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Finalmente le dighe si riempiono ma i disagi in Sicilia restano: la siccità ha lasciato il segno

Finalmente le dighe si riempiono ma i disagi in Sicilia restano: la siccità ha lasciato il segno
Autorità di bacino diga olivo

Al 29 gennaio ci sono 83 milioni di metri cubi in più negli invasi siciliani, il livello torna a salire. Rispetto all’anno scorso il 15% di acqua in meno

Finalmente le piogge sono arrivate in Sicilia e gli invasi stanno cominciando a riempirsi. Al 29 gennaio scorso, secondo l’Autorità di bacino del distretto idrografico della Sicilia, le scorte di acqua nel territorio regionale erano di 256 milioni di metri cubi d’acqua, contro i 174 milioni del precedente mese di dicembre.

Nonostante questo, rispetto a dodici mesi prima, quindi al gennaio del 2024, il totale dei metri cubi disponibili si è ridotto di quasi 40 milioni di metri cubi d’acqua. In particolare, la diga Ancipa, sul fiume Troina, che era quasi svuotata, ha recuperato 19 milioni di metri cubi; buon recupero alla diga Lentini fuori alveo, dove lo scarto positivo è stato di altri 18 milioni di metri cubi.

Pozzillo e Piana del Leone risalgono

Interessanti risultati anche a Pozzillo, sul lago Simeto, che passa a 4,5 milioni di metri cubi a 23. Risale di poco la china la diga Piana del Leone sul fiume Verdura, che era completamente asciutta e ha visto il recupero di 2 milioni di metri cubi d’acqua.

Quasi invariate le condizioni, invece, delle dighe Disueri sul fiume Gela, Furore sul fiume Burraito e Gammauta sul Sosio. In recupero di 2 milioni anche il Garcia sul Belice sinistro. Risalgono anche di livello le dighe Prizzi sul fiume Raia, Rosamarina sul San Leonardo e Santa Rosalia sul fiume Irminio. Senza dimenticare che l’acqua all’interno dei bacini in molti casi non è destinata soltanto all’uso potabile, ma anche irriguo ed elettrico, per cui la disponibilità per l’uso umano si riduce a meno di un terzo del totale.

Il trend delle piogge

La distribuzione degli accumuli nel mese di gennaio quanto successo sul territorio regionale in termini metereologici. Sono state infatti registrate, a chiusura del 2024, forti differenze  tra i versanti, con ottimi accumuli nei bacini su Nebrodi, mentre rimane un fortissimo deficit nelle aree sud-orientali. I dati sono quelli del Sias, il servizio informativo agrometereologico siciliano, e mostrano un andamento molto diverso rispetto a quello che si era presentato nello stesso mese del 2023, quando sono state registrate percentuali di precipitazione annuale più omogenei nell’intera regione. Il 2024 è stato il più arido degli ultimi cinque anni, ed il quarto consecutivo con precipitazioni al di sotto della media storica. Unico modo per tamponare alla mancanza di acqua, condizione peggiorata dalle vetuste strutture degli impianti che causano una importante dispersione della risorsa, il razionamento dell’acqua in moltissime città. Tali strategie hanno permesso di ridurre  l’uso delle risorse disponibili al solo 4% nei mesi autunnali di ottobre e novembre. Precedentemente, invece, i prelievi arrivavano al 10%.

Il commissario

Proprio per trovare delle soluzioni che permettano di arginare il più possibile il problema, la Regione ha attivato l’ufficio del commissario per l’emergenza siccità, che da mesi sta lavorando per trovare soluzioni non solo per le attuali emergenze, ma anche per realizzare opere che nel futuro possano evitare ulteriori situazioni di criticità. Il governo regionale sta quindi lavorando in collaborazione con Nicola dell’Acqua, commissario nazionale per l’emergenza idrica. Il lavoro dell’ufficio discende direttamente dalla pubblicazione del decreto del presidente della Regione n. 510/Gab del 2 febbraio 2024, con il quale viene istituita l’unità di crisi all’assessorato all’Agricoltura, per lo sviluppo rurale e per la pesca mediterranea, che definisce quali siano le possibili deroghe per il superamento dello stato di crisi.