Fiancheggiatori Messina Denaro: 4 condanne durante il processo

Messina Denaro, il processo ai fiancheggiatori: quattro condanne

marikacontarino

Messina Denaro, il processo ai fiancheggiatori: quattro condanne

Redazione  |
giovedì 04 Luglio 2024

Il pm De Leo aveva invocato la condanna di tutti gli imputati a complessivi 76 anni di reclusione.

Il Tribunale di Marsala ha condannato a complessivi 50 anni e 4 mesi di carcere i fiancheggiatori di Matteo Messina Denaro. La condanna è arrivata per quattro dei sei imputati, quasi tutti di Castelvetrano, nel processo scaturito dall’operazione antimafia “Ermes 3” del 20 giugno 2020.

Iscriviti gratis al canale WhatsApp di QdS.it, news e aggiornamenti CLICCA QUI

Le condanne per i favoreggiatori di Messina Denaro

La condanna più severa tra i favoreggiatori di Messina Denaro è di 18 anni di reclusione, quanti ne aveva chiesto il pm della Dda Gianluca De Le, ed è stata inflitta a Giovanni Onofrio Beltrallo, di 57 anni. A 15 anni, invece è stato condannato Melchiorre Vivona, di 67. E ancora nove anni e 4 mesi è la condanna per Antonino Stella, 77 anni, di Marsala, e otto anni per Leonarda Furnari, di 40.

Il 62enne capomafia castelvetranese Vincenzo La Cascia, invece, insieme alla Furnari, è stato assolto “per non aver commesso il fatto” dall’accusa di tentata estorsione, mentre per Domenico Salvatore Zerilli, di 54 anni, il Tribunale ha sentenziato il “non doversi procedere” per prescrizione.

Le richieste del pm

Il pm De Leo aveva invocato la condanna di tutti gli imputati a complessivi 76 anni di reclusione. I reati a vario titolo contestati dalla Dda di Palermo erano associazione mafiosa, estorsione, detenzione di armi e favoreggiamento della latitanza di Messina Denaro, che inizialmente era uno degli imputati del processo.

Nel corso del blitz operato, quattro anni fa, dalla Squadra mobile di Trapani venne ancora una volta perquisita, a Castelvetrano, la casa della madre dell’ex latitante. Gli altri indagati avevano scelto il rito abbreviato e per il loro processo c’è stata pronuncia della Cassazione lo scorso 10 maggio.

La seconda sezione della Suprema Corte, accogliendo le richieste della difesa dei fiancheggiatori di Messina Denaro, ha annullato quattro delle sei condanne inflitte, il 5 aprile 2023, dalla quarta sezione della Corte d’appello di Palermo. Due delle quattro condanne sono state annullate con “rinvio” a diversa sezione della Corte d’appello di Palermo per la rideterminazione della pena.

La difesa ha, infatti, sostenuto che l’appartenenza a Cosa Nostra di Marco Manzo, 59 anni, di Campobello di Mazara, condannato a 9 anni di carcere, e di Giuseppe Calcagno, di 49, nato a Marsala, ma anche lui residente a Campobello di Mazara, condannato a 6 anni e 8 mesi, risale agli anni precedenti al 2015, quando, in giugno, entrò in vigore la legge che inaspriva le pene per il reato di associazione per delinquere di stampo mafioso.

Per Antonino Adamo e Vito Genna, entrambi di 66 anni di Mazara del Vallo, la Cassazione ha invece annullato senza rinvio, per intervenuta prescrizione, le condanne a 2 anni di reclusione ciascuno per favoreggiamento.

Tag:

Articoli correlati

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Commenta

Ediservice s.r.l. 95126 Catania - Via Principe Nicola, 22

P.IVA: 01153210875 - Cciaa Catania n. 01153210875


SERVIZIO ABBONAMENTI:
servizioabbonamenti@quotidianodisicilia.it
Tel. 095/372217

DIREZIONE VENDITE - Pubblicità locale, regionale e nazionale:
direzionevendite@quotidianodisicilia.it
Tel. 095/388268-095/383691 - Fax 095/7221147

AMMINISTRAZIONE, CLIENTI E FORNITORI
amministrazione@quotidianodisicilia.it
PEC: ediservicesrl@legalmail.it
Tel. 095/7222550- Fax 095/7374001
Change privacy settings
Quotidiano di Sicilia usufruisce dei contributi di cui al D.lgs n. 70/2017