Per Musumeci la Sicilia ha voltato pagina e per Armao la manovra ha retto. Ma il Pd parla di fallimento della Giunta, il M5s di finanziaria di cartone, e Fava chiosa, impugnativa "da tragedia a farsa"
“I molteplici accordi conclusi con il governo centrale, l’ultimo il 14 gennaio scorso al quale è conseguita l’adozione del Piano di rientro della Regione, hanno condotto ad adottare modalità specifiche di ripianamento dei disavanzi provenienti dalle precedenti gestioni, dimostrano che la Regione ha voltato pagina nella gestione degli equilibri di bilancio e recuperato credibilità finanziaria”.
Lo ha detto il governatore della Sicilia, Nello Musumeci, parlando davanti alle sezioni riunite della Corte dei conti per il giudizio di parifica del rendiconto per il 2019.
“Il governo regionale – ha aggiunto – non chiede prebende o regalie, ma le risorse per garantire l’espletamento delle funzioni statutariamente attribuite e i livelli essenziali delle prestazioni costituzionalmente riconosciuti e che con l’attuale gettito è insostenibile, le compartecipazioni fiscali concordate nella scorsa legislatura, infatti, al netto dell’ingente concorso al fondo sanitario regionale, non attribuiscono risorse ‘aggiuntive’ alla Regione limitandosi a introdurre minimi correttivi agli effetti distorsivi recati sul gettito devoluto da alcuni provvedimenti normativi statali”.
“La capacità espansiva delle entrate nel bilancio regionale – ha aggiunto – deve invece essere ancorata all’incremento del gettito tributario assicurato dalle modifiche del sistema di devoluzione delle entrate. In tal senso ho chiesto un incontro al presidente del Consiglio per ridefinire urgentemente gli accordi finanziari riconoscendo alla Sicilia quanto necessario a garantire i diritti di cittadinanza, mentre al ministero dell’Economia è già insediato il gruppo di lavoro misto Stato-Regione che, dopo una lunga pausa connessa anche alla pandemia, sta definendo le linee della nuova normativa di attuazione in materia finanziaria”.
Il presidente Musumeci ha affrontato poi il tema del finanziamento degli enti locali “che ci inquieta e che, se non affrontato con urgenza e determinazione, rischia di provocare la paralisi dei Comuni”. Ha evidenziato, inoltre, le difficoltà connesse alle norme nazionali relative agli appalti pubblici che finiscono con il “frenare l’avvio di opere e cantieri, limitando lo sviluppo del territorio”.
E ha posto l’accento sulla necessità di restituire competenze agli enti intermedi, le ex Province, “con l’obiettivo di trasmettere presto all’Ars un disegno di legge che completi una riforma fatta in passato con troppa fretta”. Inoltre, ha ricordato come in Regione “non si bandiscano concorsi dal 1991”, annunciando che partirà a breve un piano di formazione per i dipendenti regionali “con l’obiettivo di aggiornarne le competenze, soprattutto sul fronte della digitalizzazione”.
L’impugnazione delle norme in finanziaria
L’intervento di Musumeci alla Corte dei Conti era venuto, ieri, dopo la notizia, diffusa dal vicepresidente della Regione e assessore all’Economia Gaetano Armao che il Consiglio dei ministri aveva impugnato circa dieci norme della finanziaria regionale.
“Ma l’impianto della manovra finanziaria è assolutamente salvo e corretto” aveva commentato Armao, ricordando che, se la Ragioneria generale aveva avanzato sospetti di incostituzionalità su 46 norme, “alla fine la legge di bilancio è passata indenne al vaglio e su quella quella di stabilità l’impugnativa riguarda una decina di norme, il 90 per cento di iniziativa parlamentare: su 115 articoli della finanziaria ci sta che una decina siano contestabili”.
Pd, fallimento della Giunta Musumeci
Diverso il parere delle opposizioni, a cominciare dal Pd.
“Musumeci abbia il coraggio – hanno detto il capogruppo all’Ars Giuseppe Lupo e il segretario regionale dem Anthony Barbagallo – di riconoscere il fallimento della sua Giunta, confermato dalle numerose disfunzioni gestionali e amministrative e dalle irregolarità contabili evidenziate nel corso dell’udienza per la parifica del rendiconto generale della Regione siciliana per l’esercizio 2019”.
Improvvisazione nella gestione delle risorse
“Non è più accettabile – hanno dichiarato i due esponenti del Pd – l’improvvisazione dimostrata dal governo Musumeci nella gestione delle risorse, che ha aggravato la precarietà finanziaria della Regione. Il presidente della Regione non può pensare di sfuggire alle proprie responsabilità praticando lo scaricabarile nel confronti del governo nazionale e della burocrazia regionale. La riduzione degli investimenti produttivi e la contrazione dei pagamenti dell’amministrazione regionale, evidenziati durante l’udienza, hanno contribuito negli ultimi anni ad aggravare la crisi economica ed occupazionale della Sicilia”.
Corte dei Conti e Pnrr
“Il Governo e le forze parlamentari regionali – hanno concluso Lupo e Barbagallo – ascoltino gli autorevoli moniti formulati dai magistrati contabili sulla necessità di riforme strutturali, di nuovi investimenti, in particolare per l’edilizia e l’ammodernamento tecnologico in campo sanitario, e per valorizzare le opportunità offerte dal Pnrr.”
M5s, finanziaria di cartone
“Finanziaria falcidiata, ennesimo flop del governo Musumeci: l’unica notizia buona è che è la penultima”.
Durissimo il commento sull’impugnazione da parte del Cdm venuto dal capogruppo del M5S all’Ars Giovanni Di Caro.
“Quando dicevamo – ha aggiunto – che la finanziaria era infarcita di errori macroscopici che sarebbero certamente stati impugnati, lo dicevamo a ragion veduta. I siciliani sono stanchi di dover scontare sulla propria pelle i disastri del duo Musumeci- Armao. Dopo la finanziaria di cartone, costruita coi soldi del Monopoli, di cui nessun beneficio hanno tratto i siciliani, la nuova norma si infrange, come prevedibile sul muro romano, per macroscopici errori. E Musumeci ora non ha nemmeno l’alibi di un esecutivo ‘nemico’ a Roma”.
“L’unica nota positiva – ha concluso Di Caro – è che questa finanziaria è la penultima di Musumeci. Visti i terrificanti risultati ottenuti dal suo esecutivo praticamente su tutti i fronti, non crediamo infatti che i siciliani saranno così masochisti da votarlo ancora. Ci dispiace per norme come quella sulla Cannabis terapeutica e sulla stabilizzazione degli Asu, di cui Musumeci non è riuscito a fare comprendere l’importanza. La norma sulla Cannabis aveva alimentato grandi speranze tra coloro che speravano di poterla utilizzare per alleviare le proprie sofferenze”.
Fava, impugnativa? Da tragedia a farsa
Durissimo anche il presidente della Commissione regionale antimafia Claudio Fava: “Ci sono più di quattromila lavoratori, a cui il Governo regionale aveva assicurato la fuoriuscita dall’incubo della precarietà, e che si ritrovano senza certezze e ci sono decine e decine di sindaci che pensavano di poter rendere più efficiente la macchina comunale con i processi di stabilizzazione del personale e che invece si ritrovano, anche loro, senza certezze”.
“Ma per il governo Musumeci – ha sottolineato – la manovra ha retto. Se non ci fossero di mezzo le vite di migliaia di siciliani verrebbe da dire che dalla tragedia siamo precipitati nella farsa”.
ArticoloUno, due tegole su Musumeci
“Con i dubbi serissimi sull’attendibilità di gran parte della legge finanziaria siciliana posti dalla Corte dei conti e i dieci articoli impugnati dal Consiglio dei ministri altre due pesantissime tegole sono cadute sulla residua e impercettibile credibilità di Musumeci e del suo governo” ha detto Pippo Zappulla, segretario regionale di ArticoloUno.
“ll governo regionale si deve assumere la responsabilità – ha aggiunto – di aver fatto ripiombare nell’angoscia i quattromila lavoratori a cui aveva assicurato la fuoriuscita dal precariato. E alle amministrazioni comunali dovrà spiegare che la possibilità di organizzare meglio la macchina burocratica del proprio Comune non si potrà fare e dovranno attendere ancora non si sa quanto”.
“Se Musumeci è orgoglioso di questa finanziaria – ha concluso Zappulla – lo spieghi a questi lavoratori, ai sindaci interessati e a tutti i siciliani”.
+Europa, finanziaria e debolezza Musumeci
Infine, Fabrizio Ferrandelli, responsabile Sud di +Europa, e Maria Saeli della direzione nazionale di +E, hanno sottolineato come quanto avvenuto dimostri “quanto debole sia il presidente Musumeci nelle interlocuzioni con il governo nazionale”.
“Come +Europa – proseguono Ferrandelli e Saeli – ci siamo battuti affinché la Regione siciliana potesse essere produttrice di cannabis a uso terapico. Restiamo convinti che un percorso di questo tipo debba e possa essere intrapreso e continueremo a batterci affinché a tutti sia garantito il diritto alle cure necessarie”.