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Filippo Anastasi racconta gli “Scherzi in redazione”

Filippo Anastasi racconta gli “Scherzi in redazione”
Filippo Anastasi

Uno spaccato di vita professionale a cavallo tra gli anni Settanta e Novanta

ROMA – La signora Maria era una bella donna sulla trentina, colpevole di abitare in un palazzo in via del Tritone, di fronte alle finestre della redazione esteri del Messaggero.

Filippo Anastasi racconta gli “Scherzi in redazione”

Da lei era irresistibilmente attratto Franco A., che cercava in tutti i modi di carpirne l’attenzione. È l’incipit di uno degli “Scherzi a parte” ante litteram, che scandivano i giorni e le notti delle segrete stanze, dove veniva confezionato il quotidiano romano per antonomasia. Per chi volesse sapere come va a finire, diciamo solo che il signor Franco A. È spinto dai colleghi fra le braccia dell’ignara signora, ribattezzata con il nome evangelico di Maria sino a quando un bel giorno, si fa per dire, suona alla sua porta qualificandosi per quello che veniva al posto di Filippo.

Il sipario crolla con lei che gli chiude la porta in faccia, non prima di aver fatto fare la stessa fine alla scatola di cioccolatini, con cui fortemente credeva di indurre la donna ambita a concedergli d’emblée i suoi favori. Il Filippo dello scherzo è l’unico giornalista, la cui identità si può svelare.

Filippo Anastasi nella sua lunga e appassionata vita professionale non si è fatto mancare nulla, passando con proficua disinvoltura dalla cronaca alla politica, dal Quirinale al Papa, dalla radio alla tv, dove ha condotto, udite udite, il Tg dei tg, quello che va in onda su Raiuno, inviato di guerra e di pace, graduato fino alle stellette del direttore, scrittore fluente e fine dicitore.

Tutto ei provò, senza mai perdere di vista, lui garbato, elegante, autorevole e a volte persino serioso, il goliarda impenitente che è in lui, sin dalla nascita. Sono scherzi accuratamente sceneggiati, che ricalcano uno schema tanto banale, quanto efficace.

Tutto ha inizio dopo che è stata individuata la vittima. E poi il girotondo di chi ride alle sue spalle: ideatori, primi attori e complici. Nessuno si sottrae. Tutti recitano la loro parte, compresi i direttori e i rappresentanti della proprietà.

Si scherza, si ride, si aguzza l’ingegno, si cementa un clima. Quello irrepetibile che permeava le redazioni felici degli anni Settanta, Ottanta e Novanta. Nel via vai di Anastasi si alternano personaggi arrivati a via del Tritone direttamente dalla commedia dell’arte. C’è una sommaria rivalutazione della figura dei creduloni. Senza loro, saremmo rimasti al “tutto il resto è noia”.

E invece Guido C., esperto di politica regionale, non sta nella pelle, quando gli viene recapitato l’invito, esteso alla sua signora, a intervenire a un convegno a Venezia, a bordo della Nave Ausonia, sui rapporti fra le regioni venete e la Jugoslavia.

Ma, quando i due malcapitati raggiungono il molo indicato nell’invito, non c’è l’ombra né della nave, né del fantomatico convegno.

Il cinghiale in vespa, la moglie del direttore, i marziani, lo spogliarello notturno, la professoressa Mestruatis, Goldfinger nel castello Maastricht. Tutto vero. Tutto falso. Tutto uno scherzo. Fermate il tempo. Non è mai troppo tardi per ridere. Fa bene anche al cuore.

Scherzi in redazione di Filippo Anastasi, Edizioni All Around.