Oggi è un giorno particolare nella storia della Repubblica Italiana. Nel 1946, in adempimento al DLL 151 del 25 Giugno 1944 di Umberto, Luogotenente del Regno, furono convocati i comizi per decidere sulla forma istituzionale (Monarchia o Repubblica) ed eleggere una Assemblea Costituente per dare al Paese una nuova Costituzione in cambio di quella Albertina vigente dal 1860 quando formatosi il Regno d’Italia si utilizzò la precedente, la Albertina di Carlo Alberto – già del Regno di Sardegna. Fu il 2 Giugno.
Per la prima volta votarono le donne e fu di certo giorno di festa che prospettava tutto ed il contrario di tutto. Ma quel giorno di fatto non nacque altro se non la libertà data al Popolo di scegliere da chi volesse essere rappresentato istituzionalmente e con una nuova Costituzione che poi venne approvata il 30 Dicembre del 1947 ed entrata in vigore il I Gennaio 1948.
Di fatto i risultati finali del referendum sulla forma istituzionale vennero annunciati dalla Suprema Corte di Cassazione il 10 Giugno e non ci fu alcuna proclamazione, ma solo lettura del dati definitivi elettorali.
Tant’è che Umberto II protestò dicendo che la Monarchia non era stata “ufficialmente” abrogata, e rimase a Palazzo fino al giorno 13 allorquando lasciò il Paese dopo avere scritto che andava via per evitare una guerra civile, volando verso il Portogallo ove un suo avo era già stato in esilio.
Fu De Gasperi ad assumere la carica di Capo dello Stato fino al giorno nel quale Enrico De Nicola venne eletto Capo provvisorio.
Tutto ciò nulla toglie al fatto che il Popolo si espresse dando due milioni di voti in più alla Repubblica, e grazie a Dio ed al buon senso istituzionale di Umberto II – a parte focolai in qualche parte meridionale – gli Italiani accettarono in serenità la nascita della Repubblica oggi di già con ben 12 Presidenti che si sono succeduti, di cui i due ultimi con un doppio mandato: non previsto, ma non proibito dalla Carta Costituzionale.
Abbiamo superato i tre quarti di secolo di una istituzione che si può ben affermare essere amata dagli Italiani. Anche grazie a quanti, Presidenti della Repubblica, sono stati in tanti anni con il proprio settennato (o poco più) nel vecchio palazzo pontificio che, a dire di Vittorio Emanuele II, Padre della Patria, avrebbe dovuto portare jella: il che fu vero per i Savoia.
Ora l’Italia, anche grazie all’attuale Governo, è rispettata e considerata nel mondo. Ma per onestà mentale si deve riconoscere che se “l’Italia è fatta”, bisogna ancora completare il lavoro nel “fare gli Italiani”: che individualmente sono ottimi cittadini (evasori esclusi), ma come Popolo a volte lasciano a desiderare.
Pur essendo un unicum in casi di emergenza allorquando eccelle la solidarietà e lo spirito nazionale.
Lunga vita a questo splendido Paese: per alcuni Patria, per altri Nazione, per altri (Dante) Bordello. Ma di fatto un luogo dove si sta bene. Ed osservando le Leggi, benissimo !