Tre progetti dentro, due esclusi. Si è chiusa così la valutazione delle proposte presentate alla Regione per ottenere finanziamenti nel settore ambientale in Sicilia. L’avviso pubblico risale alla fine dello scorso anno e riguardava la messa a disposizione di risorse economiche da spendere per attuare interventi di tutela e ripristino dei siti naturali che rientrano nella rete Natura 2000. In Sicilia ce ne sono molte, ma di queste non sono pochi i casi in cui l’ufficialità della protezione si scontra con situazioni concrete in cui l’inquinamento e il degrado la fanno da padroni.
Siti rete Natura 2000, il bando per i finanziamenti del settore ambientale in Sicilia
Diramato con un decreto del dirigente generale del dipartimento regionale all’Ambiente, l’avviso risale a un anno fa: era infatti il 17 dicembre 2024, quando la Regione diffuse il documento contenente le indicazioni da seguire per intercettare finanziamenti utili alla cura degli habitat degradati che ospitano specie di interesse comunitario.
Tra coloro che avrebbero potuto ambire ai contributi sarebbero stati – si legge nell’avviso – “parchi regionali, riserve naturali, parchi nazionali, aree marine protette”, al cui interno ricadono siti di importanza c (Sic), zone speciali di conservazione (Zsc) e zone di protezione speciale (Zps).
Pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale della Regione il 27 dicembre, l’avviso prevedeva che le proposte arrivassero entro cinque mesi. Per gli enti che hanno in gestione i siti di Natura 2000, quindi, era possibile presentare le istanze fino a metà primavera. La scadenza dei termini, nello specifico, era stata fissata al 26 maggio.
Chi sarà finanziato
A presentare la documentazione sono stati tre Aree marine protette (Amp), un ente locale e un ateneo. Nel primo caso si tratta dell’Amp Plemmirio, dell’Amp Capo Milazzo e dell’Amp Isola di Ustica, nel secondo il Comune di Erice e infine l’Università di Catania.
Per l’Amp Capo Milazzo e l’Università di Catania è stato fatale non avere rispettato i termini di presentazione della domanda: Unict ha tardato di un giorno, mentre l’Area marina protetta che si occupa delle acque antistanti il centro del Messinese ha recapitato l’istanza soltanto il 4 giugno. Rispettivamente dovranno rinunciare ai fondi per i progetti di ripristino degli habitat di Cozzo Ogliastri, nel territorio di Melilli (Siracusa), e di monitoraggio della tartaruga marina Caretta caretta e della digitalizzazione della biodiversità marina.
I progetti che saranno finanziati sono quello che prevede il potenziamento e l’ampliamento del sistema di videosorveglianza per il monitoraggio della Zsc Fondali del Plemmirio e della Zsc Capo Murro di Porco, Penisola della Maddalena e Grotta San Pellegrino. Presentato dall’Amp Plemmirio, riceverà un con contributo di 1.939.955,56 euro.
Via libera anche al progetto di rafforzamento delle misure di protezione della biodiversità nei fondali di Ustica. In questo caso, il progetto presentato dall’ente gestore dell’Area marina protetta vale ben 3.399.066 euro.
L’ultima proposta che ha ottenuto luce verde riguarda una serie di misure che il Comune di Erice effettuerà per la rigenerazione degli habitat nell’area del Trapanese. In questo caso il finanziamento concesso vale 520mila euro.
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