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Festa della Repubblica: Mattarella, “73 anni di pace, garantiti da libertà, giustizia e democrazia”

Festa della Repubblica: Mattarella, “73 anni di pace, garantiti da libertà, giustizia e democrazia”

Il messaggio per il due giugno, “Festa degli italiani” inviato al Capo di Stato Maggiore della Difesa dal Capo dello Stato. Mattarella ha parlato dei “valori che ci accomunano ai popoli d’Europa, con i quali condividiamo la costruzione di un percorso basato su rispetto dei diritti umani, diritto, di solidarietà e coesione fra popoli”. Polemiche “di governo” per le assenze alla sfilata dei Fori Imperiali. Il messaggio del Gvernatore Musumeci. Cerimonia anche a Palermo

Stamattina il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha deposto una corona d’alloro sull’Altare della Patria, rendendo omaggio al Milite Ignoto e aprendo ufficialmente le celebrazioni per la Festa della Repubblica, salutata dal passaggio delle Frecce Tricolori.

Nel messaggio inviato al Capo di Stato Maggiore della Difesa, generale Enzo Vecciarelli, in occasione della Festa del due giugno, il Capo dello Stato ha scritto: “Ricorre oggi la data di fondazione della Repubblica: la Festa degli italiani. Sono stati, questi, settantatré anni di pace per il nostro Paese, garantiti dai valori di libertà, giustizia e democrazia su cui si fonda la nostra Carta costituzionale, riferimento per ogni cittadino e guida per chiunque sia chiamato a responsabilità a favore della collettività”.

“Le Forze Armate – si legge ancora nella nota – con abnegazione, professionalità, senso delle istituzioni e spirito di servizio verso la comunità, hanno concorso, ieri, alla liberazione dell’Italia e contribuiscono, oggi, tanto sul territorio nazionale quanto nelle numerose e diversificate aree di crisi, alla realizzazione delle finalità indicate dalla Costituzione, costituendo un prezioso presidio di stabilità e sicurezza, risorsa per il progresso pacifico della comunità internazionale” scrive ancora il presidente della Repubblica.

“Nel ricordo di quanti, operatori in questo spirito, hanno dato la loro vita per costruire, difendere e diffondere tali valori – prosegue Mattarella – rivolgo un pensiero commosso ai caduti e alle loro famiglie, gravate da dolore incolmabile. Il loro sacrificio rappresenta esempio e monito per le giovani generazioni dei soldati, marinai, avieri, carabinieri e finanzieri, ai quali la Repubblica affida il compito di preservare e rafforzare oggi e per il futuro le stesse condizioni di pace e libertà che ci hanno donato”.

“Nel giorno della festa della Repubblica mi è grato formulare alle donne e agli uomini delle Forze Armate di ogni ordine e grado, il più fervido e riconoscente augurio – conclude il Capo dello Stato -. Viva le Forze Armate, viva l’Italia”.

Dopo l’esibizione delle Frecce Tricolori, si è svolta la consueta parata militare lungo via dei Fori Imperiali a Roma, segnata quest’anno dalle polemiche per l’assenza di alcuni generali per protesta contro la ministro della Difesa Elisabetta Trenta.

Generali “bacchettati” dal Capo di Stato Maggiore Vecciarelli che in una nota ha scritto: “Il 2 giugno deve essere un giorno di festa. Anche quest’anno la rivista, con il tema dell’inclusione scelto dal ministro della Difesa, vuole testimoniare come questa giornata rappresenti la festa di tutti, militari e civili che fanno parte delle componenti attive dello Stato, accumunati dagli stessi intenti e valori”.

E gli ha fatto eco il presidente della Camera Roberto Fico (M5s), affermando: “è la festa di tutti quelli che si trovano sul nostro territorio, è dedicata ai migranti, ai rom, ai sinti, che sono qui e hanno gli stessi diritti”.

Un messaggio opposto al “Prima agli italiani” di Salvini, insomma, che, con il malumore di pochi generali è servito ad avviare nuove “polemiche di governo” visto che la Trenta è sempre più nel mirino del capo della Lega Nord Matteo Salvini dopo aver resistito alle ingerenze di quest’ultimo sulla Marina Militare in tema di Migranti.

Salvini (che nei giorni scorsi ha attaccato anche Costa e Toninelli) ha sfruttato il caso dei generali “disertori” per la Festa della Repubblica e, in una pausa del suo perenne tour elettorale, ha detto, “Io sono sempre al fianco delle forze armate in Italia e nel mondo: penso che sia dovere di un ministro essere sempre e comunque al fianco delle proprie donne e dei propri uomini. Se qualcuno non c’è, evidentemente, è perché non ha sentito sempre questa presenza e questa vicinanza”.

Decisamente più banali le cause della defezione della leader di FdI Giorgia Meloni: su Facebook ha detto di non essere stata invitata, ma il ministero della Difesa, con una nota, ha precisato di averlo fatto, sottolineando: “Evidentemente l’onorevole Meloni intendeva riferirsi al mancato riscontro ricevuto rispetto alla sua richiesta di sedere nella tribuna presidenziale. Ma da anni i capi dei partiti politici non ricevono più un invito speciale in virtù di esigenze organizzative”.

Il messaggio del governatore Musumeci

“In questa giornata così densa di significato, la Regione Siciliana riafferma il valore della irrinunciabile Unità nazionale e, al tempo stesso, dello Statuto autonomistico, rivendicando il diritto alla sua piena e corretta applicazione”.

Lo ha scritto il governatore siciliano Nello Musumeci in un messaggio inviato al capo dello Stato Sergio Mattarella, nel giorno della Festa della Repubblica. Per l’occasione, la Regione Siciliana è presente a Roma, alla sfilata delle Forze armate, con una rappresentanza del suo Corpo Forestale e il gonfalone.

La manifestazione a Palermo
Anche a Palermo si è svolta la manifestazione per la per 73/esima Festa della Repubblica.

In piazza Vittorio Veneto è stata deposta una corona di alloro davanti al monumento ai caduti.

Erano presenti il prefetto Antonella De Miro, il vice sindaco Fabio Giambrone (il sindaco Leoluca Orlando è a Roma), il questore Renato Cortese, il comandante della Legione Carabinieri Sicilia Giovanni Cataldo, il comandante provinciale dei carabinieri di Palermo Antonio Di Stasio, il comandante della Guardia Finanza Giancarlo Trotta e il comandante della Capitaneria di Palermo Roberto Isidori.

Alla cerimonia hanno preso parte anche gli studenti della scuola Nicolò Garzilli e Virgilio Marone che hanno adottato il monumento del milite ignoto e durante la manifestazione hanno illustrato la sua storia. La piazza fu inaugurata nel 1909, in occasione dei festeggiamenti per il cinquantenario dell’Unità d’Italia.

Nel 1931 fu realizzato l’emiciclo colonnato su disegno di Ernesto Basile. Il monumento vero e proprio, al centro della piazza, fu costruito utilizzando la pietra chiara di Isola delle Femmine e, sopra l’obelisco, svetta a 28 metri di altezza, la Vittoria, statua in bronzo di Mario Rutelli.

Il gruppo scultoreo in basso, opera di Antonio Ugo, rappresenta la Sicilia che si ricongiunge alla madre Patria, mentre i bassorilievi dei pannelli laterali, disegnati da Ernesto Basile, sono stati realizzati da Gaetano Geraci.