evince dalla richiesta di tamponi rapidi delle scorse ore e che si protrarrà per i prossimi giorni. Paura determinata anche dalla consapevolezza di avere violato le regole in occasione dei pranzi di Natale, delle movide notturne e di altre leggerezze. Alla coscienza non si può mentire e nemmeno ai social che con un “invio” certificano di tutto.
Il caso Mistretta
Riprese e invio anche in un bar di Mistretta, un Comune della Città Metropolitana di Messina, dove si è creato un assembramento di persone, «spontaneo e non organizzato», afferma Vito Di Gregorio, papà del proprietario del pubblico esercizio del paese.
Di Gregorio, che ha prestato servizio per 27 anni nell’Arma dei Carabinieri, si dichiara «dispiaciuto per quanto successo. I ragazzi hanno voglia di uscire e di divertirsi, non vanno colpevolizzati per partito preso».
«Non vedevo questa affluenza da diversi mesi. – continua Di Gregorio – Tuttavia, i tre avventori saliti sul tavolo sono stati invitati ad accomodarsi fuori dal locale».
Uno dei tre giovani è un carabiniere, non in servizio, ma nell’esercizio di praticare un’attività “tacitamente tollerata nella concitazione e nell’eccitazione collettiva che notoriamente contraddistingue, in siffatte occasioni di divertimento, i giovani avventori di siffatti locali da ballo”, almeno secondo quanto afferma una datata sentenza della Cassazione.
T
uttavia, i superiori dell’incauto Carabiniere non mancheranno di far notare l’inopportunità di esibirsi sul tavolo, senza indossare dispositivi di protezione individuale e senza tenere conto della Sentenza, che “tollera” il comportamento solo in una sala da ballo non di certo in un bar e nel Comune in cui presti servizio.
Avrebbe dovuto chiamare i colleghi, a supporto, per contestare la violazione delle regole.
Niente soldi, niente controlli
Almeno secondo il principio riferito a QdS da Liborio Testa, comandante della Polizia Municipale del Comune.
«I controlli spettano ai Carabinieri, soprattutto nei giorni festivi – afferma Testa – Noi non possiamo fare alcun servizio festivo in quanto da anni non abbiamo contrattazione». Insomma niente soldi, niente servizio nei gironi festivi e niente controlli.
Il comandante Testa ha semplificato anche la preoccupazione del presidente Musumeci che chiede di non «rilassarsi per il periodo delle festività, sapendo che il rispetto delle norme è il primo obiettivo al quale dobbiamo guardare». Manca l’elemento essenziale per l’innesco: il controllore. Nei protocolli di prevenzione quello che non manca è il “combustibile” e il “comburente”.
Vincenzo Lapunzina